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Pubblicato il 26 December 2017 alle 13:35
Olbia, 26 dicembre 2017 - Anche nel Centro accoglienza di Olbia si festeggia il Natale e lo si fa con il tradizionale albero pieno di lucine e festoni, ma anche con una grande festa totalmente dedicata ai suoi ospiti. La struttura situata all'interno dell'ex Hotel Savoia, che genera spesso ancora diffidenza in tanti olbiesi, continua così la sua vita e la sua missione senza trascurare le usanze locali: perché anche l'albero di Natale è un momento di inclusione e condivisione sociale.
A gestire questo centro, aperto dalla Sdp Servizi su mandato prefettizio, è un team giovanissimo coordinato dalla dottoressa Marianna Usai, appena 25enne. Sua coetanea l'assistente sociale, l'oschirese Alice Fraghì; giovanissimo anche il mediatore culturale, il 23enne Yaya Dosso, originario della Costa d'Avorio ed ex migrante che, grazie a un corso professionalizzante in mediazione, ha trovato la sua nuova strada (e un lavoro regolarmente retribuito).
Attorno a questo team giovane ruotano gli ospiti del centro accoglienza con tutte le loro attività. "I nostri ragazzi sono occupati praticamente tutti i giorni con corsi di ogni tipo - spiega Alice Fraghì -. Facciamo lezioni di italiano qua nel centro e diamo nozioni di informativa legale per far conoscere i loro diritti e i loro doveri. Martedì e giovedì usufruiscono del corso di alfabetizzazione del Labint e poi facciamo anche attività sportiva: calcio, pallavolo e ginnastica per le ragazze. Tutti i 9 minori presenti frequentano con profitto le scuole della città. Il loro inserimento è andato benissimo, i docenti sono molto orgogliosi di loro. Qualche giorno fa una docente del Classico è venuta, insieme ad alcuni studenti, per portare i regali a un loro compagno di classe".
Spenti i riflettori mediatici e abortita la polemica di stampo razzista, il centro accoglienza si è lentamente inserito nel contesto cittadino, aprendosi alla realtà olbiese e permettendo agli ospiti un'inizio di integrazione e inclusione sociale.
Un'inclusione che, per alcuni, inizia sin dalla nascita: il centro ospita 7 ragazze, di cui 5 madri. Quattro di loro hanno partorito in Sardegna: uno a Sassari, gli altri al Giovanni Paolo II di Olbia. "I dottori sono stati fantastici e lo sono sempre con le ragazze e i ragazzi - continuano Marianna Usai e Alice Fragì -. Seguiamo con molta attenzione la parte sanitaria e riceviamo molti complimenti per questo".
Il Centro, benché sotto regole della Prefettura, è ben lieto di considerare progetti proposti da associazioni del luogo. Al momento, nell'ex Hotel Savoia sono presenti ben 9 nazionalità: Nigeria, Gambia, Guinea, Mali, Sengal, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Camerun ed Eritrea.
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