Thursday, 28 March 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Olbia, concessioni balneari: il TAR Lecce mette fine a discussioni

Olbia, concessioni balneari: il TAR Lecce mette fine a discussioni
Olbia, concessioni balneari: il TAR Lecce mette fine a discussioni
Olbia.it

Pubblicato il 01 December 2020 alle 18:43

condividi articolo:

Olbia, 01 dicembre 2020 - La vicenda delle concessioni balneari, che ha tenuto banco per mesi a causa della contrapposizione tra la Federbanleari e il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, potrebbe essere giunta alla conclusione grazie a una sentenza emessa dal Tar di Lecce che sancisce l'obbligo per i dirigenti della Pubblica Amministrazione di estendere le concessioni demaniali al 2033. Soddisfatta la Federbalneari, ma anche il Sib Sardegna.

Federbalneari Italia esprime piena soddisfazione per la storica pronuncia del Tar di Lecce che conferma la validità dell’estensione delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033 nel Comune di Castrignano del Capo.“La legge non si può violare e non si possono attuare le gare basandosi su una presunta indefinizione del quadro concessorio italiano – dichiara Marco Maurelli, Presidente Federbalneari Italia – è evidente che ci troviamo di fronte ad una materia da riordinare ma nessuna gara è possibile prima di tale riordino. Le due norme dello Stato non possono essere più violate”.

Federbalneari Italia è certa che il Governo debba chiarire alle Regioni, nel minor tempo possibile, l’importanza di determinare una fase transitoria che terminerà al 2033 così come indicato dalla Sentenza della Corte di Giustizia europea nel 2016, con il mandato di riformulare il nuovo impianto regolatorio delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali solo a partire dal 2034, dopo il necessario vaglio europeo che spetterà al Governo. "Auspichiamo, quindi, che la legge non sia più violata da nessun ente concedente e che il comune di Lecce e altri comuni come quello di Olbia, ingiustificatamente dubbiosi, procedano subito ad estendere le concessioni ferme al 2020 per liberare gli investimenti e le potenzialità turistiche ed economiche che caratterizzano questi territori e per evitare gravi danni economici al turismo ed al suo indotto”.

“Dopo 10 anni di mancato riordino lo Stato deve darci una materia riorganizzata a decorrere dal 2034 – prosegue Maurelli – Da questo punto di vista, anche dopo la pronuncia molto chiara del TAR di Lecce, si conferma la necessità di aprire una nuova fase di censimento formale delle concessioni e delle aree demaniali ancora disponibili, per mettere a sistema l’intero comparto turistico balneare italiano e ripristinare la sua competitività e del suo indotto anche alla luce del quadro pandemico. In proposito siamo certi che la Conferenza Stato-Regioni di prossima convocazione saprà fornire alle Regioni un segnale chiaro in questo senso”.

Segue Federbalneari Sardegna con il presidente Isoni: "siamo in procinto di incontrare la Sottosegretari On. Bonaccorsi per chiudere la partita entro dicembre". Aggiunge il segretario regionale Claudio Maurelli: "siamo soddisfatti anche perché nella sentenza di parla anche della inadeguatezza della circolare del Ministero Infrastrutture scritta peraltro da un dirigente in uscita. Questo fa comprendere la chiara volontà da parte del Governo e della Regione Sardegna di salvare coste e famiglie sarde. Ora tocca ai comuni convenire o venire commissariati. Mai come ora siamo orgogliosi di questa collaborazione col Ministero e Regione. Pochi giorni e il turismo sarà salvo" conclude Maurelli.

Claudio del Giudice, Presidente del SIB Sardegna (Sindacato Italiano Balneari Confcommercio) esprime grande soddisfazione per la autorevole sentenza n. 1321 del 27 novembre 2020 del TAR di Lecce, redatta e firmata dallo stesso Presidente del TAR Antonio Pasca, la quale chiarisce finalmente
in modo forte e inequivocabile che non spetta alla pubblica amministrazione disapplicare una norma, ancorché da essa ritenuta in eventuale contrasto con una direttiva europea. "Al contrario, la norma nazionale risulta in ogni caso vincolante per la pubblica amministrazione, nello specifico per il dirigente comunale, che sarà tenuto ad osservare la norma di legge interna e ad adottare i provvedimenti conformi e coerenti con la norma di legge nazionale: nel caso di specie, i provvedimenti necessari ad applicare la legge n.145 del 30 dicembre 2018 che stabilisce la validità dei titoli concessori demaniali vigenti sino al 31/12/2033", si legge nella nota.

Infatti "risulterebbe del tutto illogico ritenere che il potere di disapplicazione della legge nazionale, attribuito prudentemente al Giudice dell’ordinamento interno e dall’ordinamento euro-unionale e supportato all’uopo dalla specifica attribuzione di poteri ad esso funzionali e prodromici, si ritenesse viceversa sic et simpliciter attribuito in via automatica e addirittura vincolata al dirigente comunale che non dispone della possibilità di ricorrere all’ausilio di tale facoltà".

Inoltre, “la disapplicazione vincolata ed automatica disposta alle singole pubbliche amministrazioni determinerebbe una situazione caotica ed eterogenea, nonché caratterizzata in ipotesi di disparità di trattamento tra gli operatori a seconda del comune riferimento".

Altresì, la sentenza sottolinea la eventuale “configurazione del provvedimento amministrativo conforme alla legge nazionale in contrasto con la norma euro-unionale come provvedimento illegittimo e non già come nullo”, mentre “non appare viceversa condivisibile quanto all’accennato obbligo posto a carico dell’amministrazione di disapplicare la norma nazionale, ritenendosi viceversa tale attività riservata solo ed esclusivamente al giudice”.

"La legge n.145 del 30/12/2018 che dispone la validità delle concessioni demaniali vigenti al 31/12/2033 (c.d. Legge Centinaio), i recenti provvedimenti governativi che ne ribadiscono e rafforzano la validità, sono leggi dello stato pienamente vigenti e vanno applicate: in caso contrario si potrebbero concretamente configurare avverso i funzionari inadempienti, profili di responsabilità erariale e azioni risarcitorie da parte degli imprenditori balneari danneggiati. La recente delibera della Giunta regionale della Sardegna e la susseguente determinazione applicativa del direttore generale dell’Assessorato agli Enti Locali RAS consolidano ulteriormente questo orientamento. Ora auspichiamo fortemente che le amministrazioni competenti provvedano a concludere le istruttorie delle istanze già presentate dai concessionari della Sardegna e a rilasciare i relativi provvedimenti nei termini amministrativi previsti, e comunque non oltre il 31.12.2020, onde evitare ulteriori danni ad un settore già martoriato dalla emergenza pandemica al pari degli altri, oltre che dalle incertezze che bloccano la fattibilità di piani di investimento e le pratiche di finanziamento creditizio", conclude la nota stampa del Sib.