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Olbia, come sarebbe stata: l'Anfiteatro sportivo con vista sul mare

Olbia, come sarebbe stata: l'Anfiteatro sportivo con vista sul mare
Olbia, come sarebbe stata: l'Anfiteatro sportivo con vista sul mare
Angela Galiberti

Pubblicato il 06 April 2019 alle 13:55

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Olbia, 06 aprile 2019 - Come sarebbe stata Olbia, oggi, se i nostri politici del passato avessero avuto una visione più organica dello sviluppo della città? La settimana scorsa abbiamo iniziato un viaggio a ritroso nel tempo per cercare di rispondere a questa spinosa domanda.

Spinosa, diciamo, perché se è vero che con i se e con i ma non si fa la storia, solo conoscendo essa possiamo evitare di ripetere gli stessi errori del passato.

Ad aiutarci in questo viaggio è il plastico che, a partire dagli anni '70, lo Studio d'Equipe di Olbia ha realizzato e che è esposto nella sala conferenze dell'Istituto Tecnico Deffenu.

In questo plastico viene mostrata in tre dimensioni un'idea progettuale organica che lo studio olbiese - con alterne fortune e sfortune - ha provato a proporre più volte negli ultimi 40 anni.

Si tratta di una prima idea di PUC (Piano Urbanistico Comunale) molto avanzata per l'epoca e, nonostante tutto, ancora molto attuale se si considera che Olbia - anno 2019 - non ha ancora lo straccio di un piano urbanistico e continua a lavorare con un Piano di Fabbricazione (PdF) vecchio e - oseremmo dire - superato.

Oggi ci concentriamo ad analizzare una piccola porzione di città situata a Sud rispetto alla ideale linea centrale di Corso Vittorio Veneto: l'ex Artiglieria, lo Stadio Nespoli, la ferrovia di via Lupacciolu e parte della Sponda Sud (in particolare Via Redipuglia).

Partiamo dallo Stadio Nespoli: la casa dell'Olbia Calcio intitolata a Bruno Nespoli, portiere prematuramente scomparso durante una partita nel gennaio del 1960.

Siamo nei ruggenti anni '70, Olbia cresce tumultuosamente e all'epoca pare ci fossero dei finanziamenti per lo stadio.

Con quei fondi, in teoria, si potevano fare molte cose: la prima, magari, spostare la struttura in una zona più sicura visto che si trova a ridosso del Rio Seligheddu.

All'epoca, però, non c'era tutta questa consapevolezza del pericolo (l'alluvione del '79 è ancora lontana) e dunque lo stadio viene posizionato esattamente dove è adesso.

La proposta dell'architetto Cera non disconosce tale posizionamento, ma lo valorizza. Così, osservando il plastico, scopriamo "l'anfiteatro sportivo".

La "curva", oggi posizionata Est, viene spostata a Ovest creando uno stadio "vista golfo" con Tavolara sullo sfondo.

Particolari seducenti che, oggi, avremmo potuto "vendere" in contesti internazionali.

Invece, nisba: il suggerimento dell'architetto Cera - avanzato nel 1974 - è caduto drammaticamente nel dimenticatoio e la tribuna è vista "passaggio a livello".

Qualcuno potrebbe osservare che "la mentalità era diversa", ma noi - con umiltà - facciamo notare che sì la mentalità era "diversa", ma che la Costa Smeralda era già una locomotiva economica e quindi i politici dell'epoca non potevano dire di "non sapere" dove stava andando la Gallura.

Si è scelto, semplicemente, di rimanere ancorati a concetti urbanistici arretrati, rallentando de facto la rivoluzione olbiese.

Insieme all'anfiteatro sportivo, il plastico dà altri suggerimenti interessanti.

L'ex Artiglieria viene recuperata e trasformata in una cittadella sportiva, mentre la ferrovia accanto viene mutuata in un grande asse stradale che collega i principali servizi cittadini.

Questa idea fa parte di un progetto ferroviario organico che analizzeremo nei prossimi approfondimenti.

Altro particolare riguarda Via Redipuglia, trasformata in un porto turistico.

A tal proposito, una riflessione: è in itinere la riqualificazione della suddetta via. Il progetto è molto bello e donerà freschezza a uno dei lungomare più belli d'Europa.

Ci permettiamo, però, di fare una piccola osservazione: che senso ha proporre una tale riqualificazione senza toccare i quartieri che vi si affacciano? Ha senso riqualificare "a pezzi" senza un progetto organico a monte?

Nell'Urban Planning proposto dai cinesi, per ora in stand-by, quella zona veniva profondamente rivoluzionata in senso turistico.

Sappiamo che gli uffici comunali stanno predisponendo il nuovo PUC; secondo voci di corridoio sarebbe già pronto, anche se nessuno - né in maggioranza né in opposizione - l'ha ancora visto.

Questo misterioso PUC cosa prevede per quell'area? Attendiamo con ansia notizie in merito.

Intanto, proseguiremo con i nostri approfondimenti del passato.