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Mitigazione del rischio, l'osservazione di Unidos contro lo Studio Mancini

Mitigazione del rischio, l'osservazione di Unidos contro lo Studio Mancini
Mitigazione del rischio, l'osservazione di Unidos contro lo Studio Mancini
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 March 2015 alle 14:11

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Olbia, 18 Marzo 2015 - Il procedimento che porterà all'approvazione della variante al Piano di Assetto Idrogeologico del Comune di Olbia sta andando avanti. I 10 giorni in più concessi per le osservazioni al cosiddetto "Studio Mancini" si stanno rivelando utili, soprattutto per i suoi detrattori o per chi chiede un maggiore approfondimento. Il movimento Unidos, rappresentato in consiglio comunale da Tonino Pizzadili, ha presentato una sua osservazione in merito allo Studio Mancini, chiedendo una maggiore attenzione ai particolari. Secondo Unidos, infatti, le conseguenze dello Studio Mancini sulla Città di Olbia sarebbero devastanti. Non solo perché lo Studio non elimina il rischio, ma anche perché porterebbe a un deprezzamento delle proprietà situate nei pressi delle vasche di laminazione. Non solo: anche l'allargamento dei canali porterebbe a grandi disagi alla popolazione. Riportiamo integralmente, per completezza di informazione, l'osservazione protocollata da Unidos.
OGGETTO OSSERVAZIONE AL PROGETTO “ QUADRO DELLE OPERE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO NEL TERRITORIO DI OLBIA, CONTENENTE LE MISURE E GLI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO E DELLE RELATIVE PRIORITA’” Di cui Alla delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino n.2 del 18/12/2014, pubblicata nel BURAS in data 02/01/2015 PREMESSO - che il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico, che il dott. ing. Mancini e il dott. Geol. Tilocca hanno redatto su incarico del Comune di Olbia, sembra mirato alla esecuzione di opere di regimazione idraulica sulla sola parte urbana di Olbia; - che tra le opere idrauliche previste sembrano particolarmente significative, per l'impatto che avranno sul tessuto urbano e per il ruolo loro assegnato nella progettazione, le cosìddette vasche di laminazione dell'acqua; - che l'insieme di opere, così come previste in detto progetto/studio, appare come del tutto slegato dal contesto urbano nel quale andrà a ricadere; - che questo approccio progettuale sembra poco adatto alla soluzione del problema idraulico, atteso che l'esecuzione di dette opere modificherà, sostanzialmente, l'assetto urbano della città, con inevitabili grosse compromissioni del tessuto urbanistico attuale; - che, per quanto sopra, la soluzione adottata dai progettisti e fatta propria dall'amministrazione comunale potrebbe rivelarsi anche idonea sul piano idraulico ma devastante su quello urbanistico, con peggioramento della qualità della vita nella città e con la creazione di imponenti danni patrimoniali ai privati ed alla stessa municipalità; - che detti danni sembrano, al momento, talmente consistenti da essere non quantificabili, in considerazione della concatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali che l'esecuzione e la messa in funzione delle opere genererà; - che per quanto sopra, alla fine del percorso operativo sotteso dal progetto, in assenza di un'attenta analisi costi/benefici del progetto mirata a definire e quantificare quanto costerà, in termini sociali, ambientali ed economici alla comunità olbiese la difesa della stessa dalle esondazioni dei corsi d'acqua a mezzo del progetto Mancini/Tilocca; CONSIDERATO - che nelle aree a monte delle previste vasche di laminazione, intensamente abitate e con presenza di numerose aziende agricole, il rischio alluvione rimarrà anche dopo la realizzazione delle opere progettate; - che in queste aree si sono registrate, in occasione dell'evento alluvionale del 18/11/2013, cinque vittime su un totale di nove perdite umane verificatesi nel territorio del comune di Olbia; - che non è stata studiata la regimazione delle acque nei versanti dei monti che coronano la piana di Olbia; - che il 18/11/2013 l'onda d'acqua aveva una portata anomala e un volume critico già prima di arrivare ai siti dove il progetto prevede di realizzare le vasche di laminazione; - che il progetto per mitigare (e non eliminare) il rischio alluvione prevede opere che condizioneranno la qualità della vita degli abitanti e ospiti della Città e dell'agro; - che una parte del problema idrologico può essere risolto facendo aumentare i tempi di corrivazione delle acque, intervenendo sui territori posti a monte della piana olbiana; - che, a tal proposito, nulla si prevede o si ipotizza nel progetto in esame che, per le scelte tecniche effettuate, sembra più adattarsi ad un territorio disabitato che ad uno spazio urbano con elevati indici di copertura del suolo; RITENUTO - che le 4 vasche di laminazione, di cui 2 ubicate in Città tra i popolosi quartieri di San Nicola, Ruinadas e Sa Istrana, non siano idonee a risolvere adeguatamente il problema del razionale deflusso delle acque piovane ma che, per contro, sarebbero generatrici di nuove e pesanti modificazioni microclimatiche a danno degli olbiesi e della loro città; - che l'ampliamento dei canali, fino a 50 metri tra gli argini superiori della sezione trapezia in progetto potrebbe causare numerosi disagi alla popolazione; EVIDENZIATO - che il progetto prevede la demolizione di numerose opere private e pubbliche e che il relativo piano di acquisizione e/o di espropri dei beni privati sembra assolutamente inadeguato anche rispetto alle vigenti disposizioni di legge in materia; - che la rete ferroviaria in rilevato non è provvista di adeguate opere d'arte per il deflusso dell'acqua dei canali che attraversa; - che la rete ferroviaria in rilevato il 18 novembre 2013 ha funzionato da diga e ha causato forti inondazioni in gran parte del centro urbano; - che dalla contrada di Tannaule e da via Amba Alagi l'acqua del rio Seligheddu, bloccata dal rilevato della rete ferroviaria, si è riversata anche sul canale Gadduresu; SEGNALATO - che altra soluzione tecnica può basarsi sulla realizzazione di un'opera idraulica che porti le acque dei versanti che sovrastano la piana olbiana verso il corso d'acqua denominato Padrongianus, il quale sversa le sue acque in mare all'altezza dell'imboccatura del golfo interno di Olbia; - che detta soluzione, oltre che sicuramente più economica di quella proposta dai tecnici incaricati dal Comune di Olbia, avrebbe un impatto minimo sulla città e sul suo tessuto urbanistico e che consentirebbe un normale deflusso delle acque residue nell'attuale reticolo scolante costituito dai rii che sversano nell'ansa del porto Romano e del S'Eligheddu; - che il suddetto canale scolmatore andrebbe ad insistere su uno spazio territoriale idoneo ad accoglierlo, attesa la sua destinazione funzionale attuale e non creerebbe, al contrario delle vasche di laminazione, impatto alcuno sull'edificato urbano, sulla comunità ivi insediata e sulle attività che ivi si svolgono; TUTTO CIÒ PREMESSO, CONSIDERATO, RITENUTO E SEGNALATO, I SOTTOSCRITTI CHIEDONO: - che venga rivisto il progetto e si proceda alla verifica di possibili interventi sull'intero territorio del comune di Olbia, anche con lo studio di opere idrauliche-forestali nei versanti dei monti che circondano la piana di Olbia; - che venga approfondita l'ipotesi di ridurre le portate delle reti fluviali attraverso la realizzazione di un canale scolmatore da collegare col Padrogianus; - che venga studiata la modalità tecnica che consenta di evitare che l'attuale rete ferroviaria, che si sviluppa in rilevato, funga da sbarramento al naturale deflusso delle acque superficiali; - che si eviti, per quanto possibile, l'ampliamento dei canali; - che il progetto poggi sul criterio fondamentale di evitare il ricorso alla formazione di nuovi ed impattanti corpi idrici (vasche di laminazione) per evitare, ab origine, pericolose e dannose modificazioni climatiche dell'area urbana di Olbia.