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L'angelo dello stargate e la pittura vibrazionale nell’arte di Annamaria Monti

L'angelo dello stargate e la pittura vibrazionale nell’arte di Annamaria Monti
L'angelo dello stargate e la pittura vibrazionale nell’arte di Annamaria Monti
Gian Battista Faedda

Pubblicato il 08 April 2017 alle 10:57

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Non è fortuna comune cogliere la pulsione dell'artista nel gesto creativo. Non lo è nella fase di substrato, di adstrato e di superstrato del momento del concepimento. L'unica consolazione è che l'occhio dell'osservatore si posa su una testimonianza che dalla soggettività dell'autore si inscrive in un enclave di oggettività, di intertestualità, di afflato umano e universale. L'angelo è l'Agnus, il tramite fra il terreno e il trascendentale.

Nella cultura occidentale, come in culture altre rappresenta, o meglio è, il medium. Lo è nella positività come nella negatività: si pensi al ruolo dell'arcangelo Gabriele, a San Michele arcangelo, al Jibril del corano. L'angelo annuncia il trascendente (annuncia Dio a Maria), l'angelo diventa donna con gli stilnovisti del XIII secolo. L'angelo, da sempre, seduce, ovvero conduce a se (dal latino secum ducere), ipnotizza, da asessuato, in vesti femminee o nelle interpretazioni rinascimentali che incontrarono la censura. L'angelo attrae, come nello sguardo ammaliante creato dalle pennellate liriche di Annamaria Monti.

E' un'attrazione materiale, erotica, ma questo è solo il mezzo per guidare verso un insegnamento superiore. Gli occhi grandi, simbolo di sincera apertura verso il proprio mondo interiore, sottolineati ed esaltati, nella policromia dell'insieme, da un verde smeraldo che immediatamente rapisce, come le sirene di Ulisse, e in pari tempo rasserena. Tratti di giallo segnano la presenza di forza, una forza ancora terrena, femminea e poi angelica che non mira alla conquista dello spettatore incantato ma a farlo proseguire, nel viaggio intrapreso, verso il trascendente, verso il mistero. Il divino.

Già il movimento delle ciocche, ora color oro (segno del divino) ora viola (segno del termine dell'esperienza materiale) esprimono il dinamismo dello stargate, ovvero del cancello che conduce alla catarsi, all'infinito. Il cancello delle stelle, che conduce alle stelle, il cui rilucere è percettibile appena sopra le scure entità dell'insondato di fronte al cui richiamo l'uomo scopre la propria debolezza e la propria incapacità di resistere. L'angelo diventa il cancello stesso e con esso si identifica, ne spalanca le ante per accogliere verso un bene e un sapere superiore. Supremo. Quello diventa il punto focale, come in una realizzazione prospettica, irraggiungibile senza i matematici calcoli della seduttività dinamica di uno sguardo angelico che brama, incanta, vibra e fa vibrare in uno scambio bioenergetico rigenerante.

Biografia in breve:Annamaria Monti nasce a Villanova Monteleone. Dipinge praticamente da sempre. Si forma al liceo artistico di Cagliari per iniziare, subito dopo, una carriera ultratrentennale di docente d’arte nelle scuole medie inferiori. E’ stata protagonista di numerose mostre personali e collettive in Sardegna e in Europa. Vive e opera a Bonorva. Negli ultimi anni ha trovato ispirazione nella “pittura vibrazionale in dimensione angelica”, realizzando opere che hanno riscosso un considerevole successo. L’ultima mostra, in ordine di tempo, alla rinomata Galleria ARTtime di Udine lo scorso Dicembre, in occasione di una collettiva per la quale un suo dipinto è stato scelto quale immagine emblematica dell’evento.

©Gian Battista Faedda

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