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Cronaca

Olbia, attività abusiva e terreno inquinato: denunciato

Olbia, attività abusiva e terreno inquinato: denunciato
Olbia, attività abusiva e terreno inquinato: denunciato
Olbia.it

Pubblicato il 18 June 2020 alle 12:53

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Olbia, 18 giugno 2020 - La Polizia di Stato di Olbia, nei giorni scorsi, ha svolto un’attività contro l'inquinamento ambientale sia in città che in altri centri limitrofi e ha denunciato una persona per inquinamento ambientale.

"È stato infatti eseguito un controllo all’interno di un terreno sito nei pressi di Enas, periferia sud di Olbia, attualmente occupato da una famiglia i cui membri si occupano della riparazione di autoveicoli. Il terreno in argomento è di proprietà di terzi, ma è stato concesso a titolo di comodato gratuito", spiega la Polizia di Olbia in una nota stampa.

L'attività ha visto il coinvolgimento degli operatori della Polizia Stradale del Distaccamento di Olbia e della Polizia Scientifica che hanno documentato il tutto con riprese video-fotografiche. Durante le indagini sarebbe "stato accertato che il capofamiglia, pur in possesso di regolare iscrizione alla camera di commercio per la compravendita di autoveicoli, esercita l'attività in totale assenza di condizioni di sicurezza sul lavoro, oltre ad aver accatastato rifiuti (auto in demolizione, carcasse di veicoli, batteria, materiali ferrosi, gomme, ecc.) in condizioni di degrado e di rischio di inquinamento ambientale", continua la Polizia.

"Inoltre il rinvenimento di telai di autovetture e parti di esse ha indotto gli investigatori a ritenere che in quel terreno si esegua attività abusiva di autodemolizione. La Polizia di Stato ha eseguito il sequestro preventivo del terreno, poi convalidato dal GIP, ritenendo che la libera disponibilità di esso potesse aggravare o protrarre le conseguenze degli illeciti", continua il comunicato.

"Il capofamiglia, un 40enne originario del Montenegro, è stato dunque denunciato in stato di libertà per violazioni al codice dell’ambiente con pesanti le sanzioni previste, che prevedono l’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro", conclude la Polizia.