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Cronaca

Olbia, città sull'acqua: scopriamo quanto distano le scuole dai fiumi

Olbia, città sull'acqua: scopriamo quanto distano le scuole dai fiumi
Olbia, città sull'acqua: scopriamo quanto distano le scuole dai fiumi
Angela Galiberti

Pubblicato il 03 December 2013 alle 10:30

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Olbia - Si è parlato tanto, in questi giorni, della scuola di Maria Rocca: la scuola elementare costruita sopra un fiume tombato. Fiume che, per dovere di cronaca, attraversa tutta Zona Bandinu e sfocia nelle "Cave di Pietra" sfiorando l'ex Tribunale. Maria Rocca è la sola scuola costruita sull'acqua, oppure ci sono altri casi simili? La distanza tra le scuole e i fiumi. Durante il passaggio del Ciclone Cleopatra, diverse scuole sono state danneggiate. Alcune sono state invase dall'onda di piena, altre hanno avuto delle infiltrazioni. La verità è che, spesso, le scuole sono state costruite sempre troppo vicino ai fiumi. Al di là delle leggi che si sono susseguite negli anni, i fiumi rappresentano sempre un potenziale pericolo: più lontani si costruisce, meglio è. Misurando con Google Earth le distanze che separano i fiumi dalle scuole olbiesi, si scopre che la maggior parte di quelle prese in esame si trovano piuttosto vicino ai canali. L'Ipia è a meno di 70 metri dal Rio Siligheddu, lo Scientifico e il Classico sono rispettivamente a 169 e 103 metri dal fiume "coperto" dal ponte di ferro, la Scuola di Santa Maria è a 155 metri, le medie di Isticcadeddu distano 177 metri dal canale più vicino. Gli edifici più lontani sono la scuola materna di via Veronese (1 km dal primo fiume) e le elementari di Isticcadeddu (335 metri). Un discorso a parte merita l'asilo di via Lupacciolu. L'asilo di via Lupacciolu e i canali di Tannaule. Se guardiamo con attenzione la cartina del PAI, scopriamo che Tannaule (un po' come tutta la piana di Olbia) era ed è una zona ricca di acqua. Ne sanno qualcosa i residenti di alcuni palazzi che, negli scantinati, hanno le pompe idrovore sempre accese per aspirare via l'acqua. L'asilo di via Lupacciolu è costruito vicino al depuratore e dista dal fiume Siligheddu 164 metri. Ma il rio Siligheddu non è l'unico canale della zona. Proprio nell'appezzamento dell'asilo vi era, in origine, un piccolo canale che confluiva nel rio Siligheddu. Su questo fatto abbiamo sentito Rino Piccinnu, assessore alle politiche sociali e responsabile degli asili. "Conosciamo bene la situazione dell'asilo di via Lupacciolu - ha detto Rino Piccinnu - abbiamo dovuto aprirlo in seguito all'inagibilità dei locali di Poltu Cuadu. E' progetto che proviene dal governo Nizzi. Durante l'alluvione, però, non abbiamo avuto grossi danni. Sono entrati pochissimi centrimetri d'acqua perchè la costruzione è dotata di vasche di compensazione che hanno fatto defluire l'acqua. Se avessi potuto decidere io, all'epoca, avrei chiesto ai privati dei terreni migliori. A quei tempi, però, non funzionava così. L'asilo verrà riaperto o questo fine settimana o la settimana prossima. Abbiamo qualche problema ai riscaldamenti, che sono sul pavimento". Rino Piccinnu ci ha tenuto a precisare che quella struttura non ha nessun problema di sicurezza perchè è costruita bene: l'edificio è poggiato sopra una sorta di palafitta e sono presenti delle vasche di compensazione. Due stratagemmi che permettono all'acqua di defluire senza arrecare danno alla struttura e chi ci sta dentro. Quell'asilo è stata l'unica struttura della Tannaule inondata a non essere stata toccata dalla piena. Ma perchè quell'asilo è lì? Quando tra Comune e lottizzante si cerca un accordo, entrambe le parti ottengono qualcosa. Il pubblico ottiene terreni oppure opere, il privato qualche vantaggio. In genere, in questi accordi si cerca di trovare un equilibrio, ma a volte può capitare che l'equilibrio non ci sia al 100%. E questo sembrerebbe il caso dell'asilo di via Lupacciolu. "All'epoca si tendeva a favorire il privato perchè questo creava lavoro - ha detto Rino Piccinnu - il problema è che così il Comune otteneva degli standard nei terreni peggiori. Se mi fossi trovato al loro posto, avrei detto no a quei terreni e avrei cercato di averne di migliori". Ecco spiegato il mistero.