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Olbia, giovani e pranzo dei 100 giorni: possibile causa dell'aumento dei contagi?

Le parole del dirigente dell'Ipia Corda

Olbia, giovani e pranzo dei 100 giorni: possibile causa dell'aumento dei contagi?
Olbia, giovani e pranzo dei 100 giorni: possibile causa dell'aumento dei contagi?
Olbia.it

Pubblicato il 20 March 2021 alle 11:31

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Olbia. Il dirigente dell'istituto superiore Ipia, Gianluca Corda ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la sua posizione riguardo il famoso pranzo dei 100 giorni alla maturità delle classi quinte dei tre istituti (due ad Olbia, uno a Oschiri). Il dirigente Corda ha ripercorso i giorni prima della famosa data del pranzo, nel quale lo stesso ha esposto ai genitori degli alunni il rischio che si sarebbe venuto a creare se i propri figli avessero preso parte al pranzo.    Una libertà - in periodo di Covid-19 - che solo la Sardegna aveva, data la zona bianca. Nonostante l'avvertimento della pericolosità nel riunirsi e festeggiare l'ultimo anno, alcuni giovani non hanno rinunciato al pranzo e come riporta lo stesso dirigente scolastico, molti sono stati i filmati pubblicati sui social dagli stessi giovani che possono testimoniare i festeggiamenti.   Un pensiero - quello di Corda - reso noto questa mattina, non per attaccare qualcuno, ma per fare presente che questi pranzi potrebbero essere stati una possibile causa dell'aumento dei contagi in città. Tanto che, come ormai noto, l'Isola da lunedì sarà nuovamente in zona arancione, perdendo così tutti i privilegi della zona bianca durata tre settimane.   Così scrive Corda sui social: "Qualche settimana fa, avvisato da qualche docente, forse andando anche “oltre” il mio ruolo, ho invitato i coordinatori di classe a “scoraggiare” gli alunni delle classi quinte delle tre sedi della scuola ad organizzare il tradizionale pranzo dei cento giorni all’Esame di Stato, spiegando loro i rischi che avrebbero corso e che avrebbero fatto correre all’intera comunità scolastica, oltre che alle loro famiglie. Consegnando loro un rinvio a tempi migliori".   "Chi conosce i pranzi dei cento giorni alla maturità, in diciassette anni di lavoro a scuola ho partecipato piacevolmente a tanti, sa bene quali sono i comportamenti e le situazioni che si creano e come queste siano totalmente “a rischio” rispetto al contrasto al Covid. Soprattutto perché negli anni è diventato usuale organizzare i pranzi tra classi di scuole diverse. Ho chiarito nei giorni successivi la mia iniziativa a qualche adulto che non condivideva la mia contrarietà. Spinto ancora da preoccupazione, ho inviato a tutti i genitori dei ragazzi un messaggio nel quale chiarivo che la scuola si dissociava da tutte le iniziative per i “cento giorni” e dove invitavo ciascuno di loro a convincere i propri figli a non parteciparvi. Altrettanto, credo, abbiano fatto i miei colleghi delle altre scuole".   Prosegue il dirigente dell'Ipia Corda: "Ma in un caso il mio “invito” è rimasto inascoltato dal 90% di alunni, famiglie e da qualche docente. E così ci si è ritrovati tra scuole diverse a mangiare, abbracciarsi, scattare foto (qualcuna persino ingenuamente pubblicata sui social), sicuramente con l’impossibilità dei gestori dei locali di poter “contrastare” tanta euforia. Mentre a scuola continuiamo a fare le “guardie” tra settori, distanziamento, mascherine, divieti di ogni genere, nonostante le accuse di essere “luoghi di contagio”".   "Scrivo questo non per accusare nessuno. Ci mancherebbe! Ma per ribadire che la responsabilità è sempre personale! Non sono d’accordo con chi generalizza e ragiona per categorie. Non ci sono colpe “dei giovani”, “degli adulti”, “dei turisti”, “dei baristi o ristoratori”, “dei genitori”, “dei docenti”, “delle scuole”, “dei presidi”. La responsabilità di chi non rispetta le regole è sempre dei singoli, non di categorie! Esattamente come l’IRRESPONSABILITÀ!", conclude Gianluca Corda.