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Cronaca

La Maddalena: "giù le mani dall'ospedale Paolo Merlo"

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Olbia.it

Pubblicato il 17 September 2018 alle 17:10

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La Maddalena, 17 settembre 2018 - "Giù le mani dalla sanità pubblica, giù le mani dall'ospedale Paolo Merlo": è questo lo slogan della manifestazione che si svolgerà il prossimi 22 settembre, a partire dalle ore 11, a La Maddalena.

A organizzarla è il movimento sardo Caminera Noa, che da tempo segue le vicissitudini della sanità sarda denunciandone le mancanze, insieme al Comitato in difesa del "Paolo Merlo".

"La sanità pubblica è un bene comune che va tutelato anche impedendo progetti di speculazione privata che la danneggino. Nonostante si faccia di tutto per evitare di associare la realizzazione del Mater Olbia al ridimensionamento della rete ospedaliera pubblica di La Maddalena, tutta la Gallura e di tutta la Sardegna, la verità è facilmente dimostrabile e tutta contenuta nelle diverse disposizioni di legge dal 2014. L'accordo imposto da Renzi a Pigliaru per agevolare “gli investimenti privati nelle strutture ospedaliere” è chiaramente riportato nella legge di stabilità 164 del 2014 - si legge nella nota stampa -.Il “punto di riferimento per la Gallura”, come è definito il Mater, costerà caro all'isola: mentre la parola d'ordine per gli ospedali pubblici è “riduzione della spesa”, per il Mater, gli euro messi a bilancio ammontano a 55,6 milioni l’anno (Deliberazione di Giunta Regionale n.24/1 del 26/06/2014).Non è un caso che in questi ultimi due anni siano nati già sedici Comitati in difesa degli ospedali e dei propri territori, molti dei quali convergono nella Rete Sarda in difesa della Sanità Pubblica".

Caminera Noa e il Comitato Cittadino in difesa del “Paolo Merlo” di La Maddalena chiedono il miglioramento dei servizi ospedalieri pubblici di grandi dimensioni, ma anche la tutela dei piccoli ospedali e quelli delle “zone disagiate”, che sono a rischio chiusura o che sono declassati e trasformati in pronto soccorso o strutture di lunga degenza.

"L'efficienza della sanità pubblica non può essere intesa come un mero taglio delle spese, bensì come una reale riorganizzazione che garantisca uguali servizi di qualità per tutti, a prescindere dalla densità abitativa delle aree di interesse", sottolinea Caminera Noa.

Quello dell’Ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena, secondo il movimento, è sicuramente uno dei casi più emblematici. "Un esempio dei tanti danni subiti è quello del punto nascita: a tal proposito chiediamo che non sia chiuso solo perché non risponde a parametri, europei e italiani, stabiliti sulla base di concetti economici di austerity completamente decontestualizzati dalle realtà cui sono applicati. Chiediamo perciò che si applichi la deroga così com’è stato per altri ospedali definiti di “zone disagiate”, per esempio in Sicilia: Bronte, Licata, Nicosia, Corleone, Pantelleria e Cefalù; in Trentino: Cles e Cavalese; in Emilia Romagna: Scandiano (Re) e i due situati nel cratere sismico: Mirandola (Mo) e Cento (Fe)", continua il movimento politico.

Caminera Noa, inoltre, non si ferma al punto nascita ma chiede il ripristino e/o il potenziamento dei servizi soppressi o ridimensionati a La Maddalena come ad esempio l'Oncologia, la Pediatria, la Dialisi, la Farmacia ospedaliera.