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Cronaca

L'olbiese del mese: Angelo Putzu, titolare del "Chiringuito"

L'olbiese del mese: Angelo Putzu, titolare del
L'olbiese del mese: Angelo Putzu, titolare del
Olbia.it

Pubblicato il 25 August 2013 alle 15:01

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In questa prima intervista incontriamo un personaggio della Olbia contemporanea, un uomo molto legato alla realtà turistica gallurese, attore protagonista dei servizi e della vita su una delle spiagge più "Olbiesi", la spiaggia di Bados.Il nostro intervistato del mese è Angelo Putzu, titolare dello stabilimento balneare "Chiringuito".

Come nasce la sua storia a Bados?

Possiamo dire che sono qui da una vita, come anche la mia famiglia, pensi che mio zio, ex poliziotto, è certamente uno dei pionieri di Bados, ha fatto lui la strada per arrivare in spiaggia. Sono moltissime le ragioni per cui mi sono legato a questo tratto di costa.

Si può dire quindi, senza timore di smentita alcuna, dire che a Bados lei c'è cresciuto. Quali sono i ricordi più significativi che ha di questa spiaggia e di quello che qui ha vissuto?

Sono molteplici, penso per esempio ai primi anni di esperienza qui da concessionario, quando dal mio corridoio di lancio partivano gli americani che al tempo frequentavano questa spiaggia.

Molto forte e lucido nella mia mente è il ricordo di mio padre, che ho perso che ero un ragazzino, una scomparsa che mi ha segnato particolarmente. Il suo modo di lavorare a contatto con il pubblico, quella sua gentilezza nel servirli, lui faceva il macellaio, e la sua figura rimangono per me un punto di riferimento anche nel mio lavoro.

Era straordinario, per dare un' idea di come le cose erano diverse quando ero adolescente, potermi fermare in ogni baracca, proprio a un passo dalla spiaggia, dove erano molte le famiglie olbiesi che, come in una grande famiglia, mi offrivano da mangiare. Si stava in compagnia, si cantavano le canzoni di Battisti, il vicinato era sempre disponibile...però, nonostante tutto, al tempo non si poteva "pomiciare", farlo con la tranquillità di oggi poi, era considerato tabù.

Ricordo Zio Francolino Pitzalis, grande persona, il fratello che faceva le messe in spiaggia. La famiglia Degortes, i fratelli Carta, i Deiana, i Petta. Si giocava moltissimo.

Bados era sicuramente la spiaggia degli Olbiesi, dopo che vennero smantellate le baracche le cose sono cambiate, ma rimane certamente una delle più frequentate. Ricordo che ci sentivamo sempre in famiglia.

C'è una particolare esperienza che l'ha vista protagonista nella spiaggia di Bados, di questa esperienza ancora conserva l'articolo nel suo bar. Ci racconti.

Una signora cercava il marito in acqua perchè non rientrava, aveva 71 anni, ed io avevo un bagnino in servizio. Quest'ultimo ha visto quest'uomo alla boa, e segnalatami la presenza del signore in acqua sono andato in canoa sino li per salvarlo, era piuttosto pesante e si dimenava. Ricordo che aveva bevuto. L'ho riportato a riva. La sua fortuna è stata che per caso, tra le clienti dei miei ombrelloni, vi fossero due donne del soccorso svizzero. Tutti abbiamo collaborato. Constatato che aveva perso i sensi, la moglie aveva detto che il malcapitato aveva bypass, io non ero sicuro di riuscire a rianimarlo. Intanto mio fratello aveva liberato il passaggio e arrivata l'ambulanza e tutta la spiaggia tratteneva il fiato e attendeva che la situazione si risolvesse. Poi subito rianimato venne portato al pronto soccorso. Con il signore che abbiamo salvato poi c'è sempre stato un bellissimo rapporto, sono numerose le volte che poi ci siamo rincontrati. Ora ci siamo persi di vista, ma il ricordo di quella giornata rimane indelebile nella mia mente.

Dal punto di vista ambientale come è cambiata?

Bados è molto cambiata, oggi la spiaggia sembra fatta di "neve". Questo perchè c'è sempre stato il saccheggio, una mania di turisti e non, dei sassolini bianchi. Bisogna considerare che anche l'afflusso è cambiato e, aumentando notevolmente, ne ha risentito anche la spiaggia. Il mare ha sempre dato e riportato. Per non parlare della sabbia che si perde con le scarpe, gli asciugamani, i giochi etc...la spiaggia nel tempo la perdi e questo è un dramma.

Come nasce il Chiringuito e la sua attività?

L'attività nasce dalla passione del windsurf, diventato amico fraterno di Nardo, di San Teodoro, ho iniziato con il noleggio di attrezzature, due canoe e un pedalo, facevo anche qualche lezione. Mia madre mi dava del "Mandrone", ma poi con fatica e ingegno cercavo di creare un business. Avevo questo sogno di aprire il baretto, ma gli ostacoli erano molti, si doveva arrivare a Cagliari, barcamenarsi con la burocrazia, e anche se oggi tutto sembra facile, io ho impiegato 8 anni ad ottenere l'autorizzazione per gli ombrelloni!

Devo dire che dopo anni il demanio è finalmente gestito dal comune, con giovani in gamba, spero che possa essere una buona occasione per spingere l'acceleratore sul turismo, ora che possiamo pianificare facciamolo pensando ad aprirci. Già registriamo un calo drastico sulle presenze, sia per i traghetti che per via della nostra incapacità di attrarre turismo. Sarebbe bene fornirci la possibilità di regolarizzarci per campi, docce etc. Non chiedo di più, chiedo di poter operare come già faccio, senza essere etichettato come un usurpatore.

Quindi dico, cerchiamo di sederci a tavolino con in mente che il futuro della nostra terra è il turismo. Io ho in concessione 30 metri di spiaggia, la spiaggia, quella dove non ci sono ombrelloni, è vuota. Evidentemente il nostro servizio è utile, il servizio che danno i concessionari è utile.

Per me è una guerra quotidiana, è questione veramente di mentalità, se tu parli con un olbiese, dirà che vuole la spiaggia libera, che non dobbiamo "privatizziare" niente...voglio ricordare che noi paghiamo per la concessione, che siamo noi che diamo una buona impressione al turista, se tornano è anche per noi e per il servizio che gli offriamo.

Noi operatori forniamo un servizio a 360 gradi, offriamo sicurezza, acqua, ma siamo sempre i primi a essere tartassati, multati, supertassati e lavoriamo bene 2 mesi l'anno. Non viviamo nel lusso e tantomeno siamo i padroni della spiaggia, piuttosto la tuteliamo.

Aggiungo che ho sempre avuto 2 bagnini minimo, fino a 15 dipendenti nei momenti migliori, rappresentiamo un buon esempio di servizio. Voglio raccontare la realtà, a costo di sembrare ripetitivo, noi diamo un servizio, abbiamo grande rispetto per il posto che ci viene concesso, io, che che qui ho fatto i primi bagni, so bene che i bisogni si facevano dietro le spiagge. Non è tanto difficile comprendere perchè non prendiamo le bandiere blu per le nostre spiagge, semplicemente perchè non siamo organizzati. Invece a Rimini, con il mare che si ritrovano, si prendono anche quelle per il servizio che offrono.

Quale è il suo desiderio per Bados e per Olbia?

Si potrebbe fare molto di più, io mi sento particolare da questo punto di vista, credo che si debba lavorare molto sui ragazzi, sensibilizzare, magari anche multare chi non rispetta la spiaggia, chi butta le cicche. Bisogna credere nelle nuove generazioni, ma anche educarle. Non voglio apparire paranoico, ma si può fare molto, facendo attenzione, non solo a Bados. Forse siamo troppo abituati a vedere questo paradiso e non ci accorgiamo di quanto è bella la nostra isola e il nostro territorio. A me capita di vedere persone che non mangiano il piatto che gli servo la sera per poter fare le foto a Tavolara e alla luna, mi accorgo anche in quei momenti che il nostro territorio non ha il rispetto che merita.

E' papa' da poco, che tipo di mondo vorrebbe lasciare a sua figlia Angelica?

Faccio tanti sacrifici pensando a quello che posso offrirle, vorrei lasciarle intatta questa bellezza che è la Sardegna, vorrei lasciare una terra di cui possa vantarsi, un luogo affasciNante che tutto il mondo ci può invidiare. Vorrei che per lei il mondo sia più semplice, senza tutti i problemi a cui siamo sottoposti. Vorrei insegnarle quante cose belle e genuine sappiamo creare e insegnarle a guardare il passato di questa terra.

Antonio Savigni