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Cronaca

Tagli alla 162, Veronica Asara incontra Salvatore Usala. La lotta continua

Tagli alla 162, Veronica Asara incontra Salvatore Usala. La lotta continua
Tagli alla 162, Veronica Asara incontra Salvatore Usala. La lotta continua
Angela Galiberti

Pubblicato il 11 February 2015 alle 15:59

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Olbia, 11 Febbraio 2015 - La lotta silenziosa contro i tagli al fondo previsto dalla 162 continua senza sosta in Sardegna. Ieri è iniziato lo sciopero della fame di Salvatore Usala, uomo simbolo contro i tagli al fondo dedicato alla non autosufficienza, che è accompagnato in questa dura battaglia da una settantina di persone. Tra questi 70 coraggiosi vi sono anche diversi esponenti del mondo del volontariato del Nord Sardegna come Veronica Asara, presidente dell'associazione olbiese SensibilMente. Veronica Asara, ieri, ha incontrato Salvatore Usala e gli ha consegnato una lettera firmata da tutti i genitori che, in questo momento, vivono nel terrore che la Regione - con i tagli al fondo - elimini una possibilità di recupero ai loro figli. "I nostri figli sono autistici, affrontano ogni giorno una società che non comprendono, che li emargina e li condanna alla solitudine. La malattia mentale fa paura e loro diventano vittime di stereotipi e luoghi comuni che noi, come genitori, stiamo cercando in ogni modo di sradicare - si legge nella lettera consegnata da Veronica Asara -. I nostri figli faticano ogni momento della loro esistenza per adattarsi ad un mondo fatto di regole per loro incomprensibili, attraversano percorsi terapeutici difficoltosi che sono però, l'unica speranza per una vita adulta ,almeno in parte, autonoma. Questi percorsi terapeutici hanno costi proibitivi per la maggior parte delle famiglie e i piani 162 ci consentono una continuità che ne il servizio pubblico, ne le condizioni economiche della maggioranza delle famiglie, può garantire. Oggi ci tolgono anche la speranza. Oggi, una politica sciagurata vuole negare ai nostri figli la possibilità di essere parte attiva di questa società. Noi non possiamo accettarlo, non possiamo stare a guardare mente si distrugge il futuro dei nostri bambini e ragazzi, loro che sono i deboli tra i deboli". La lettera, estramente toccante e allo stesso tempo affilata come una spada giapponese, esprime una voglia di lotta senza pari. Voglia di lottare contro una società sorda, voglia di agguantare con le unghie e con i denti la dignità e i diritti, voglia di garantire un futuro vero a chi non è classificabile come "normodotato" costruendo un mondo migliore. "Una società che non si cura del debole, del disabile, non è una società civile ma solo l'espressione di un'evoluzione umana ancora da venire. “Nulla su di noi – senza di noi” e aggiungiamo, “se senza di noi è contro di noi” che questo risuoni forte nelle stanze del potere - conclude la lettera consegnata a Salvatore Usala -.Vogliamo costruire un futuro in cui i nostri figli siano padroni delle loro vite, in cui sia garantita la dignità della persona e sulla base delle proprie capacità e abilità, ognuno possa autodeterminarsi. Questo legittimo desiderio delle famiglie non può sottostare e becere questioni di bilancio. Abbiamo, negli anni, seguito le tue battaglie e questa lettera oggi ti arriva per darti sostegno. Noi siamo tutti con te e insieme a te percorreremo ogni strada che ci porti a vedere riconosciuto il diritto all'autodeterminazione della persona disabile. Questa lettera è simbolo del nostro grande abbraccio, nessuna battaglia è troppo difficile se restiamo uniti. Con tutto il nostro affetto, le famiglie dei bimbi e ragazzi autistici del nord Sardegna".