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Maurizio Casula, collezionista di personaggi di ieri e di oggi di Olbia

Maurizio Casula,  collezionista di personaggi di ieri e di oggi di Olbia
Maurizio Casula,  collezionista di personaggi di ieri e di oggi di Olbia
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 28 July 2019 alle 13:23

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Questo gruppo vuol ricordare le persone che in tutti i campi hanno dato e danno lustro alla Città di Olbia, tenendo conto anche di quelle persone che per la loro simpatia e non solo sono diventati a modo loro dei personaggi.

Tre sole righe esplicano il nobile e non facile scopo di uno dei gruppi più noti e frequentati dai locali utenti Facebook della Città Felice: Personaggi di ieri e di oggi di Olbia. Creandolo, dieci anni orsono, Maurizio Casula di sicuro non si sarebbe immaginato l’entusiasmo che avrebbe suscitato e la voglia matta degli olbiesi di ricordare, suggerire o inventarsi - perché no? - il proprio personaggio, oppure fare tifo per questo o per quello.

L’osservatore disincantato, che guardi con occhio clinico al fenomeno, non solo social, può constatare oggettivamente come il “personaggismo” sia malattia acuta ed endemica, non so se cronica, di frequente bizzarra, che ha trovato fecondissimo humus da queste parti. Le cause? Possono essere identitarie (fattore da non poco in una polis spappolata nell'ethnos), sanamente affettive o stucchevolmente sentimentali (sconsigliate per chi soffre di iperglicemia), rievocativedell’infanzia nel senso pascoliano del termine, e non solo. "Anche la mania di protagonismo sta fra le cause principali", rileva Maurizio. "Personaggismo" e protagonismo gemelli siamesi? Contemplate quelle immagini dell'anteguerra in bianco-nero, e vi pare di risentire e di udire ancora voci, odori, silenzi, rughe, sapori, colori di tutte le tipologie. Fra queste, il colore politico la fa spesso da padrone, e meglio mi spiego. Perché esaltare e fare vivere nella memoria un “personaggio” e farne morire un altro è storia vecchia, anzi antica, che dico antichissima, della politica e della storia umane.

Se il colore politicamente inteso è di gradimento, corrisponde al potere, o a un potere, allora è personaggio che deve contare e che “ha fatto grande la città”. Se il cromatismo non corrisponde, allora –parola d’ordine!- il tipo (non chiamiamolo più personaggio) non deve contare una cippa. Damnatio memoriae. Scenda su di lui la pace mortuaria d’infamia, l’oblio pilotato, foss’anche lui stato luminare titolare di cattedra alla Sapienza di Roma o benefattore indimenticato del prossimo, senza se e senza ma. Pinchi pallini qualsiasi diventano dunque meritevoli di targa di marmo e via intestata per questioni di indefessa fedeltà all’ideale, al simbolo. Più spesso alla tessera. Considerazioni queste tutte di chi scrive, preciso.

Ma torniamo a lui, Maurizio Casula, classe 1962, da vent’anni impiegato comunale, appassionato di archeologia, fotografia, Sardegna, natura e lunghissime scarpinate nella natura selvaggia. È figlio di Fortunato Casula, noto politico socialista olbiese degli anni Settanta e Ottanta (fu più volte consigliere, e poi anche assessore ai Servizi sociali nella giunta di Mario Cocciu). Più di una volta OLBIAchefu ha utilizzato i suoi splendidi scatti, apprezzati da anni sul web. “Non posso dire se le escursioni trekking, il canyoning, altra mia grande passione, e gli scatti fotografici siano separabili: per me costituiscono un unico interesse, sono come le espressioni di un unico amore” e della sua “creatura": “È un gruppo il cui interesse va un po’ a folate” ci spiega sincero. Tanti i gruppi Facebook da lui creati. Quello che fa condividere vecchie foto, “Olbia, le foto, i ricordi di una vita…” è a nostro avviso il più ammaliante. “Ci sono periodi in cui gli utenti si accaniscono a pubblicare e a commentare, altri in cui battono la fiacca, ma comunque devo dire con soddisfazione che il gruppo resta sempre vivo e propositivo”. Muovendo su e giù l’indice sul tablet riemergono le migliaia di volti, di “personaggi”, di luoghi scomparsi. Sensazioni, atmosfere, emozioni, che un'arida trattazione di storia locale del Novecento non riuscirebbe mai a restituire con tale fresca immediatezza.

Spesso si assiste a discussioni sui vari post,su chi debba essere o non essere ritenuto un “personaggio”, e sempre molto garbatamente, devo dire, in quanto Maurizio è un attentissimo moderatore. Siamo sempre lì: ognuno vorrebbe che attraverso il gruppo venisse patentato il suo, di “personaggio”, con buona pace del nostro virgolettato. Mio padre, ma che simpatico e bravo che era! Sì, la cara e indimenticabile mamma, come cucinava i chjusoni lei…! Mio nonno, perché non lui, artigiano richiestissimo, il top al suo tempo. Mio prozio finito al fronte, la centenaria, il carrulante al passaggio a livello che nella foto alluvionata aspetta paziente sotto il solleone che passi il treno. Il mangiatore pantagruelico di cozze e birra morto di infarto durante la notte, l’avventore a tutte l’ore del bar di piazza, fossero anche le ore quattordici del quattordici agosto con 40 gradi. Forse che anche questi col loro duro lavoro, o col non lavoro (anche quello rende “personaggi”, non lo sapete?) o con la loro capacità di battute fulminanti, o per il fatto di essere un gran tifoso della tribuna Innocenti, o per avere trovato il tempo di farsi duecento nordiche a caccia d’uomo durante l’estate, forse che anche questi, pur non essendo personalità, intendo illustri professionisti, politici, artisti ecc., non sono anch’essi da considerare a pieno titolo dei “personaggi”? De mortuis nihil nisi bonum e prova a dire il contrario. E poi, aggiungo ancora, per personaggio non sarebbe da intendersi –secondo le definizioni dei più attendibili dizionari della lingua italiana - anche un tipo “strano”? “O famo strano”, iconico, intrigante invito nel film di Verdone. Tutti insomma possono diventare personaggi ad Olbia, e non solo nel gruppo di Maurizio Casula. Anzi, lo sono già, lo sono sempre stati, degni a pieno titolo di far parte delle esclusive collezioni, che mai finiranno come ogni collezione che si dica.

Io credo piuttosto, lo dico senza ironia, e Maurizio ne converrà, da appassionato di vicende umane, che in fondo il senso non voluto, più che lo scopo premeditato, del suo “Personaggi di ieri e di oggi di Olbia”, questa sua creatura che tanto ci ha fatto e ci fa scoprire della vita autentica della nostra città, si rivolga agli “attori”, a tutti gli attori nel senso vero e propriamente teatrale del termine, di questa grande ed altrettanto mai finita sceneggiata che si svolge da 2700 anni almeno, da quando i Fenici sbarcarono stupiti del nostro golfo. Niente comparse e tutti protagonisti principali. Una “democraticità” cinicamente e spietatamente livellatrice sul piano sociale - sebbene resti sull'altro piano non eccelso delle velleitarie intenzioni - che definirei “olbiese” in un certo senso, e che chi scrive reputa alla base del successo del gruppo. Cui contribuisce anche il fatto che dal materiale che ne viene pubblicato da due lustri tutti noi, anche noi di OLBIAchefu, abbiamo attinto foto, spunti, aneddoti, informazioni, traendone ispirazione, e di ciò siamo sempre grati a Maurizio.

Altri, di contro, questo archivio ricchissimo creatosi spontaneamente col contributo di un’intera città, lo saccheggiano spudoratamente e a man bassa, senza citare fonti delle informazioni, referenze delle immagini, e costruendosi così zitti zitti un bell’archivietto personale e ripubblicandosi qualcosa di tanto in tanto, spacciandola come tutta farina del loro sacco. I ripubblicani, li chiama Maurizio scherzosamente. Ripubblicani anche di idee. Maurizio questo lo sa e non ci resta molto bene, ma da noi provocato sul tema diplomaticamente risponde: “Le foto sono pubbliche, il web è fatto così, chiunque può scaricarsele. Sta poi all’onestà e alla cortesia delle persone citare la proprietà delle idee e la fonte”. Ma onestà e cortesia creano “personaggi” come te, caro Maurizio, disonestà e villania ne creano altri. Vogliamo in futuro ricordare anche questi nella collezione del tuo gruppo?

Dalla nostra ricerca non sono molti i gruppi Facebook dedicati ai personaggi di una comunità. Nell’isola qualcosa è stata fatta a Mores (SS), in penisola a Jesi (AN). Nessuno però ha la vivacità e la partecipazione riscontrata nel gruppo di Maurizio Casula, il quale non è uno storico né un archeologo (sua grande passione), ma solo un amante sviscerato della sua città e della Sardegna. “Orgoglioso della mia olbiesità” si autodefinisce in breve sul suo profilo Facebook. Maurizio Casula, il collezionista di personaggi, ma anche il personaggio (stavolta non virgolettato) più amato dai personaggi di ieri, di oggi, ma soprattutto di Olbia.