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Cronaca

Olbia. Il Comune non paga la Legge 20: olbiesi sul piede di guerra

Olbia. Il Comune non paga la Legge 20: olbiesi sul piede di guerra
Olbia. Il Comune non paga la Legge 20: olbiesi sul piede di guerra
Angela Galiberti

Pubblicato il 24 October 2016 alle 19:10

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Olbia, 24 Ottobre 2016 - A poco più di un anno dalla risoluzione dell'atavico problema, vale a dire il pagamento dei contributi della Legge 20, gli olbiesi tornano sul piede di guerra. A lanciare un grido (forte) d'aiuto è Walter Casu, presidente del grupo Fb "Beneficiari Legge 20 Olbia", un gruppo che conta circa 1000 aderenti.

Per capire perché Walter Casu e tanti altri olbiesi sono sul piede di guerra bisogna fare una piccola cronistoria. Nel 2015, le persone beneficiarie della legge 20 e rispettive famiglie sollecitaronoil Comune di Olbia per avere i pagamenti mensili di questo sostegno. Di questo problema si interessò personalmente l'allora presidente del consiglio comunale, Vanni Sanna, incontrandogli olbiesi interessati dal problema in una riunione il 4 Febbraio 2015.

In seguito, nel mese di Maggio, tutto il consiglio comunale olbiese si prese l'impegno di risolvere il problema, facendo anticipare le somme dovute dalla Regione. L'impegno venne rispettato: per più di un anno, i beneficiari della legge 20 hanno ricevuto mensilmente il sostegno a cui hanno diritto.

Il sistema ha funzionato fino allo scorso 20 settembre, poi si è inceppato tutto. Di nuovo. "Il Cim presenta al comune i piani terapeutici per tutti i pazienti della città, che sono circa 200 - afferma Walter Casu -, poi il Comune prepara i mandati, che sono sulle spalle di un solo dipendente. Sappiamo che questi mandati di pagamento sono pronti, ma che il Comune non vuole più anticipare i soldi della Regione".

Proprio la Regione Sardegna, qualche giorno fa, ha annunciato che i fondi sono stati trovati: "Cinque milioni di fondi della Politiche sociali sono pronti per essere trasferiti ai Comuni per il 2016 a copertura delle cosiddette leggi di settore. Si tratta di fondi che si aggiungono ai 35 milioni finora erogati nel 2016. Sono 33868 le persone beneficiarie di leggi di settore, tra talassemici, emofilici, emolinfopatici, nefropatici, persone affette da neoplasie maligne e i sofferenti mentali (ex legge 20/97). Con questi trasferimenti i Comuni potranno dare concrete risposte al fabbisogno degli ultimi mesi dell'anno - si legge sul sito della Regione Sardegna -.L’iter prevede che le risorse vengano pagate alle amministrazione comunali che hanno presentato rendicontazione (ad oggi 297 Comuni su 377): dopo il passaggio ai Servizi finanziari della Regione, i fondi saranno trasferiti e potranno essere immediatamente utilizzabili dai Comuni, secondo l’ordine di priorità stabilito da ogni amministrazione".

Proprio per questo motivo, Walter Casu, chiede un sacrificio da parte del Comune. "Chiediamo che si intervenga immediatamente, perché molti utilizzano questo sostegno per pagare l'affitto o le bollette. Si tratta di un contributo economico e può essere speso come si preferisce - continua Walter Casu -.Se il Comune si è preso un impegno per due anni e se i soldi arrivano tra due mesi, può fare un piccolo sacrificio. Hanno fatto una promessa nel 2015 e non è stata mantenuta. Faccio unappello anche ai consiglieri ai consiglieri regionali Fasolino, Meloni, Zanchetta e Satta: devono intervenire su questo caso perché si devono impegnare di più".

Infine una richiesta all'assessorato alle Politiche Sociali: "Il front office deve essere più gentile e informato. Ci devono saper dire cosa sta accadendo. Non vogliamo bugie, solo la verità. Noi siamo in attesa, ma il mutuo o le bollette non aspettano!".