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Cronaca

Olbia: Don Raffatellu in prima linea per la causa "Insieme ai sacerdoti"

Olbia: Don Raffatellu in prima linea per la causa
Olbia: Don Raffatellu in prima linea per la causa
Olbia.it

Pubblicato il 30 December 2018 alle 10:06

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Olbia, 30 dicembre 2018- Il sorriso rassicurante, dietro gli occhiali uno sguardo arguto e sempre giovane. La gestualità pacata e affettuosa che ti fa sentire accolto, compreso, fanno di lui un sacerdote speciale. Don Andrea Raffatellu, Vicario del Vescovo della Diocesi di Tempio Ampurias, Sebastiano Sanguinetti, è il parroco della Sacra Famiglia di Olbia.

Con il suo grande ed instancabile lavoro ha fatto della "Casa di Accoglienza Arcobaleno" di Olbia, da lui diretta, un posto da cui faticosamente ripartire dopo aver toccato il fondo della dipendenza e dell'esistenza.

Nata come Associazione nel 1982, quando era vice parroco, oggi per tanti giovani tossicodipendenti la casa di accoglienza è una vera oasi di pace e speranza dove ritrovare sé stessi, il senso pieno della vita necessario per trovare la forza di uscire da quell'abisso esistenziale che è la droga.

Molto amato dai suoi fedeli e dagli olbiesi, anche per questo don Andrea nel 2009 ha ricevuto “Il premio della bontà Antonio Degortes” assegnatogli da tutti gli olbiesi che hanno riconosciuto in lui grandi doti umane.

La Comunità "Arcobaleno”, sostenuta anche grazie ai fondi 8xmille della Chiesa cattolica, è una casa per ricominciare. Dieci stanze, con tre letti ciascuna, il soggiorno, l’aula computer, la grande sala da pranzo, la cucina e la falegnameria, accolgono i ragazzi che hanno costruito tutti i mobili della casa, così come le porte, le ringhiere e tutto quello di cui c’era bisogno. E poi la serra per i pomeriggi lunghi e l’orto, dove la fatica della cura dei prodotti della terra ti fa dimenticare tutto quello che non serve più ricordare.

“Persone che hanno perso la propria personalità per varie dipendenze da droghe, alcol, gioco – spiega Don Andrea- si rivolgono alla Casa per trovare un aiuto. A volte sono già grandi, la media è intorno ai 40 anni, perché la comunità, purtroppo, è l’ultima spiaggia”.

Il risultato di questo impegno faticoso e intelligente, così come lo ha definito lo stesso don Raffatellu, è che il 30% delle persone passate da lì ce l’ha fatta, superando con successo il programma di disintossicazione che dura due anni e mezzo. Davanti a questi risultati, la fatica di quarantuno anni spesi al servizio degli altri scompare perché “l’esperienza stessa della comunità dà il senso pieno della vita- conclude Don Andrea -Se abbiamo dato tanto come volontari abbiamo ricevuto altrettanto. Smettere di drogarsi non è la cosa più difficile; difficile è formare personalità libere e forti: è questo che cerchiamo di fare in comunità.”

Anche quest'anno Don Andrea Raffatellu ha deciso di scendere in campo per un'altra buona causa:la campagna di comunicazione per le Offerte Insieme ai sacerdoti, promossa dal Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica.

L’iniziativa “Insieme ai Sacerdoti” si avvale del supporto di una rete di 225 incaricati diocesani che, con la collaborazione dei referenti parrocchiali, affiancano i parroci nella sensibilizzazione al tema.

Le Offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a nome proprio o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le Offerte e l’8xmille vengono allora in aiuto alla quota capitaria.

L’8xmille oggi è strumento ben noto e non costa nulla di più ai fedeli. Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione: comportano un piccolo esborso in più, ma indicano una scelta di vita ecclesiale. Tuttora le Offerte coprono circa l’1,8% del fabbisogno e per remunerare il clero diocesano bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Ma il loro significato indica un’ulteriore consapevolezza e partecipazione alla vita di tutte le comunità italiane, oltre che della propria. I contributi versati vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani. Assicura così una remunerazione mensile che va dagli 870 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.354 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Le Offerte oggi sostengono anche circa 3 mila preti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa per il Vangelo e per i fratelli, oltre che circa 600 missionari nel Terzo Mondo. Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno.

L’anno scorso 78.289 fedeli hanno effettuato una donazione per il sostentamento dei sacerdoti. Non molte se paragonate al numero dei cattolici italiani, ma sono Offerte comunque molto preziose in quanto rappresentano uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale, scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei 35mila sacerdoti diocesani.

Infatti da 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste Offerte. Nel 2017 sono state raccolte 102.820 Offerte, per un totale di 9.609.811,21 euro.

È tempo di guardare ai sacerdoti non come a persone che possono fare tutto, ma a ministri dei sacramenti e annunciatori del Vangelo che hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità che servono. E che sono affidati ai fedeli per il sostentamento -afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione CEI per il sostegno economico alla Chiesa- Anche Papa Francesco ci ricorda l’importanza di questa vicinanza ai nostri preti. L’Offerta è un contributo speciale, da introdurre stabilmente nella nostra vita cristiana, ripetendolo qualche volta l’anno, perché ci incammina su una nuova strada di comunione con la Chiesa. Basterà anche un piccolo importo, ma donato in tanti, perché raggiunga tutti i preti diocesani in Italia, non soltanto il nostro”.