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L'Olbia perde a Piacenza, Mignani: "Bisogna crederci sino all'ultimo"

L'Olbia perde a Piacenza, Mignani:
L'Olbia perde a Piacenza, Mignani:
Olbia.it

Pubblicato il 03 October 2016 alle 09:58

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Olbia, 03 Ottobre 2016 - "Sono gli episodi a decidere le partite". Mister Mignani lo ripete spesso e, anche questo pomeriggio, la lettura del tecnico si conferma valida. Siamo al minuto 7 della ripresa, l'Olbia è sotto di un gol ma ha approcciato i secondi 45' di gara con il giusto piglio: Muroni misura il corridoio e dosa bene il filtrante in area per Capello che aggredisce lo spazio e spara in rapida sequenza centrando prima il palo e poi, sulla ribattuta, le gambe del portiere. Al 66', invece, nel momento di maggiore e migliore spinta olbiese, il Piacenza colpisce per la seconda volta in maniera letale indirizzando la partita verso il successo.

Il calcio è anche questo, tante le variabili che ne influenzano il risultato. Tra di esse sicuramente ilcinismo e la fortuna, elementi che l'Olbia da trasferta fa ancora fatica a sviluppare (l'uno) e imbrigliare (l'altra). Un vero peccato perché, al netto degli episodi, anche oggi gli uomini di Mignani non hanno affatto demeritato, giocando alla pari su un campo ostico e contro un avversario esperto e di spessore che dirà la sua per le prime posizioni. Il vantaggio biancorosso, arrivato al 9' con Sciacca, mette subito in salita la partita dell'Olbia, che tuttavia già al 18' pareggia i conti con Kouko a conclusione di un magistrale contropiede nel quale però il direttore di gara ravvede la posizione irregolare dell'ivoriano. L'Olbia si affida all'estro di Cossu per perforare la muraglia piacentina, ma la spinta propulsiva del numero 7 bianco si infrange sugli anticipi di Pergreffi (27' su Capello) e sui guantoni di Miori (bravo al 40' a intercettare un cross basso del capitano).

La ripresa comincia con un irresistibile coast-to-coast di Piredda, che trotta per 60 metri arrivando sul fondo al cross. Segno che la squadra non ci sta a perdere. Cossu e Geroni la prendono per mano e aiutati dalla buona spinta degli esterni, costringono il Piacenza ad arretrare il baricentro. Al 52' il palo clamoroso di Capello, al 55' una ubriacante serpentina del capitano che trova epilogo in un tiro deviato in angolo. Se un gol deve arrivare, la sensazione condivisa è che sarà di tinta bianca, ma al 66' l'inattesa secchiata d'acqua gelata: un guizzo di Franchi al limite dell'area fa sì che Razzitti, smarcatosi di forza da Pinna, fulmini Montaperto con il piatto destro. Mignani gioca allora la carta Senesi nel tentativo di scardinare il fortino di Franzini. La pressione dell'Olbia è costante, ma il gol della speranza arriva solo al 92' con una punizione-cross di Cossu che rimbalza davanti a Miori e termina in rete. Nell'ultimo giro di lancetta è ancora Cossu a scodellare in area per Senesi, ma il rimbalzo non agevola il controllo e la palla finisce nelle mani del portiere che sigillano così la seconda vittoria consecutiva del Piacenza.

L'Olbia, alla quarta trasferta giocata, deve ancora masticare amaro e ritrovare le energie per trasformare l'amarezza in positività. La squadra ha risposto anche oggi presente e il colpo del successo fuori dalle mura amiche resta in canna, pronto a esplodere. Per intanto, smaltita questa delusione, c'è una Giana Erminio da affrontare al "Nespoli". Con il solito obiettivo di guadagnare i tre punti.

Nella mixed zone mister Mignani incassa i complimenti degli avversari che rendono forse un po' meno amara la sconfitta arrivata al "Garilli" contro il Piacenza: "I complimenti fanno sempre piacere- ammette il mister - ma a un allenatore ovviamente fanno piacere anche i punti. Oggi è stata dura sin dall'inizio, perché quando trovi un avversario che va in vataggio subito e poi si chiude con dieci giocatori oltre la linea della palla non è semplice per nessuno. Il Piacenza è una bella squadra che fa risultato non per caso".

Eppure l'Olbia non ha mai perso lucidità, tenendo il pallino del gioco per gran parte della gara: "Io guardo sempre la partita nel contesto globale e oggi ho visto i miei ragazzi non perdere mai il filo logico. Abbiamo condotto la gara per un'ora e forse più". Qualche critica da muovere ai giocatori?"L'unica critica che posso fare ai miei è che si deve giocare al massimo sino al triplice fischio. Dopo il secondo gol abbiamo perso fiducia e regalato gli ultimi venti minuti, ma per come ragiono io non ci si deve mai buttare giù, perché le partite si possono sempre raddrizzare. Bisogna lottare sino all'ultimo, questo lo pretendo".

Un'Olbia che ha gestito bene la palla ma è sembrava mancare in cattiveria e concretezza: "Noi siamo questi, abbiamo giocatori di grande qualità tecnica in mezzo al campo e cerchiamo di far rendere queste qualità. Sicuramente un ultimo passaggio fatto meglio poteva metterci nelle condizioni di fare gol, però è anche vero che in occasione del gol annullato abbiamo fatto un’ottima ripartenza e sul palo di Capello Muroni è stato bravo a rifinire".

Mignani spiega anche le ragioni dei cambi: "Piredda - spiega Mignani - l'ho sostituito perché era ammonito e l'arbitro l'aveva già graziato in una circostanza. Ho cercato di scuotere la squadra cambiando qualcosa anche a livello tattico giocando con gli attaccanti larghi e due centrali di centrocampo, ma devo ammettere che siamo andati in difficoltà e ho dovuto ripristinare il nostro schema abituale". In chiusura una considerazione sul diverso rendimento casa-trasferta: "È chiaro ci sentiamo più a nostro agio al Nespoli, ma non credo che si debba aprire un caso se sinora in trasferta abbiamo raccolto solo un punto. La prestazione non è mai mancata".