Olbia - Galeotto fu il
caos del CSL che, senza i suoi collaboratori precari, si è
ingolfato con la fine della stagione turistica e il conseguente arrivo, negli uffici, di
centinaia di lavoratori stagionali. Le notizie rimpallate sulle tv locali e sulla stampa cartacea e on line hanno scatenato un dibattito tra i dipendenti della Provincia di Olbia-Tempio. Pochi giorni fa, il commissario Pirari ha firmato la delibera che
autorizza la procedura, per così dire, di
stabilizzazione dei precari del CSL che dovranno essere assorbiti dall'Agenzia regionale per il Lavoro per poi essere reinseriti nei CSL senza costi aggiuntivi per gli enti intermedi.
La notizia è stata accolta con favore dai precari CSL, mentre una
nota stampa firmata USB-CISL FP, nella quale si diffiderebbe la Provincia nell'utilizzare
personale non qualificato, sta esarcebando gli animi dei dipendenti provinciali. A chiarire la faccenda è
Miranda Soddu del
Comitato Dipendenti Provincia Olbia Tempio. "Alcuni dipendenti a tempo indeterminato della Provincia di Olbia Tempio, ed assegnati al Settore 3, attualmente
sono stati incaricati, oltre che del disbrigo degli ordinari compiti di lavoro,
di affiancare i colleghi addetti al CSL di Olbia per l’acquisizione delle conoscenze relative alle procedure connesse ai servizi erogati - scrive in una nota stampa il comitato olbiese rappresentato dalla portavoce Miranda Soddu -Dispiace quindi che proprio le organizzazioni deputate a difendere e tutelare i diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori, siano disposte, pur di portare avanti le proprie dispute o avvalorare le proprie tesi, a
calpestare la dignità professionale di coloro che in questo momento evidentemente sono di intralcio o addirittura minano i loro obiettivi". Il comitato, proprio a tal proposito, ha scritto un
documento ufficiale di fuoco con il quale i dipendenti chiedono al commissario Pirari di far cessare quelle che il comitato definisce come "
aggressioni verbali lesive della dignità e dell’immagine dei dipendenti ma anche dell’Ente medesimo". Secondo il Comitato, infatti, è "è di esclusiva competenza dei dirigenti l’attività di gestione delle pubbliche amministrazioni, mediante l’esercizio di autonomi poteri di spesa e di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo; che l’attività amministrativa si deve conformare ai principi stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato".