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Cronaca

Olbia, la donna trovata morta e il dramma della solitudine: domani l'autopsia, oggi la riflessione

Olbia, la donna trovata morta e il dramma della solitudine: domani l'autopsia, oggi la riflessione
Olbia, la donna trovata morta e il dramma della solitudine: domani l'autopsia, oggi la riflessione
Olbia.it

Pubblicato il 19 November 2018 alle 17:41

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Olbia, 19 novembre 2018 - L'autopsia sulla salma di Maria Antonia Sanna, la donna di 67 anni trovata 'mummificata' nel suo letto nella mattinata di ieri da un agente della Polizia Locale e uno della Polizia di Stato, sarà effettuata domani a Sassari.

Secondo una prima ricostruzione, la donna sarebbe morta mesi fa - più o meno a maggio: soffriva di diabete e abitava con l'unico figlio, D.D., che ieri è stato lungamente ascoltato dai magistrati di Tempio e che è stato sottoposto a una perizia psichiatrica.

Le indagini in corso servono a dipanare gli eventuali dubbi e a confermare le ipotesi degli inquirenti, che lasciano comunque sgomenti ma anche un grande senso di dolore nella comunità di Tilibbas. Il giovane, infatti, avrebbe "vegliato" per mesi il corpo della madre, senza riuscire a condividere il dolore con i parenti, salvo poi (alla fine) chiedere aiuto ai due pubblici ufficiali che ieri lo hanno svegliato mentre dormiva in auto, mettendolo dolcemente - per così dire - "alle strette".

Nessuno, infatti, si era accorto di quello che stava accadendo in quella bella e trascurata villetta situata a pochi metri dal mare e dall'hotel Hilton. Il ricordo della donna è quello di una persona piacevole, ma riservata. Lo stesso dicasi per il figlio, stimato ceramista e musicista noto in città: un ragazzo amabile, adorato dai suoi amici.

A meno di colpi di scena, potremmo essere di fronte a un dramma della solitudine e del dolore: quei drammi che crediamo sempre lontano da noi, ma che ci interrogano sul significato reale della conoscenza, ma anche sull'indifferenza che, spesso, scambiamo con la cortesia. Una cortesia fredda e impersonale che genera, silenziosamente e inconsapevolmente, muri invisibili alti come montagne. Sia chiaro: non ci sono colpe da assegnare o distribuire, ma è inevitabile riflettere sul destino dei nostri rapporti umani.