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Cronaca

Le lavoratrici sarde? Molestate, sottopagate, senza servizi e costrette a sostenere da sole il carico familiare

Le lavoratrici sarde? Molestate, sottopagate, senza servizi e costrette a sostenere da sole il carico familiare
Le lavoratrici sarde? Molestate, sottopagate, senza servizi e costrette a sostenere da sole il carico familiare
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 March 2019 alle 19:10

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Olbia, 18 marzo 2018 - Come se la passano le lavoratrici sarde? Male, anzi malissimo: è questo ciò che emerge da un sondaggio compiuto da Caminera Noa tramite lo strumento di Telefono Ruju dedicato alle condizioni del lavoro produttivo e riproddutivo in Sardegna.

"I primi dati raccolti dipingono un quadro desolante sul fronte dei diritti negati delle donne e dell’impossibilità di intraprendere percorsi di autodeterminazione che consentano una reale affermazione nella società e nel mondo del lavoro", spiega Caminera Noa in una nota stampa.

Il questionario, in forma anonima, ha visto la partecipazione di di 350 lavoratrici sarde che hanno potuto partecipare grazie all'interessamento di tante "organizzazioni politiche, collettivi, movimenti e reti femministe oltre che sulle piattaforme online messe a disposizione dell’iniziativa".

"Il quadro generale che emerge è caratterizzato da disparità di trattamento nell’ambito lavorativo tra uomini e donne, dalla tendenza a dover sottostare a frequenti molestie sessuali e dall’impossibilità di coniugare famiglie e lavoro", continua Caminera Noa.

"Circa il 51% delle donne denuncia l’assenza di servizi quali scuole, asili nido, strutture che possano in qualche modo permettere di coniugare vita famigliare con l’attività lavorativa ed emerge quanto le aziende tendano a scoraggiare la decisione di una gravidanza".

Se nel lavoro non va bene, in famiglia forse è anche peggio. Le donne sarde non possono contare sulla suddivisione paritaria del carico famigliare: questo (pulire, cucinare, badare ai figli) è tutto sulle loro spalle, sia perché obbligate a rinunciare al lavoro (ricatti, precarietà, zero servizi, stipendi infimi), sia perché - evidentemente - qualche compagno/marito latita.

"I risultati del questionario mettono ancora una volta in luce quanto nel mondo del lavoro le donne siano svantaggiate rispetto agli uomini. Risultati che richiedono una riflessione collettiva e l’apertura di percorsi di liberazione e di trasformazione sociale nei quali, uomini e donne, concorrano assieme alla costruzione di una società con pari diritti per tutti e per tutte. Tematiche che Caminera Noa ha posto alla base del proprio percorso politico", conclude il movimento.

Alla luce di questi dati, sconfortanti, bisognerebbe riflettere su due fronti: da una parte l'assenza cronica di servizi, dall'altra una società che butta addosso tutto il peso della famiglia sulle donne.

L'unica maniera per risolvere il problema è ispirarsi al Nord Europa, dove esiste un tasso di occupazione femminile elevatissimo (oltre l'80%) e dove le politiche pro-famiglia sono paritarie, ovvero si rivolgono all'intero nucleo familiare per permettere ad entrambi i genitori di potersi realizzare senza dover rinunciare ai figli.

Nulla a che vedere con la recente proposta del "reddito di maternità" con il quale si "pagano" le donne in quanto "madri" con l'effetto di tenerle a casa a badare ai figli per 8 anni o per sempre dal quarto figlio in poi.