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Cronaca

Olbia, alluvione: dalla Caritas 1 milione di euro

Olbia, alluvione: dalla Caritas 1 milione di euro
Olbia, alluvione: dalla Caritas 1 milione di euro
Angela Galiberti

Pubblicato il 26 February 2014 alle 17:55

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Olbia, 26 Febbraio 2014 - Ciò che non sono riuscite a fare le istituzioni statali, lo ha fatto la Caritas diocesana di Tempio-Ampurias a cui vertici vi sono monsignor Sebastiano Sanguinetti e Suor Luigia. Un esercito silenzioso in questi 100 giorni si è dato da fare in ogni senso, lavorando senza sosta e seguendo un preciso schema. Prima fase, superare l'emergenza delle prime ore. Seconda fase, censire i bisogni delle persone. Terza fase, aiutare concretamente gli alluvionati. I risultati di questa "operazione" sono stati illustrati questa mattina in una conferenza stampa presso la sede vescovile olbiese. I fondi raccolti. Tanti i soldi raccolti dalla Caritas Diocesana e dalla Caritas Nazionale. In totale, nelle casse di Tempio-Ampurias vi è 1 milione di euro. Una cifra enorme che Sanguinetti e Suor Luigia vogliono utilizzare per aiutare concretamente le famiglie colpite dall'alluvione. Colpisce, in questo senso, la scientificità del lavoro della Caritas. Durante la Seconda fase, i volontari della Caritas hanno censito tutti i bisogni degli alluvionati. Il censimento - ancora in corso - ha permesso di raccogliere i dati di 800 famiglie e proprio attraverso questi dati la Caritas deciderà chi e come aiutare. In concreto, la Caritas si è data delle priorità. Hanno diritto all'aiuto tutti coloro che risiedono o sono domiciliati ad Olbia nelle vie colpite dall'alluvione. Tra questi, si darà priorità a chi ha subìto i danni maggiori, tenendo conto di alcune variabili importanti: abitazione di proprietà o affitto, fasce deboli (anziani, minori, portatori di handicap, divorziati), il tipo di reddito, danni all'attività (piccole imprese, azienda familiare etc) e infine i componenti del nucleo familiare. Lo scopo di questi criteri è quello di non creare disparità di trattamento, cercando di modulare gli aiuti orientandoli nel modo più giusto. Gli interventi della Caritas. Gli interventi della Caritas, in questi 100 giorni, hanno spaziato in ogni ambito. Sono stati distribuiti 800 materassi, sono state deumidificate 360 case, sono state donate 10 cucine componibili, sono stati distribuiti 40 voucher e 7 borse lavoro. E' stato creato un "pronto intervento", composto da elettricisti, idraulici, muratori, addetti alle pulizie, che si è occupato di intervenire nelle case degli alluvionati. E' stato aperto uno sportello per il microcredito, il prestito della speranza e l'antiusura, più uno sportello per il sostegno psicologico. E ancora, sono state stipulate sei convenzioni con altrettanti esercizi privati. Le dichiarazioni del Vescovo e di Suor Luigia. "Fin dal primo momento la chiesa - ha affermato il vescovo Sebastiano Sanguinetti - si è sentita coinvolta, come suo dovere, nell'essere a fianco della città e di tutti coloro che hanno subito gravissimi danni. Questo lo si è fatto mettendo in campo tutte le risorse a sua disposizione di persone, di volontariato, di strutture e di sostegni pratici. Privilegiando, soprattutto nella fase successiva all'emergenza, la scelta della prossimità e dell'accompagnamento delle famiglie, cioè attraverso i nostri operatori abbiamo deciso di essere vicini alla gente, dialogare, capire di cosa la popolazione ha bisogno. Questo aspetto della prossimità ci accompagnerà anche nella terza fase del sostegno concreto. Attraverso tute le parrocchie e i volontari delle parrocchie, abbiamo attivato tutti quei percorsi di accompagnamento, perché in questi mesi futuri le persone e le famiglie che hanno avuto problemi non si sentano sole e abbandonate". "L'esperienza dell'emergenza - ha affermato Suor Luigia Leone, direttrice Caritas Tempio Ampurias - è un'esperienza dolorosa ma che ci ha arricchito molto. Sono rimasta colpita dalla generosità della gente, dalla forza d'animo della popolazione di Olbia, dalla solidarietà che si è creata tra famiglie dello stesso quartiere. Le persone hanno cercato di non piangersi addosso e di guardare all'altro che aveva più bisogno. E poi c'è stato l'esercito di giovani che si è speso fino all'inverosimile, senza badare ad alcuna fatica. Giovani che alla fine di una giornata erano felici di aver fatto qualcosa per gli altri. Questo mi ha dato una grande speranza e credo che la chiesa debba trarne un grosso insegnamento, innanzitutto cercando di non disperdere le forze, questo messaggio forte di solidarietà che è stato lanciato. È importante richiamare questi giovani, magari con degli incontri, anche solo per ringraziarli. Credo che Olbia dopo tutto questo possa “rinascere diversa" perchè l’esperienza della sofferenza l’ha anche aiutata a scoprire i valori che contano".