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Cronaca

Olbia, città che reagisce: subito tutti al lavoro

Olbia, città che reagisce: subito tutti al lavoro
Olbia, città che reagisce: subito tutti al lavoro
Angela Galiberti

Pubblicato il 19 November 2013 alle 16:29

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Olbia - L'alba del giorno dopo: sole, aria fredda e distruzione. Olbia sembra una città fanstasma 12 ore dopo la piena millenaria che ha investito la città. Interi quartieri sono stati devastati dall'acqua. Case al piano terra, seminterrati, cantine, garage: centinaia di persone non hanno più niente. In zona Baratta, in via Lazio - dove si conta una vittima, il percorso tra le case è una via crucis di occhi lucidi, sconforto, ma anche tanta rabbia. A Isticcadeddu, il fiume ha distrutto tutto ciò che ha trovato sulla sua strada. Gli argini sono stati divelti o piegati, la strada che costeggia il fiume è stata spazzata via mostrando i sottoservizi, le auto in balia delle acque si sono trasformate in leggere pedine da spostare e risistemare, un edificio è stato distrutto. Il paesaggio post alluvione è surreale. Ma di finto non c'è nulla: questa è la potenza dell'acqua. Un discorso a parte meritano le infrastrutture. Oltre alle case, l'acqua ha inferto un colpo mortale alle insfrastrutture viarie della cittadina. Il ponte su via Vittorio Veneto, all'alteza dell'ingresso di Isticcadeddu, non c'è più. Sul fiume, hanno retto solo i vecchi ponticelli. A Monte Pinu, subito dopo lo scollinamento, il ponte è stato portato via da una frana che ha un fronte di 30 metri. Molte strade non hanno retto alla furia delle acque e si sono sgretolate. Ad Arzachena, dove sono morte 4 persone e dove decine di attività commerciali sono state devastate, la circonvallazione non esiste più. La reazione degli olbiesi è stata, però, encomiabile. Al di là della disperazione, i cittadini vittime dell'onda di piena si sono subito rimboccati le maniche per salvare il salvabile e pulire dove la piena ha sporcato. La rabbia, però, non manca. "La mia casa è distrutta - ha detto Francesca Cavassa - e nessuno è venuto ad aiutarci. Nessuno". Francesca Cavassa, madre di Fabrizio Pinna, abita in via Baratta, a due passi da via Lazio dove è morta l'anziana signora. A Isticcadeddu, quartiere nato sui margini del fiume, la rabbia è la stessa. "Perchè qua non c'era nessuno quando è arrivata la piena? - si è chiesto un residente mentre ci mostrava i danni alla sua abitazione - qua, ieri sera, c'era un poliziotto da solo. Ci devono spiegare perchè non c'era nessuno e perchè l'acqua ha preso questa potenza".