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Cronaca

Olbia, viaggio alla ricerca di un WC: l'odissea di Francesco

Olbia, viaggio alla ricerca di un WC: l'odissea di Francesco
Olbia, viaggio alla ricerca di un WC: l'odissea di Francesco
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 June 2018 alle 20:02

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Olbia, 18 giugno 2018 - Sei una persona con disabilità? A Olbia corri il rischio di fartela addosso mentre cerchi un bagno accessibile. Ebbene sì: forse la forma non sarà elegante, ma questo è in parole povere quanto è successo a Francesco Nurra, un ragazzo di Sassari con disabilità motoria che nella giornata di ieri, dopo una manifestazione, desiderava solo mangiare un boccone e usufruire di un servizio insieme a un suo amico.

Il pellegrinaggio alla ricerca di un Wc accessibile è iniziato in Piazza Mercato e si è concluso, mestamente, all'Isola Bianca di Olbia dopo quasi due ore di cammino sotto il sole cocente: mestamente perché il bagno è stato sì trovato, ma la cucina del ristorante era chiusa e dunque niente boccone.

"Abbiamo girato in lungo e in largo - racconta al telefono Francesco Nurra -. Una ragazza ci ha aiutato indicandoci dei locali nuovi, ma i locali nuovi non erano a norma. Abbiamo visitato circa 20 locali e l'unico accessibile che abbiamo trovato era al porto ed era nel ristorante di una persona già sensibilizzata alla problematica".

La combinazione dell'inaccessibilità, a Olbia, ha molte varianti e tocca - purtroppo - anche i locali di nuova fattura. A volte non c'è la pedana, a volte ci sono i gradini, a volte il bagno accessibile c'è ma non è accessibile perché ci sono delle barriere architettoniche e così via.

"Siamo tornati al punto di partenza tra le 15:30 e le 16, in Piazza Mercato - continua Francesco Nurra -. Sono completamente ustionato perché non ci sono alberi né ombra. Non credo che questo problema tocchi solo me. Penso soprattutto agli olbiesi". A tutti coloro che, tutti i giorni, incappano in queste problematiche e magari - aggiungiamo noi - non ne parlano.

L'argomento, però, non deve limitarsi alla disabilità motoria: poiché le disabilità sono di tanti tipi (e non sempre individuabili a occhio nudo), servirebbe più sensibilità da parte di tutti per rendere le città a misura di persona e non dei percorsi ad ostacoli. Ad esempio, a Olbia mancano dei percorsi tattili per le persone cieche e manca, nel counter del passaggio pedonale in via Principe Umberto, un segnale acustico; mancano indicazioni chiare per i cosiddetti "normodotati", figuriamoci le persone con disabilità.

Insomma, siamo indietro anni luce rispetto a ciò che dovremmo essere nel 2018: una città accogliente nel vero senso del termine, accogliente per tutti e in particolare per i suoi cittadini (e non solo per i turisti).

Del resto, dato che parliamo di una cultura che evidentemente deve essere costruita, Francesco Nurra è pronto a confrontarsi con le autorità locali e in particolare il sindaco Nizzi a cui è indirizzata la lettera aperta che qui vi proponiamo integralmente.

Appello al Comune di Olbia e agli altri Comuni della Sardegna.

Alla Cortese attenzione del Sindaco, del consiglio comunale, dei gruppi e dei movimenti politici ad esso interni ed esterni, delle associazioni e delle singole persone,

Possiamo parlare di ableismo istituzionale se una persona con disabilità motoria va ad Olbia per mangiare e quando deve andare in bagno riesce a non farsela addosso per puro miracolo dopo una ricerca estenuante di quasi un'ora e mezza per le vie del centro?

Quella persona sono io. In questo viaggio nel girone infernale di chi non può pisciare perché certi progettatori di barriere architettoniche sono molto sadici, mi ha accompagnato il mio amicoCharles, mio grande aiutante nella ricerca del luogo adatto per andare in bagno.

I casi sono stati principalmente tre: luoghi con scale e bagno inaccessibile, luoghi con qualche scalino o scalone e un bagno accessibile all'interno (esatto, esistono anche questi casi) e luoghi senza scalini ma con bagno inaccessibile.

Il percorso è stato di circa 1,5-2 km percorsi però in lungo e in largo alla ricerca di un locale accessibile con bagno accessibile.

Dopo aver percorso la via dei bar (a quanto pare nuovi) siamo dovuti andare fino alla zona del porto per trovare l’unico ristorante accessibile e fruibile nel raggio di chilometri. Purtroppo ci saremmo anche fermati a mangiare, ma la cucina alle 15.30-16.00 era chiusa. Questo perché la ricerca estenuante ha prodotto anche tale risultato.

Tuttavia, bisogna fare degli sforzi ed essere costruttivi, nonostante le sofferenze dei reni e delle vesciche. Vorrei quindi dare un’informazione all’amministrazione comunale e agli esercenti del comune di Olbia: esistono, ad esempio, associazioni che adottano soluzioni di aiuto agli esercenti per quanto riguarda l'accesso dei luoghi. Un esempio recente di quanto possa essere fatto è questohttps://www.uildm.org/negozi-più-accessibili-sassari

Credo sia una soluzione immediata che andrebbe a vantaggio sia delle singole persone con disabilità che dei negozianti.

È facile mettere da parte una visione degli spazi escludente ed esistono dei mezzi non costosi per farlo. Questo può essere fatto non solo a Sassari, ma in ogni Comune della Sardegna in sinergia coi piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche.

Sono sicuro che il Comune di Olbia abbia adottato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, perciò nel pieno rispetto di questa Convenzione, che mira a non essere una carta di intenti ma una realizzazione concreta di obbiettivi politici, Olbia DEVE, insieme ai suoi abitanti, provvedere ad APPLICARE questa Convenzione.

Franesco Nurra