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Cronaca

Inchieste fotografiche: dopo il centro storico, ecco una parte del waterfront

Inchieste fotografiche: dopo il centro storico, ecco una parte del waterfront
Inchieste fotografiche: dopo il centro storico, ecco una parte del waterfront
Angela Galiberti

Pubblicato il 11 April 2013 alle 20:15

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Olbia - Questo sabato Olbia aprirà ufficialmente la stagione crocieristica. Sarà una giornata importante per la città: l'anno scorso sono stati proprio i vituperati crocieristi a mitigare l'effetto nefasto della crisi economica. Ma cosa troveranno al loro arrivo? Del centro storico abbiamo già parlato. Oggi ci concentriamo sul waterfront. Il Molo Brin deve essere ancora riqualificato. I lavori dovevano partire il Primo Aprile, ma ancora non c'è segno di cantieri aperti: sarà stato un pesce d'Aprile anticipato. Poi, il Museo: fiore all'occhiello dell'offerta turistico-culturale... Al suo interno. Perchè il suo ingresso è il regno del degrado. O meglio, dell'amarcord, dei ricordi, dell'Olbia-che-fu. L'area di fronte al museo, quella sorta di "fagiolone" incastonato tra percorsi in granito, ha avuto una storia travagliata e lunghissima. Gli olbiesi ricorderanno quando proprio in quel punto vi erano i parcheggi a "spina di pesce" e ricorderanno sicuramente cosa c'era subito dietro: un bellissimo giardino. Le nuove generazioni non hanno conosciuto quel bellissimo parco cittadino fronte-mare nelle cui aiuole sbocciavano dei bellissimi fiori bianchi e non ricorderanno nemmeno il mitico "Chalet", il locale in cui la generazione della rivoluzione sessuale si incontrava e dove le band locali si esibivano. Di quel fermento e di quella bellezza è rimasto il ricordo, ma non solo. Le tracce di quel passato - che oggi possono essere catalogate come degrado urbano - sono ancora ben visibili. Accanto all'ingresso del Museo si possono scorgere le mattonelle di quello che fu il pavimento dello Chalet. La gran parte sono nascoste dalla vegetazione o dalla terra, eppure quel poco che è rimasto in vista non può non richiamare l'attenzione. Stessa sorte per i vialetti del giardino: si trovano sempre accanto all'ingresso del Museo, ma dalla parte opporta rispetto ai pavimenti dello Chalet. E che dire del "fagiolone" che ogni estate ospita il Luna Park? Lì vi sono ancora le tracce della viabilità del parcheggio che c'era un tempo. A osservare tutto con silenziosa testimonianza dei vecchissimi pini marittimi (sperando sempre che a qualcuno non venga l'idea di abbatterli!). Nonostante queste "presenze" possano riscaldare il cuore di chi ha conosciuto Chalet e Giardino, oggi questi cocci e questi asfalti rappresentano l'ennesimo esempio di degrado. Un vero peccato, perchè quell'area ha una grande potenzialità estetica e attrattiva. La galleria completa dell'Amarcord-Chalet è sulla nostra pagina Facebook.