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Gruppo Folk Olbiese, dopo due anni lo scottis torna in piazza: "per noi legame indissolubile con San Simplicio"

Il gruppo porta avanti le tradizioni ed il folklore locale

Gruppo Folk Olbiese, dopo due anni lo scottis torna in piazza:
Gruppo Folk Olbiese, dopo due anni lo scottis torna in piazza:
Camilla Pisani

Pubblicato il 12 May 2022 alle 06:00

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Olbia. Una tradizione lunga più di quarant’anni, nel segno di un folklore dalle radici antiche: è la storia del Gruppo Folk Olbiese, che con i suoi colorati costumi e le sue danze, porta avanti un segmento importante dell’identità culturale gallurese.

“Il gruppo nasce nel 1978, con lo scopo di riportare alla luce i costumi della città, altrimenti perduti. Aspetto fondamentale è il legame indissolubile con il Santo Patrono; infatti il gruppo nasce proprio in onore di San Simplicio, inaugurando una tradizione che per quarantaquattro anni non si è mai interrotta” spiega Sergio Pileri, presidente e capogruppo.

La cultura tradizionale riportata in auge dal gruppo parte dai costumi ed arriva alla danza: “lo scottis, il ballo degli stazzi, è un ballo di importazione che proviene dalla Scozia, e si è diffuso solo ed esclusivamente nelle coste galluresi. Il primo a portarlo sui palchi e nelle piazze è stato proprio il gruppo folk olbiese (vincendo anche un titolo mondiale), ma è presente da più di un secolo. I costumi sono stati fedelmente ricostruiti; quelli da donna sono tre, il costume da sposa, quello da nubile e quello da sposata. I costumi da uomo sono quello da possidente (tipico dei proprietari terrieri) e quello più semplice, da povero” continua Pileri.

Il legame con la festa di San Simplicio rappresenta un nodo fondamentale: “gli uomini si occupano di portare a spalla la statua del santo, mentre prima di iniziare la processione le donne portano un cestino di rose in chiesa, che vengono benedette e poi distribuite. Per noi San Simplicio è la festa davvero nostra, sentiamo un legame fortissimo” spiega il presidente.

A rendere peculiare l’attività del gruppo è sicuramente lo scottis, ballo su cui si inseguono diverse note storiche: “il ballo veniva insegnato negli stazzi, la storia narra che quando proprio all’interno degli stazzi venivano costruiti i pavimenti, venissero chiamate le coppie delle case vicine per andare a ballare lo scottis, allo scopo di appiattire il pavimento. Di storie ce ne sono tante su questo ballo che viene tramandato di maestro in maestro” racconta ancora Pileri.

Dopo due anni di pandemia, il ritorno è decisamente emozionante: “anche durante la pandemia, il gruppo non ha mai mollato né si è disgregato; tornare è però sicuramente bellissimo, perché consente di riassaporare le proprie tradizioni, quelle che amiamo tanto da portarle avanti da decenni. Riaffiorano le emozioni, che per chi è appassionato sono sempre presenti; noi non vediamo l’ora di rimettere il costume per continuare a trasmettere la nostra identità culturale; quindi il ritorno alla normalità e la ripresa di sagre e feste è certamente importante” conclude il capogruppo e presidente