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Lo scempio del Nuraghe sotto il viadotto. ProgReS: “Chi non rispetta la Storia non rispetta i sardi”

Lo scempio del Nuraghe sotto il viadotto. ProgReS: “Chi non rispetta la Storia non rispetta i sardi”
Lo scempio del Nuraghe sotto il viadotto. ProgReS: “Chi non rispetta la Storia non rispetta i sardi”
Olbia.it

Pubblicato il 12 May 2011 alle 18:51

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I militanti di ProgReS e il nuraghe Belveghile

ProgReS – Progetu Olbia sceglie un luogo simbolo dove rivendicare lo stato attuale dei monumenti cittadini. «Questo è il simbolo dell’incuria della classe politica che governa la Sardegna – dice il candidato sindaco di ProgReS, Gianmaria Bellu – Alcuni amministratori che hanno permesso tutto ciò sono candidati in queste elezioni. Chi non rispetta la Storia non rispetta la Sardegna e i sardi» afferma con un misto di stupore e di indignazione.

La lista indipendentista raduna i propri militanti presso il nuraghe Belveghile. Il sito archeologico è l’emblema dell’oltraggio alla Storia. È un complesso nuragico nascosto dall’incuria e dallo spregiudicato progredire che non conosce limiti di buonsenso. Si tratta di un monumento, menzionato perfino negli anni Trenta da Taramelli, “ucciso” dalla costruzione di un viadotto che da Olbia nord conduce a Golfo Aranci.

Lo scempio ebbe inizio negli anni Ottanta, quando l’espansione della città necessitava di collegamenti sempre più efficienti con i centri limitrofi. La rete stradale fu quindi ampliata e ammodernata, ma si sa, progresso e salvaguardia storica, molto spesso, non vanno d’accordo. Fu così che il complesso nuragico Belveghile si trovò, come per puro caso, lungo il tracciato in cui sarebbe sorta una nuova arteria stradale. Non si fece nessuna modifica al progetto atta a salvare il monumento. Si pensò, tragicomicamente, di far passare la strada direttamente sopra il complesso nuragico. Per rendere il giusto omaggio al sito, stuprato dal moderno "monumento alla vergogna", si nota la sfacciataggine di chi decise l’intitolazione di quell’opera: “Viadotto Nuraghe” recita un cartello. Oltre il danno, quindi, la beffa.

Come per rincarare la dose, l’attuale stato di conservazione del sito archeologico è pessimo. Eppure possiamo notare la presenza del muro di cinta e di due entrate con architrave. Al suo interno, vediamo ancora alcuni cunicoli che, tra gli escrementi di ovino, ospitano i rottami di un vecchio motorino. Tutt'intorno, tra rovi e cespugli, scorgiamo la presenza di altri ruderi collegati con la struttura maggiore. Per terra, frammenti di vasi d’argilla si confondono tra cumuli di macerie e di fango.