Olbia - L'Esercito, con la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco, continua a occuparsi della pulizia dei canali e soprattutto del trasporto di tutti i sedimenti che l'acqua ha portato a valle, all'interno della
piana alluvionale oggi chiamata "
Città di Olbia": una zona fortemente urbanizzata, cresciuta praticamente sull'acqua. In tanti si sono chiesti
se sarebbe mai avvenuto un disastro simile
se si fosse proceduto alla pulizia dei canali. Vero è che i corsi d'acqua "chiusi" in contesti urbani rappresentano
sempre un pericolo latente: l'acqua, infatti, non si può fermare e - in condizioni estreme - si riprende sempre quello che era, in tempi remoti, il suo spazio. Ma al di là delle congetture e delle constatazioni ovvie, è impressionate notare quante "cose" l'acqua può trasportare. In questi giorni, con la "normalizzazione dell'emergenza", si è proceduto alla pulizia dei corsi d'acqua. Dai fiumi olbiesi è stato tolto di tutto, persino le auto. Ciò che impressiona, però, è la
quantità di sedimenti che l'acqua del 18 Novembre è riuscita a trasportare. I sedimenti sono ben visibili a Tannaule, nel terreno situato
all'incrocio tra via del Rubino e via dell'Acqua Marina. Qui, ogni giorno, vengono scaricati cumuli e cumuli di sabbia, fanghi e altri sedimenti organici. Una montagna fine e impalpabile che, a causa dell'esondazione, è finita in centinaia di case. Gli abitanti di Tannaule guardano con tristezza quei cumuli e si chiedono quando e se verranno smaltiti.