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La mia era la vera Olbia - di Salvatore Careddu

La mia era la vera Olbia - di Salvatore Careddu
La mia era la vera Olbia - di Salvatore Careddu
Patrizia Anziani

Pubblicato il 28 October 2018 alle 17:08

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La mia era la vera Olbia, così come disse della Toscana Indro Montanelli tanti e tanti anni orsono paragonando la stessa a quella del passato. Così voglio parlare ancora una volta della mia Olbia, con alcuni dei miei ricordi e impressioni della vita che conducevo prima che la lasciassi per far parte della famiglia dell'Arma dei Carabinieri.

Io ho vissuto, è vero, nel cuore di ciò che era il porto d'approdo, il primo della Sardegna. Ho vissuto nel cuore del Logudoro che conservava il carattere unico delle tradizioni e degli usi schiettamente popolari. Come diceva Grazia Deledda, nelle feste, emergeva il carattere intonato alle favole e al paesaggio. Così ci si divertiva negli incontri delle feste nelle campagne a San Paolo di Monti, Cabu Abbas, San Nicola.

Ricordo zio Florio detto Florisceddu,citato nel volume delle foto di Nello di Salvo, conosciuto come il trombettista banditore. Era una delle figure più simpatiche della città. E con esso, quei giorni di festa non frequenti, interrompevano con una nota vivissima di colore la monotonia un po' grigia della vita. Ma si era realisti e umani. Anche se si aveva modo di notare che tanti anni di immobilismo, stavano mutando con le comunicazioni sempre più facili, il più frequente contatto con il continente, non trasformavano il colore e lo spirito degli olbiesi.

Olbia di oggi non è più l'Olbia della mia fanciullezza, anche se non avevamo il benessere a cui si ambiva, si viveva in profonda umanità. Si era contenti anche se non avevamo tutto.

M.llo Salvatore Careddu

Sestri Levante 2018