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La metro di Copenaghen parla OLBIESE: ecco Antonio Burrai, l'ingegnere che ha curato i calcoli strutturali

La metro di Copenaghen parla OLBIESE: ecco Antonio Burrai, l'ingegnere che ha curato i calcoli strutturali
La metro di Copenaghen parla OLBIESE: ecco Antonio Burrai, l'ingegnere che ha curato i calcoli strutturali
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 October 2019 alle 13:14

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Olbia, 18 ottobre 2019 - La metro di Copenaghen parla italiano, ma non solo: parla anche olbiese.

Nel team che ha realizzato questa importante opera c'è anche un olbiese e non è un olbiese qualsiasi.

Si tratta dell'ingegnere Antonio Burrai, presidente del Fab Lab Olbia: una delle menti più creative e dinamiche della cittadina, impegnata anche in molti progetti a favore della comunità.

L'opera si chiama Cityringen e non è altro che la M3 di Copenaghen.

"Un percorso circolare sotterraneo composto da 17 fermate metro, lungo circa 17km a 30 metri sotto il livello del suolo e costruito nel tempo record (per questa tipologia di opere), di 8 anni", spiega il dott. Burrai.

"E' una metropolitana driverless, non ci sono piloti ed e' completamente automatizzata. La linea M3 si unisce da altre due linee , la M1 e la M2, già in funzione. La città' di Copenaghen affianca quindi una nuova ed efficientissima infrastruttura di trasporto pubblico ad un città già fortemente orientata ad un futuro car-free".

Chi ha curato il progetto?

La progettazione, dopo un concorso internazionale, è stata affidata alla famosissima multinazionale delle costruzioni Salini Impregilo, italiana, che costruisce megastrutture in tutto il mondo. (https://www.salini-impregilo.com/en/projects/completed/railways-undergrounds/copenhagen-cityringen-metro.html). A sua volta, la salini-impregilo ha affidato la progettazione delle strutture a imprese italiane con forti curricula nella progettazione delle stesse, tra cui la Setin srl (www.setinsrl.eu), societa' con la quale collaboro da circa nove ormai.

Lei che ruolo ha avuto in questa bellissima impresa?

"Il mio ruolo è quello dell' ingegnere strutturista, o come si dice in gergo il "calcolatore" e ho sviluppato i calcoli strutturali di due stazioni metro, e partecipato direttamente ad altre tre. Cosa fa lo strutturista? In sintesi crea dei modelli virtuali in scala degli edifici e simula il loro comportamento in relazione ad eventi esterni rischiosi (terremoti, tsunami, bombe e anche missili)".

Generalmente in Italia le opere pubbliche ci impiegano anni, a volte decenni, per essere concluse. Come mai in Danimarca siamo stati così veloci?

Perché noi italiani siamo stati così bravi e veloci in Danimarca? I danesi sono tremendamente precisi e pretendono altrettanta pignoleria. I nostri calcoli erano sottoposti ad un triplice controllo: un ente di certificazione internazionale, il Ministero delle Infrastrutture danese ed infine, a progettazione ultimata, un validatore. Il livello di qualità richiesto era elevatissimo. Mediamente per uno dei sei solai interni di una stazione (60 metri per 20 metri) producevamo un report in inglese di circa 800 (ottocento) pagine e 50 (cinquanta) tavole per il cantiere. E' stato un compito molto complesso ma ci siamo fatti valere.

Su quante stazioni avete lavorato?

Cinque stazioni su diciassette sono state sicuramente un ottimo risultato per una studio di ingegneria giovane e dinamico (media del direttivo 45 anni, media dipendenti 33 anni), ed è stato una incredibile palestra per poter poi entrare nel mondo della progettazione internazionale. Tra i vari progetti che meritano di essere citati, che sono stati già completati o sono in in progress: sette edifici per l'expo di astana in Kazakhstan (https://expo2017astana.com/en/ ), i cassoni sommersi del MO.S.E. di Venezia nella Bocca di Chioggia (https://www.mosevenezia.eu/ ), il Kuwait New Maternity Hospital (KNMH) a Kuwait City (https://www.sshic.com/news/kuwait-new-maternity-hospital-knmh ), una base NATO a Kabul-Afghanistan, il ponte sospeso sul Danubio di Braila-Romania con una campata centrale di 1120 metri (https://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=2055082 )e cosi' via. Alcuni progetti non posso purtroppo nemmeno citarli per questioni di privacy.

Per voi è stato un bellissimo traguardo.

Otto anni fa eravamo molto giovani, anche come società, ma siamo stati tra i primi in Italia ad utilizzare l'approccio B.I.M. (Building Information Modelling) nella gestione di impianti, architettura e strutture su opere internazionali di questa importanza strategica. Oltre al ruolo dello strutturista in questi anni, complice anche la mia esperienza con il Fab Lab di Olbia di cui sono project manager, ed il nuovo Fab Lab di Oristano, ho inserito in società e ricoperto anche il ruolo di innovation manager. Ho potuto inserire quindi nel workflow aziendale una serie di attività ad alto tasso innovativo: prototipazione strutturale di tipo meccanico, virtualizzazione dei modelli bim con unreal engine e accesso interattivo ai dati, file-to-factory tramite Grasshopper e Tekla per le strutture spaziali in acciaio, stato di avanzamento del cantiere con la realta' aumentata e i visori Hololens, etc.

Desidera ringraziare qualcuno?

Ci tengo a ringraziare anche l'amministratore delegato della Setin srl, l'ing. Filippo Daniele e l'ing. Claudio Muller per il supporto e la stima reciproca. E un grazie anche allo staff di ragazzi che sono il nostro fortissimo esercito: Monia, Giulia, Enrico, Carlotta, Andrea, Fernando, Gabriele, Francesca, Ivan e Vincenzo.

E nel futuro?

Prossimo progetto: l'aeroporto di Tashkent in Uzbekistan. Stay tuned!