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Cronaca

Olbia Città - Il titolo, lo stemma e il gonfalone. Successo al Museo Archeologico

Olbia Città - Il titolo, lo stemma e il gonfalone. Successo al Museo Archeologico
Olbia Città - Il titolo, lo stemma e il gonfalone. Successo al Museo Archeologico
Angela Galiberti

Pubblicato il 10 May 2015 alle 11:41

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Olbia, 10 Maggio 2015 - Grande successo ieri sera per la presentazione del volume "Olbia Città. Il titolo, lo stemma e il gonfalone" scritto dall'ex sindaco Giulio Careddu e pubblicato dall'Editrice Taphros di Dario Maiore. Un volume nato quasi per caso, grazie a una domanda di un cittadino pervenuta nella casella elettronica del palazzo comunale e che ha dato il via ad una ricerca storica culminata nel ritrovamento di un corposo faldone al cui interno erano custoditi appunti, lettere, preventivi, bozzetti. Una importantissima raccolta di documenti storici che raccontano come Olbia è riuscita ad ottenere il titolo di città.

Il faldone è finito, poi, nelle mani del sindaco Gianni Giovannelli che l'ha infine consegnato a Giulio Careddu, chiedendogli di trasformarlo in un libro. E così arriviamo a ieri sera: dopo due anni di lavoro e di intensa ricerca storica, ecco "Olbia Città. Il titolo, lo stemma e il gonfalone".

Il volume è ricco di documenti, racconti, aneddoti, cartine, foto storiche e personaggi che hanno fatto la storia di Olbia e del suo hinterland. A presentare questo ricchissimo prontuario di storia olbiese è stato lo storico Bachisio Bandinu, che ha voluto concentrare la sua analisi sul concetto di identità.

"Olbia, in Sardegna, è la città più predisposta per un discorso nuovo sul concetto di identità - ha detto Bachisio Bandinu -. Oggi il problema dell'identità è forse quello più studiato. Olbia si può dire che ha una identità liquida, non solida, plurale, di presenze molteplici. Ed è questa la sfida olbiese. La più interessante da analizzare poiché Olbia è l'unica città a poter vantare 70 provenienze geografiche diverse". Bachisio Bandinu ha invitato tutti a riflettere sul concetto di identità. Olbia è una città che ha sempre guardato in avanti, modellando sè stessa sul futuro più che sul passato ed è probabilmente questa la sua carta vincente. L'identità olbiese è quella greca, fenicia, romana e giudicale. E' l'identità dei "montagnini" venuti qua in cerca di un lavoro, è l'identità dei "continentali" in cerca di una nuova vita. E' l'identità degli olbiesi con la pelle di colore diverso che imparano prima la limba che l'italiano. E' l'identità degli olbiesi che parlano tante lingue diverse - gallurese, italiano, logudorese - e che si capiscono vicendevolmente. Proprio il libro di Giulio Careddu, basato su documenti storici e sul titolo di città ottenuto negli anni '50, contiene tra le sue pagine una lettura interessante di questo concetto multidimensionale che rende Olbia unica in Sardegna - e, forse per questo, osteggiata dai centri di potere più importanti e famelici: Sassari e Cagliari.

La discussione di ieri sera, moderata dal giornalista Augusto Ditel, ha poi preso una piega del tutto politica. Olbia, con la riforma degli enti locali intermedi, rischia di scomparire dalle mappe istituzionali per essere nuovamente relegata a lontana provincia dell'impero. Una provincia da affossare, benché sia la più vicina al continente europeo: l'unica che può vantare una storia turistica degna di questo nome e una gran voglia di superare la crisi con le proprie gambe, senza assistenzialismo statale. Proprio nella rivendicazione del titolo di città si intravede la millenaria lotta degli olbiesi per emergere dalla palude della luce riflessa. Olbia vuole vivere di luce propria e rappresentare una risorsa per la Sardegna. Non tutti, però, concordano su questo e allora ecco nuovi tentativi per isolare la Gallura e renderla nuovamente povera, sola e senza sviluppo socio-economico.