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Cronaca

Olbia colpita al cuore, inondata la zona popolare di via Goceano

Olbia colpita al cuore, inondata la zona popolare di via Goceano
Olbia colpita al cuore, inondata la zona popolare di via Goceano
Olbia.it

Pubblicato il 27 November 2013 alle 12:30

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via-logudoro-zona Olbia - E' una zona popolare, ma anche di servizi. Ci sono due scuole superiori (il Liceo Classico e il Liceo Scientifico), un bar di tendenza, autofficine, l'Università della Terza Età e l'ingresso dell'ex-Artiglieria. In più i nomi delle sue vie sono presi in prestito dai territori della Sardegna: via Logudoro, via Barbagia, via Goceano e così via. Anche qui, proprio dietro la centralissima via Roma, l'onda di piena è arrivata. Per tre giorni l'esercito e la protezione civile hanno lavorato incessantemente per rendere almeno percorribili le strade. Il quartiere, che ha il suo interno anche le case popolari, è in una depressione che si trova a pochissimi metri dalla foce del fiume che, lunedì sera, ha vomitato una quantità incredibile di acqua e fango. Anche qui, come altrove, la gente non sapeva nulla di quello che stava accadendo e si è ritrovata di punto in bianco con i piedi e i mobili in ammollo. Una di queste persone è Giovanna Spanedda, 81 anni, residente in via Goceano. A raccontare questa storia è Pinuccia Deiana, una dei motori del centro raccolta Idrotermica Pinna che fino a stamattina ha lavorato senza sosta per garantire i beni di prima necessità agli alluvionati. Giovanna Spanedda è la madre di Pinuccia Deiana, una donna sarda e indipendente che, però, lunedì sera è stata salvata per miracolo dai suoi parenti. Anche lei, come tanti altri anziani e diversamente abili, è stata sollevata di peso e tratta in salvo da una finestra. Anche lei ha perso i ricordi di una vita. "Non so come ho fatto - ha detto Pinuccia Deiana - ma ho trovato il coraggio di buttare via tutto. Mia madre, salva per miracolo, non ha più niente". Togliere a una persona anziana le sue cose significa toglierle un pezzo importante di vita. Quella vita che, nei decenni, si è strarificata nei centrini, nei regali dei nipoti, nelle foto appoggiate sul comò, nei pezzi del corredo, nel servizio buono e nei vestiti della domenica. La famiglia di Giovanna Spanedda è arrivata in forze, quella sera, per salvarla. E sempre la famiglia di Giovanna Spanedda è andata a prendere i gommoni dal capannone di zona industriale per salvare i parenti e tante altre persone da quella conca dai nomi così belli. Merito di Tore Gala, il genero dal sangue freddo e dalle idee salvifiche.