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Olbia, cozze inquinate: chiesti chiarimenti a Provincia e Arpas

Olbia, cozze inquinate: chiesti chiarimenti a Provincia e Arpas
Olbia, cozze inquinate: chiesti chiarimenti a Provincia e Arpas
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 October 2018 alle 19:16

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Olbia, 18 ottobre 2018 - L'inquinamento delle cozze di Olbia allevate nei pressi della foce del Rio Padrongianus è un argomento che inizia ad essere scottante.

Il Consorzio Molluschicoltori di Olbia, guidato da Mauro Monaco, ha spedito una Pec molto importante in cui si formula una domanda ben precisa a una serie di enti pubblici: cosa è successo al Golfo di Olbia?

In tre campioni prelevati in tre allevamenti diversi nei pressi della foce del Rio Padrongianus sono stati trovati valori molto elevati di escherichia coli nelle cozze: per questo il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha emesso un'ordinanza urgente e temporanea che vieta la raccolta e il consumo delle cozze allevate in quelle specifiche acque.

Il sospetto è che qualcosa abbia alterato i valori del Golfo e per questo il CMO ha chiesto ufficialmente lumi, tramite Pec, alla Provincia di Sassari-Zona Omogenea Olbia-Tempio Settore Ambiente Nord Est e all'Arpas.

Per conoscenza, tale Pec è stata spedita anche al Responsabile del Servizio Acque e Suolo della Provincia di Sassari-Zona Omogenea Olbia-Tempio, al sindaco di Olbia Settimo Nizzi, alla Assl Olbia (Dipartimento di prevenzione servizio igiene allevamenti e produzioni zootecniche), ai Carabinieri del NOE di Sassari, al Corpo Forestale della Sardegna e all'Assessorato Regionale all'Agricoltura.

Cosa dice, però, questa Pec? Ecco la domanda che il CMO pone a questi enti: "Si richiede a codesti enti se nel periodo 20/09/2018 al 16/10/2018, si sono verificati eventi anomali di origine antropica tali da determinare un elevato inquinamenti microbiologico del Golfo di Olbia, con particolare riferimento al Rio Padrongianus".

La lettera va avanti: "Qualora ciò fosse avvenuto, si ricorda che l'eventuale inquinamento di un corpo idrico è potenzialmente riconducibile a un reato ambientale oltre ad essere pregiudiziebole della salute dei cittadini, e chi ne fosse a conoscenza ha il dovere di comunicarlo all'autorità giudiziaria".

Ora, il Cmo attende una risposta, ma anche la Città di Olbia che ama le cozze e i suoi mitilicoltori: cioè l'unica parte lesa di tutta questa storia.