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Cronaca

Olbia, angoli dimenticati: Piazza Ennio Roych

Olbia, angoli dimenticati: Piazza Ennio Roych
Olbia, angoli dimenticati: Piazza Ennio Roych
Angela Galiberti

Pubblicato il 04 June 2013 alle 16:38

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Olbia - Aveva 46 anni Ennio Roych quando venne ucciso durante la strage delle Foibe. Il Capitano Roych, originario di Olbia, è uno dei 145 sardi morti durante quella pulizia etnica effettuata nei territori di confine di Istria e Dalmazia ideata dal Generale Tito. In memoria di quel martirio a Olbia, nel 2004, è stata intitolata una piazza. Piazza Ennio Roych, appunto. Doveva essere un tributo a una strage dimenticata, mentre oggi è un tributo alla dimenticanza stessa. Incastonata tra via Torno, un ristorante chiuso, un marciapiede mal messo e le mura puniche, Piazza Ennio Roych giace dimenticata da tutti. A farle compagnia solo il degrado. Ha solo 9 anni la piazza dedicata ai martiri delle Foibe, eppure arredi e strutture sembrano vecchi di 30 anni. Le panchine sono vecchie, il legno è cotto dal sole, la vernice scrostata. I lampioni, dal gusto retrò, sono talmente mal messi (e vandalizzati) che sembrano davvero del secolo scorso. Uno è persino storto come la torre di Pisa. Le aiuole, una volta ricolme di verde, risultano sterili contenitori di erbacce (falciate). I pavimenti, non utilizzati dai pedoni, diventano terreno fertile per delle piantine spontanee. Mentre i pochi conduttori di cani che passano da via Torino non si curano nemmeno di raccogliere gli escrementi. Come se ciò non fosse abbastanza, dietro l'angolo si nasconde il peggio del peggio. Nel portico del ristornate è meglio non entrare, a meno di possedere una maschera a gas. Perchè sotto quei portici, evidentemente scambiati per orinatoi, si nasconde il fetido odore del degrado umano: quello che non ha rispetto per nulla, che butta le cose dove capita, che trasforma tutto in un nauseabondo giaciglio. L'umido di quel portico abbandonato non è sicuramente dovuto all'acqua piovana. E c'è da chiedersi cosa si consumi là sotto durante le ore notturne. Il tutto è osservato dalle antiche mura puniche. Mura silenti, che vedono tutto, ma che non possono raccontarci nulla.