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Olbia Calcio, parla il presidente Marino: "siamo a un momento di svolta"

Olbia Calcio, parla il presidente Marino:
Olbia Calcio, parla il presidente Marino:
Olbia.it

Pubblicato il 02 January 2018 alle 17:46

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Olbia, 02 gennaio 2018 -Lunga e partecipata conferenza stampa questa mattina negli uffici del Geovillage per il presidenteAlessandro Marino. Il massimo dirigente bianco ha colto l'occasione per augurare a tutti un buon2018e, arrivati alla pausa invernale, tracciare un primo bilancio del campionato in corso e indicare al contempo, tra ambizioni e limiti reali, le strade e i progetti per la crescita futura.

Il presidente ha aperto l'incontro soffermandosi inizialmente su una prima parte della stagione condita da ottimi risultati per complimentarsi con squadra e staff: "Non posso che ritenermimolto soddisfattoper il lavoro svolto dal mister, dallo staff e dal direttore sportivo. Gli intenti di inizio anno, ovvero di bilanciare meglio la rosa per ridurre i periodi di alti e bassi e di creare maggiore continuità di risultati, sono stati centrati. Di certo non avevo posto un target di punti a inizio campionato, ma devo dire che i trenta che abbiamo ottenuto sono un ottimo risultato. Quello che ho notato, e che credo abbia fatto la differenza, è che c'è unasimbiosi totale tra direzione tecnica e staff, un blocco granitico che sta riuscendo a valorizzare al meglio i giocatori, giovani e meno giovani. Mereu, un grandissimo lavoratore che studia dettagli e sa coinvolgere i collaboratori, è stato bravo a dare un'organizzazionealla squadra, soprattutto in funzione di quelleeccellenti individualitàche hanno saputo fare la differenza. Da quando è qui con noi a Olbia, ho visto unmister completo, arrivato dove merita forse un po' tardi".

Il presidente prosegue poi l'analisi dei momenti vissuti dalla squadra: "Abbiamo avuto un'ottima partenza, poi un calo durato circa un mese dal quale ci siamo ripresi con un buon finale di 2017. Direi che la squadra ha sbagliato soltanto tre partite: con l'Arzachena, con l'Alessandria e con il Prato. E sono convinto che le ragioni siano le stesse che ci portarono alla crisi di risultati nello scorso campionato: mentalmente,non è facile reggere le pressioni generate dall'alta classifica. È successo che alcune partite sono state approcciate con eccessiva tranquillità, quasi pensando che quello che si era fatto prima potesse essere sufficiente per fare risultato. Ed è normale, in questi casi, avere un calo".

Marino ha allargato poi il discorso sul futuro dell'Olbia, legato inscindibilmente alla partecipazione delle imprese del territorio e più in generale alle riforme del pallone italiano, attualmente impantanato in una situazione di governance vacante: "Devo dire che sono a dir poco perplesso. Attualmente, nei fatti, non c'è un presidente federale né un presidente della Lega A. Il12ci sarà l'assemblea della Lega Prodove spero quanto meno di venire a conoscenza dei candidati alla elezioni della FIGC fissate per il 28 gennaio. Ciò che più mi preme e che porterò come prima istanza è di vedere riconosciuto il grande lavoro svolto da società come Olbia, Pontedera e Pistoiese, perché chi ha saputo dimostrare unagestione virtuosadeve avere indietro dei buoni riconoscimenti e non essere costretta a mendicare. Nelle prossime settimane ci sarà in agenda anche un dibattito sulla redistribuzione delle risorse: ecco, credo che chi meglio persegua la missione della Lega, che è quella di far crescere i giovani italiani, debba vedersi riconosciuto unaumento della mutualità".

Difficile raggiungere gli standard delle terze serie negli altri campionato europei, dove i diritti televisivi (come in Inghilterra) generano ricavi superiori ai 100 milioni di euro, ma l'impegno per trovare una ristrutturazione vincente sono divenuti inderogabili: "Probabilmente oggi 56 squadre sono troppe così come, probabilmente, credo sia ingiusto che una società come l'Olbia debba pagare le stesse tasse di una società come la Juventus. Il sistema, nelle enormi difficoltà che affronta la Serie C, dice che questafiscalità non è sostenibile. Dalla Serie D alla Serie C c'è uno squilibrio fiscale clamoroso e delle stesse proporzioni delladisparità di ricaviche esiste tra la stessa Serie C e la Serie B. Così, di certo, non si può andare avanti".

E alla luce delle criticità di respiro nazionale, Marino spiega anche come si possono allargare i margini della crescita dell'Olbia nell'immediato futuro. Una crescita che può incontrare dei limiti,così come già manifestato lo scorso 12 novembre: "Mi rendo conto che certe dinamiche legate alla partecipazione di forti partner territoriali al progetto Olbia richiedano più tempo. A volte io corro troppo in avanti, ma se lo faccio è perché chi ha a cuore la squadra e vorrebbe vederla più in alto deve avere delle risposte chiare.Questo progetto, attualmente, ha dei limiti ben precisi. Nel bene e nel male. Oggi riusciamo a garantire un minimo disostenibilità economica, anche se si fa ancora enorme fatica a far pareggiare i conti. Cerchiamo di far giocare i giovani e allo stesso di restare in una parte onorevole della classifica, ma ormai abbiamo giàmassimizzato al meglio le risorse di cui disponiamo".

Le soluzioni sono state individuate. Da tempo si lavora per averle sul tavolo. "Siamo a un momento di svolta. Il progetto può fermarsi a questo limite naturale, oppure, e questo è il mio auspicio, trovare presto manforte sia da sponsor che da nuovi soci disposti a investire e a dare nuovo slancio all'Olbia. Sono disposto ad aspettare, ma non si può andare avanti ogni anno in questo modo. La lettera non era un ultimatum, ma un modo per far capire che la buona volontà ha un limite".

Accanto a questa impasse, non va trascurate anche quella legata alle infrastrutture: "Pensare che il Nespoli ad agosto fosse l'unico impianto omologato per il professionismo in Sardegna, restituisce in maniera oggettiva il quadrodella situazione. Ormai è chiaro infatti come le presenze allo stadio siano stagionalizzate e del resto è comprensibile perché io stesso farei fatica, d'inverno, ad andare in Curva. Io credo chela città sia entusiasta della sua squadra, lo dimostrano i numeri: quando sono arrivato c'erano 300 spettatori allo stadio e 10 abbonati, oggi parliamo di una media di 1100 spettatori e350 abbonati. Il problema è che siamo distanti anni luce dagli standard europei e l'infrastruttura è un freno alla crescita e un deterrente per almeno un migliaio di persone che, in assenza di comfort, scelgono altro anziché venire allo stadio. Il Nespoli, che in estate dovrà essere omologato per le nuove licenze nazionali, ha fatto la storia e ce lo teniamo stretto sinché non ci sarà un nuovo progetto, ma è stato sfruttato al massimo delle sue potenzialità e di più non può dare".

Si passa poi a temi di tangibilità più immediata. C'è una seconda parte di campionato che attende i bianchi, attualmente quinta forza del girone A, da affrontare e onorare al meglio. In mezzo una finestra dimercato: "Ho parlato con il direttore e con il mister per capire quali sono le esigenze e farò il possibile per accontentarli ritoccando la rosa negli aspetti segnalati, sempre nelrispetto dell'equilibrio economicolegato al monte ingaggi. L'intenzione programmata non è quella di cedere i big, bensì di inserire una pedina allo scacchiere tra centrocampo e attacco senza togliere spazio a chi sino a oggi ancora non ha avuto modo di esprimere il proprio valore. Tutti però si sono accorti di quanto bene abbiano fatto i nostri giocatori, inutile nasconderlo. Penso sia inevitabile che circolino voci e arrivino proposte. Ciò che è certo è che non manderemo via nessuno, se qualche giocatore avanzerà l'esigenza di andare via valuteremo il da farsi".

Sulle situazioni diDaniele RagatzueRoberto Ogunseye, migliore coppia d'attacco della Serie C con 20 reti complessive: "Sono due giocatori che piacciono a tante squadre e questo certifica le grandi intuizioni e l'ottimo lavoro svolto daldirettore Cartanello scommettere su di loro, sia calcisticamente che professionalmente. Ogunseye sta crescendo molto bene e sapere che su di lui hanno messo gli occhi società estere dà la dimensione del suo valore in prospettiva e di quanto lo staff lavori bene. Per quanto riguarda Ragatzu, è chiaro a tutti che si tratta di un attaccante che in questa categoria è quasi uno scherzo. È arrivato a Olbia reduce da un brutto infortunio al perone, l'abbiamo aspettato e ora è tornato ad essere il giocatore che tutti volevamo rivedere.Riconoscenza da parte sua verso l'Olbia?L'ha già dimostrata questa estate, rifiutando proposte importanti. Credo che un giocatore come lui a 26 anni abbia il diritto di ambire a tornare dove gli compete. Sono convinto che tecnicamente e caratterialmentevalga la Serie A, ma solo e soltanto in presenza di un'offerta irrinunciabile e di una sua chiara volontà di lasciare l'Olbia, valuteremo una sua cessione. Io non credo succederà, ma il mercato è imprevedibile e nessuno ha la sfera di cristallo. Probabilmente, però, ad oggi nessuna squadra di Serie B avrebbe la forza di acquistarlo".