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Cronaca

Olbia, discariche abusive e privacy. Nizzi: impossibile risolvere

Olbia, discariche abusive e privacy. Nizzi: impossibile risolvere
Olbia, discariche abusive e privacy. Nizzi: impossibile risolvere
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 September 2019 alle 20:40

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Olbia, 25 settembre 2019 - Il territorio olbiese è sempre più sporco a causa delle discariche abusive che proliferano e pullulano in ogni dove: è un dato di fatto di cui gli olbiesi sono consapevoli, eppure nulla si muove.

Perché? A giudicare dalle ultime esternazioni del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, non ci sarebbe nulla da fare.

Sembra una boutade, ma non lo è: la dichiarazione è stata rilasciata pubblicamente durante un convegno e a riportarla è stata la Nuova Sardegna.

Poche righe, ma significative: il Sindaco, intervenendo al convegno organizzato dagli avvocati e dedicato proprio alla tutela ambientale, ha lanciato un allarme legato "all’impossibilità di risolvere il problema dell’illecito abbandono di rifiuti che sta determinando ingenti danni all’ambiente".

Cosa renderebbe impossibile combattere le discariche e i lanciatori di sacchetti? La Nuova, nella frase successiva, dice che il problema sarebbe niente popò di meno che la privacy, la qualeimpedirebbe di mettere telecamere ovunque.

Ebbene sì: in un Comune dove le discariche rappresentano ormai un problema di salute pubblica/ambientale e dove i luoghi di scarico sono ben noti da tempo, la "privacy" diventerebbe materia ostativa alla repressione dei danni ambientali.

Torniamo un po' indietro nel tempo.

A settembre 2016, il Comune lanciò un'azione repressiva senza precedenti con l'utilizzo di telecamere nascoste e conseguente pubblicazione tramite l'uso dei camion vela dei "lanciatori di sacchetti".

Un'azione che, in seguito, non si è ripetuta: i problemi di "Privacy" si sono per caso verificati in questa occasione? Ci sono stati dei ricorsi?

Al momento queste domande sono senza risposta.

Ci permettiamo, però, di dare qualche suggerimento all'Amministrazione Nizzi - visti e considerati anche gli ultimi avvenimenti legati alla Ztl.

Le telecamere per pizzicare i lanciatori di sacchetti possono essere usate: lo dice il Garante della Privacy nella sua relazione annuale del 2015, precisamente a pagina 55.

In relazione al trattamento di dati personali effettuato tramite videosorveglianzadai comuni, tra i molteplici riscontri forniti, si segnalano le indicazioni rese ad unComune abruzzese che aveva formulato un quesito in ordine all’utilizzo di “fototrappole” per monitorare l’abbandono incontrollato di rifiuti nelle zone periferichedel territorio comunale; sul punto, l’Ufficio ha fatto presente che l’utilizzo di sistemidi videosorveglianza risulta lecito con riferimento alle attività di controllo volte adaccertare l’utilizzo abusivo di aree impiegate come discariche di materiali e disostanze pericolose e a monitorare il rispetto delle disposizioni concernenti modalità, tipologia ed orario di deposito dei rifiuti, la cui violazione è sanzionata amministrativamente, qualora non risulti possibile, o si riveli non efficace, il ricorso astrumenti e sistemi di controllo alternativi.

Dunque, se tutti gli altri strumenti alternativi (controlli, incrocio banche dati, pattugliamenti e così via) non risultano efficaci, il Comune può usare gli occhi elettronici per individuare coloro che danno vita alle discariche abusive.

Il Garante della Privacy conferma tale orientamento anche nel 2016 e nel 2017, sempre nella Relazione annuale, specifica ulteriormente i termini di applicazione delle norme, in particolare riferendosi all'informativa minima che deve accompagnare gli occhi elettronici.

In questoambito, un caso oggetto di segnalazione ha riguardato la presunta assenza di informativa rispetto ad un sistema di videosorveglianza collocato in un piazzale per controllare il regolare deposito dei rifiuti. Dalle informazioni acquisite, è risultato cheil cartello recante l’informativa era stato collocato, in modo ben visibile anchedurante le ore notturne, a qualche decina di metri dall’area interessata dal raggio diazione della telecamere e pertanto il trattamento dei dati è stato ritenuto conformealla disciplina in materia di protezione dei dati personali.

È stato in particolare evidenziato che il supporto con l’informativa non deve essere necessariamente collocato a stretto contatto con gli impianti, ma nelle sue immediate vicinanze e comunque, prima dell’area interessata dalle riprese (cfr. punto 3.1. del citato provvedimento generale). In casi come quello descritto, anche quando il sistema di videosorveglianza è impiegato per la prevenzione dei reati ambientali (riconducibile all’ambitoapplicativo dell’art. 53 del Codice e per ciò stesso quindi esonerato dall’obbligo diinformativa), si è ritenuto di raccomandare agli enti pubblici di collocare comunquei cartelli contenenti l’informativa perché rendere palese l’utilizzo dei sistemi divideosorveglianza può, in molti casi, svolgere una ulteriore ed efficace funzione dideterrenza, oltre quelle specificamente perseguite

Questo è ciò che dice il Garante della Privacy: tutelare l'ambiente attraverso gli occhi elettronici si può fare, purché si rispettino alcune regole.

La privacy e il trattamento dei dati sono una materia delicata sulla quale non si può scherzare: il Comune lo ha imparato a sue (nostre!) spese proprio con la Ztl.

Una delle motivazioni che ha portato all'annullamento delle multe è stata proprio la mancanza dell'informativa minima che avvertiva l'utenza delle telecamere e del successivo trattamento dei dati.

Ciò però non significa che non si possa avere una Ztl e infatti, con i cartelli a posto, la Ztl è divenuta regolare su questo particolare punto.

Parimenti, con il rispetto delle regole e dopo aver constatato che gli altri metodi non funzionano, anche per l'abbandono di rifiuti possono essere usate le telecamere

Sta al Dpo, a precisa domanda istituzionale, spiegare al Comune come fare per pizzicare i trasgressori senza violare le norme sulla privacy.

Non sarà facile, vista e considerata l'estensione del Comune di Olbia (verosimilmente è improbabile pensare all'installazione di 1000 telecamere), ma con un po' di creatività (e di ispirazione presa da altre esperienze) ce la si può fare.

Volere è potere.