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Cronaca

Mama 'e dolore- Poesia in limba

Mama 'e dolore- Poesia in limba
Mama 'e dolore- Poesia in limba
Vanna Sanciu

Pubblicato il 24 April 2016 alle 11:43

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Olbia, 24 Aprile 2016- Davanti alle telecamere, la madre di Giulio Regeni, "mama 'e dolore", non ha versato una lacrima. Eppure moltissimi italiani l'hanno ascoltata in religioso silenzio, perché il dolore di una madre cui è stato ucciso un figlio è sacro, e stabilisce inevitabilmente una comunicazione empatica nell'animo delle persone dotate di un minimo di sensibilità. Ci si chiede come si possa sopravvivere ad un dolore così devastante, immenso, che non riesce a trovare sollievo nemmeno nel pianto, quella pietra di dolore nell'anima non lo permette. Solo la ricerca della verità e la conseguente giustizia per questo delitto efferato, potrà portare un po' di conforto a una madre addolorata. Lei sta lottando per lui , e con lei dobbiamo lottare tutti perché Giulio abbia giustizia.

Mama 'e dolore Sas làgrimas asciutas ingullidas cun pena, cun fortza naras cantu fiat bonu, pro un'ultimu donu, fizu chena cadena, a bolu nde pinturas sas iscutas. Fizu, fat'a bisera, su male 'e su mundu de biaitu sa cara l'at tintu, coro 'e mam' istrintu, su nar' in punta tundu, su màrtir'est su meu, pèrd' ispera. Fizu, donu de lughe mortores a s'iscuru l'ant trajinadu cun crudelidade, vile barbaridade, sunt de animiduru, che Deus innotzente post'in rughe. Fizu, de gioventura ant istudad'istella lughente de amore pro sa vida, in presse l'ant finida, serrad' in una tzella, pro bisos suos trist'acabbadura. Bois malintragnados, potentes arguzinos, cherides ingannare sa giustìscia cun risu de malìscia e ojos de butzinos, pro mundu 'onu sezis cundennados. Ap'a frascare terra, ap'a mòvere montes pro nde 'ogar'a pizu veridade, bardo sa dignidade, fortes fràigo pontes, cumbato pro amore custa gherra. ©Vanna Sanciu Terranoa, su vintiduos de Abrile de su duamiza e séighi Traduzione Madre addolorata Le lacrime asciugate, inghiottite con pena, con forza ci racconti quanto era buono, per rendere un ultimo omaggio a un figlio senza catene dipingi al volo le fasi significative della sua vita. Figlio mio, lo hanno massacrato, tutto il male del mondo ha riempito di lividi il suo volto, sento una stretta al cuore, ho riconosciuto la punta del suo naso, è lui, il mio martire, non c'è nessuna speranza. Figlio mio, dono della luce, al buio gli assassini lo hanno trascinato crudelmente, vile barbarie, loro sono duri di cuore, lui era innocente, ma lo hanno messo in croce come Cristo. Figlio mio, hanno spento la luce della sua gioventù luminosa di amore per la vita precocemente consumata, rinchiusa in una cella, ora non può più realizzare i suoi sogni. E voi, uomini malvagi, potenti aguzzini, volete raggirare la giustizia, con sorrisi ipocriti e sguardi da carnefici, ricordate, noi non siamo rassegnati! Graffierò la terra, sposterò le montagne per portare alla luce la verità, tutelo la nostra dignità e costruisco ponti di ferro, per amor suo combatto questa guerra. ©Vanna Sanciu Glossàriu Acabbadura: finimento , termine. Arguzinu: aguzzino, carceriere. Bisera (a) : malridotto, maltrattare, svergognare, svillaneggiare, scempio. Bisu: sogno, visione. Buzinu: carnefice, boia. Malintragnadu: capzioso, cattivo, maligno, malintenzionato, malvagio, perverso. L'immagne in evidenza è stata tratta da internet e rappresenta la celebre opera " La madre dell'ucciso" realizzata dall'artista nuorese Francesco Ciusa ( Nuoro, 2 Luglio 1883- Cagliari 26 Febbraio 1949).