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Olbia, Commissione UE in visita: più collaborazione, più semplificazione

Olbia, Commissione UE in visita: più collaborazione, più semplificazione
Olbia, Commissione UE in visita: più collaborazione, più semplificazione
Angela Galiberti

Pubblicato il 17 July 2013 alle 18:14

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Olbia – Sono stati tre giorni veramente intensi per la delegazione della Commissione europea Sviluppo regionale che, il 15/16 /17 Luglio, ha passato in rassegna la Corsica e la Sardegna andando direttamente a incontrare i rappresentanti istituzionali dei due territori. Il viaggio istituzionale di questa Commissione europea dedicata alle regioni europee e al loro sviluppo, che si è concluso ad Olbia questa mattina, non è stato programmato per caso. A sottolinearlo è l'europarlamentare olbiese Giommaria Uggias, che ha fortemente voluto questa serie di incontri istituzionali in terra corsa e sarda. “Mercoledì scorso abbiamo approvato un regolamento molto importante – ha detto l'europarlamentare Uggias – che tratta della gestione dei fondi europei. Con questo nuovo sistema si dovrà aprire un tavolo e realizzare un paternariato tra tutti i settori sensibili per renderli protagonisti della programmazione 2014-2020. In questo modo rovesciamo completamente il sistema sin qui adottato”. Il sistema di cui parla Uggias è quello che vede la Regione protagonista delle scelte, mentre i cosiddetti “stakeholders” - i portatori di interesse, rimangono ai margini dei tavoli decisionali senza avere reale voce in capitolo. “Già adesso la Regione Sardegna sta aprendo dei tavoli per la programmazione dei fondi – ha raccontato Uggias – ma a questi tavoli sono invitati in pochi e, in ogni caso, è la Regione che propone le soluzioni. Credo che la Sardegna meriti scelte diverse, più coraggiose. Non si esce dalla crisi con le solite vecchie ricette che stanno di nuovo proponendo”. Dunque, la programmazione dei fondi 2014-2020 non è un argomento futuro, ma un fatto del presente. Alla luce di ciò, la visita della delegazione europea assume un significato del tutto particolare. Per una volta è l'Europa a visitare le regioni europee, ad ascoltare i problemi e a prendere nota delle soluzioni. Ma, su questo punto, non bisogna farsi troppe illusioni. “Il Mediterraneo è una parte molto importante dell'Europa – ha detto l'onorevole Kostanze Krehl, co-relatrice del regolamento approvato mercoledì scorso – ma ci sono tante altre regioni importanti in Europa a cui dobbiamo dare ascolto. E' importante che gli Stati membri collaborino tra di loro, dobbiamo approfondire e diffondere questa idea della collaborazione”. In pratica, l'Europa c'è – ma non può fare tutto da sola: ci vogliono gli Stati, le Regioni, le Province, i Comuni, gli operatori economici: tutti questi attori devono poter fare qualcosa e collaborare affinchè i fondi europei arrivino sul territorio e vengano effettivamente spesi per ciò che servono. Attualmente il problema maggiore non è attrarre i fondi. Le regioni europee effettivamente riescono a portare nelle proprie casse un notevole quantitativo di denaro. Il problema è fare uscire quel denaro dalle casse e riversarlo sul territorio. A questo servirà il nuovo regolamento approvato mercoledì scorso, il quale traccia una linea ben precisa su come gli stati dovranno muoversi. La parola d'ordine è, forse, semplificazione. Se i soldi arrivano in tempo nelle casse dell'ente pubblico, ma ci impiegano 3 anni ad arrivare nel conto dell'azienda evidentemente un problema grosso c'è – e non è solo da imputare al piccolo imprenditore che ha difficoltà a districarsi tra 200 moduli e 20 uffici. Il meccanismo di accesso ai fondi è effettivamente troppo complesso, il che rallenta la spesa dei soldi e ciò crea un danno enorme. Con questo nuovo regolamento le cose dovrebbero cambiare, perchè saranno direttamente i portatori di interesse a decidere la programmazione dei fondi 2014-2020. La Sardegna, che attualmente ha una performance di spesa che si aggira intorno al 50%, non può permettersi di perdere altri 7 anni. Specialmente su un settore fondamentale come i trasporti. Di questo, però, se ne parlerà a fine Ottobre, quando in Sardegna arriverà la relativa Commissione europea competente.