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Cronaca

Olbia, caos CSL: file interminabili e servizi a metà

Olbia, caos CSL: file interminabili e servizi a metà
Olbia, caos CSL: file interminabili e servizi a metà
Angela Galiberti

Pubblicato il 07 October 2013 alle 18:54

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Olbia - Con la fine della stagione turistica, conclusasi per molte aziende il 30 Settembre, tantissimi lavoratori stagionali si sono riversati nei Centri Servizi Lavoro della Provincia per aggiornare il loro stato da lavoratore a disoccupato. Un passaggio obbligato che, però, questa volta non è stato semplice portare a termine. Nella Provincia di Olbia-Tempio, infatti, i 22 precari CSL non sono stati re-inseriti all'interno dell'organico come in quasi tutte le altre province della Sardegna. I 22 precari galluresi, grazie a una delibera della Regione Sardegna, possono essere assunti dall'Agenzia Regionale per il Lavoro, la quale a sua volta può "girare" questi dipendenti ai CSL provinciali. Questo sistema garantisce il lavoro per i precari e i servizi specialistici per l'utenza, ma in Gallura non si può fare a causa di alcuni bastoni di traverso messi dalla stessa dirigenza provinciale. Il risultato di tutto questo è un disagio senza fine. Il CSL è preso letteralmente d'assalto tutti i giorni. Ogni giorno c'è da smaltire la fila del giorno prima. E non parliamo di una fila composta da 15 persone, ma da 100/120 persone. Uno stillicidio infinito per tutti coloro che devono iscriversi alla lista di collocamento, per chi deve prendere un certificato, per chi cerca un lavoro. Questa mattina, il CSL era già pieno zeppo di persone ben prima dell'orario di apertura. Persone informate del disagio che si sono premunite armandosi di "tempo": quello rubato al sonno da re-investire nell'appostamento mattiniero in via Romagna. Accanto a questi cittadini "mattinieri", la fila del venerdì con il bigliettino "vidimato" che dà diritto di precedenza rispetto alla fila nuova del lunedì. E così, ogni giorno i lavoratori stabili del CSL devono smaltire una quantità infinita di disperazione, senza poter fornire i servizi speciali che i precari potevano invece garantire. Anche questo ha risvolti negativi, specialmente sull'utenza finale, cioè il cittadino disoccupato. Le liste di disoccupazione si stanno ingrossando all'inverosimile, ma l'incontro tra la domanda e l'offerta - che veniva in un certo qual modo garantita dai servizi speciali - non si sta verificando e nessuno sta assistendo in modo adeguato i nuovi disoccupati. Se prima si poteva pensare ad percorso di reinserimento lavorativo (aiuto per il curriculum, consultazione banche dati, organizzazione colloqui, autoimpiego), oggi si può solo sperare di finire la fila e portare a casa l'agognato certificato.