Olbia, 25 Febbraio 2014 - Golfo Aranci è un piccolo paese, ma pensa in grande. Dopo il lungomare, la sirena, il museo sommerso, i gemellaggi con il Nord Europa e Cuba, ecco il porto turistico. O meglio:
250 posti barca, per natanti sino a 30 metri, distribuiti lungo tutto il lungomare del paese. Praticamente una
passerella estiva naturale. Il progetto, portato avanti dalla giunta Fasolino, è un chiaro messaggio: o si prende il treno dell'industria turistica, oppure si è destinati ad affondare. Il messaggio implicito è rivolto alla Capitale della Gallura, Olbia, e dice "svegliati!". E' impensabile, infatti, pensare a un territorio ricco mentre il grigiore avvolge la sua capitale.
Olbia è una città-territorio e tutto ciò che arriva ad Olbia, arriverà prima o poi in tutti gli altri 25 Comuni. Per questo è importante che Olbia trovi la forza di reagire e non solo all'alluvione. Il territorio olbiese è al palo da quando è arrivata la crisi economica. Tra patto di stabilità, scelte obbligate e un po' di lentezza nell'affrontare certi nodi cruciali, Olbia è tale e quale a 5 anni fa. A parte la realizzazione dell'Urban Center e qualche altro spunto notevole (qualche cantiere, l'infopoint turistico, il passaggio futuro alla raccolta differenziata), tutto il resto tace. Olbia sembra immersa in una bolla del tempo, all'interno della quale niente si muove e quando si prova a smuovere qualcosa tutto diventa più lento e difficile. A quest'ora, Olbia avrebbe dovuto avere un
Piano Urbanistico Comunale approvato, avrebbe dovuto avere il
Piano Utilizzo dei Litorali operativo, avrebbe dovuto avere un'idea progettuale per il
Porto Turistico, avrebbe dovuto avere un
Museo Archeologico funzionante, avrebbe dovuto avere anche
strade tutte nuove, un bellissimo
lungomare e un nuovo
polmone verde (l'ex Artiglieria, purtroppo devastata anch'essa dall'alluvione).
Olbia è così: immersa in un non-tempo, non va nè avanti nè indietro. In più, Olbia perde pezzi - come il Tribunale - e perde serenità - con l'alluvione, i suoi morti e i suoi danni. Olbia deve
reagire, trovare la forza per ritornare ad essere la
locomotiva trainante di tutto il territorio. La sua classe dirigente deve avere uno
scatto d'orgoglio e pensare meno alle beghe di palazzo per indirizzare queste energie verso la città e i suoi cittadini.
Perchè Olbia è un territorio ricco di potenzialità, ricco di bellezze maltrattate e ricco di occasioni sprecate.