Thursday, 28 March 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Olbia, D'Oriano 'contro' Linea Verde: "voce ai dilettanti"

Olbia, D'Oriano 'contro' Linea Verde:
Olbia, D'Oriano 'contro' Linea Verde:
Angela Galiberti

Pubblicato il 19 February 2019 alle 14:03

condividi articolo:

Olbia, 19 febbraio 2019 - Continua a far discutere la puntata di Linea Verde andata in onda domenica scorsa in cui si è parlato di Sardegna e in particolare della storia del popolo nuragico. Storia affascinante che è stata illustrata, tra gli altri, dal dottor Rubens D'Oriano: responsabile della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, nonché archeologo e profondo conoscitore del territorio olbiese (e non solo). Durante la puntata il programma ha dato spazio anche ad altre teorie: quelle che il mondo accademico definisce, ormai da molto tempo, come "fantarcheologia". Inevitabile lo sfogo, pubblico, del dottor D'Oriano che - insieme al dottor Francesco Carrera - ha firmato una lunga lettera che vi riproponiamo integralmente. "Attorno ai gg 12-13 gennaio il personale organizzativo della puntata di Linea Verde andata in onda domenica 17 u. s. prese informalmente contatto con il funzionario archeologo di questa Soprintendenza, Rubens D’Oriano, direttore della Sede Operativa di Olbia, in relazione alle autorizzazioni da rilasciare per le riprese televisive di alcuni monumenti archeologici della Gallura. Il funzionario raccomandò caldamente sia al personale organizzativo sia alla troupe, in occasione delle riprese al pozzo sacro nuragico di Olbia – nel cui ambito è stata girata, e poi messa in onda, un’ intervista al medesimo - , di attingere le informazioni da trasmettere, inerenti la storia antica e l’archeologia, da fonti serie, professionali ed attendibili", raccontano i due archeologi. "Tale raccomandazione è stata ribadita dalla Soprintendenza nella stessa nota di autorizzazione formale alle riprese, inviata alla Rai. Ciononostante la trasmissione ha dato voce e volto anche a dilettanti, uno dei quali del tutto indebitamente definito “archeologo” nel sottopancia, che da anni propugnano assurdità pseudoscientifiche che grave danno arrecano alla corretta divulgazione e valorizzazione dei beni archeologici dell’Isola. Il marchio “Rai” ha così contribuito sia a dare crisma di credibilità ai dilettanti intervistati, sia a svilire l’immagine di questa Soprintendenza accostando, nello stessa puntata, il funzionario archeologo a chi diffonde pseudoscienza della peggiore. È inutile sottolineare che la Soprintendenza nulla sapeva dell’intero contesto della puntata, e questo è sempre il punto cruciale in questi casi", continua il post pubblicato sulla pagina ufficiale della Soprintendenza di Sassari e Nuoro. "Infatti, chi dovesse, giustamente, invocare che le Soprintendenze non concedano l’autorizzazione alla riprese televisive quando i programmi gettano nel ridicolo i beni culturali e chi ci lavora seriamente, deve sapere che si tratta di materia complessa e non sufficientemente regolamentata, perché vede contrapporsi due diritti/doveri: quello di tutelare la dignità dei beni culturali da un lato e quello di una informazione libera da censure dall’altro", continuano D'Oriano e Carrera. "L’ideale sarebbe che le emittenti televisive trasmettano alle Soprintendenze preventivamente l’intera scaletta dettagliata della trasmissione, così da poter valutare se i monumenti e gli archeologi della Soprintendenza si troveranno in buona o pessima (come nella puntata di Linea Verde) compagnia. Ma ciò si pone appunto in quella zona grigia tra i due diritti/doveri sopra accennati: è difficile che una emittente accetti di inviare l’intera scaletta della trasmissione, trincerandosi dietro la libertà di informazione. Ma noi in futuro ci proveremo", concludono i due archeologi. Questo lo sfogo della Soprintendenza, ma non è il solo. Un altro sfogo, sempre dello stesso tenore, arriva dalla ricercatrice Rita Borioni che è stato ribattuto da molti colleghi e colleghe sia nelle proprie bacheche che nei gruppi dedicati all'Archeologia e alla ricerca scientifica in materia. Una vera e propria "sommossa" popolare sul web.