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Cronaca

Intervista a Massimiliano Mazzotta, regista del film-inchiesta "Oil"

Intervista a Massimiliano Mazzotta, regista del film-inchiesta
Intervista a Massimiliano Mazzotta, regista del film-inchiesta
Olbia.it

Pubblicato il 05 August 2011 alle 15:15

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L'anfiteatro comunale di Osilo fa da scenario alla pellicola "Oil secondo tempo", il sequel del primo film documentario sulla Saras di Sarroch del regista salentino Massimiliano Mazzotta. "E' unpersona comune, uno di noi, che però non ha avuto paura di parlare" interviene un signore durante il dibattito successivo alla proiezione del film e parte un lungo, lunghissimo applauso al coraggio del giovane regista. Massimiliano Mazzottavive a Milano ormai già da 30 annima ènato in Puglia, nel Salento, è un meridionale insomma, vicino alla Sardegna e alla terribile vicenda della Saras, la raffineria di petrolio a Sarroch, nel cagliaritano. "Il grande mostro" dei Moratti inquina e uccide, il tasso di mortalità e malformazioni infatti è uno dei più alti in Italia,e "Oil" denuncia, attraverso la testimonianza di persone che hanno lavorato alla Saras, lo sporco lavoro di imprenditori che "se ne fregano di rispettare l'ambiente e la popolazione locale, ma fanno solo i loro porciinteressi."

"Sono venuto a conoscenza della Saras nel 2007 mentre stavo in vacanza da un'amica. Andavamo a Pula quando ad un certo punto vidi una costruzione gigante, ci trovavamo in un paradiso terrestre e l'immagine di quell'obbrobrio mi inquietò particolarmente. La mia amica mi disse che "quella cosa" era la raffineria di petrolio di Moratti, io lo ignoravo completamente." E' partita così l'avventura del giovane regista, la cui vita è drasticamente cambiata da quando si è messo contro la potente famiglia d'imprenditori milanesi. "Sapevo che avrei dovuto cambiare qualcosa, il mio studio al centro di Milano è stato distrutto così come lo scooter, per non parlare di minaccie e intimidazioni, a Dicembre andrò in tribunale, io che prima non sapevo neanche come fosse fatto un avvocato" sorride Mazzotta, ma dietro quel sorriso si nasconde un velo di malinconia. Lui che pur non essendo sardo si è battuto per questa terra, ha fatto inchieste, si è scontrato con chi voleva metter a tacere tutto. E ora va in giro per la Sardegna con il suo "Oil Tour" per informare i sardi, troppo spesso tenuti all'oscuro di ciò che avviene nella loro isola. Le proiezioni sono generalmente organizzate da associazioni locali, l'IRS nel caso di Osilo e anche a Sarroch ci hanno provato. "La prima volta riuscimmo a proiettare il film in un bar di una ragazza, bar che ora stranamente non esiste più e la ragazza è stata costretta a partire, ora vive a Torino." afferma il regista. "Nonostante gli abitanti abbiano raccolto 53 firme, così come ci avevano richiesto, a Sarroch il documentario non può essere proiettato, è stato censurato." continua sconsolato Mazzotta. Il suo film informa, ferisce, scuote le coscienze.Il documentario termina con un'immagine forte dell'Africa che può essere certamente applicata alla Sardegna: "L'Africaè povera perchè non è libera".