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Cronaca

Gli olbiesi di "Voes" propongono un "Patrimonio a lunga esposizione"

Gli olbiesi di
Gli olbiesi di
Laura Scarpellini

Pubblicato il 06 November 2019 alle 20:04

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Olbia, 6 novembre 2019 -La città di Olbia è animata da un interessante fermento culturale che attraverso le numerose iniziative sta attuando in maniera sempre più incisiva una vera e propria promozione del proprio territorio.

A tal riguardo tra le varie associazioni culturali olbiesi c'è da far nota dell'associazione "Voes" che proprio attraverso l'uso documentale della fotografia e del video si pone l'obiettivo, è proprio ilo caso di dire, di far conoscere la nostra terra. Incontriamo Dario Bertini che forte delle sue esperienze professionali come filmakers, apporta un importante contributo all'attività associativa ormai da tempo. Dario è stato uno dei protagonisti della realizzazione dell'opera "Patrimonio a lunga esposizione" con cui Voes intende divulgare il più possibile la bellezza degli scenari naturalistici e archeologici sardi. Ora siamo alla pubblicazione del secondo volume che vede quindi una prosecuzione del progetto fotografico.

Dario ci spiega quale sia stata l'idea di partenza che ha dato forma al secondo bellissimo volume: "L'idea primordiale si ha dall'unificazione di una passione per la fotografia paesaggistica dal tramonto all'alba di un gruppo di amici e la capacità di vedere in quei lavori la possibilità di essere altro che semplici post sui social da parte di un umile addetto ai lavori. Grazie alla lungimiranza di Mark Federighi ed alla guida del Presidente Gian Carlo Caboni, quella che era un idea si è tramutata da prima in una associazione culturale che ha saputo riunire altri fotografi come Fabio Serra e Alberto Barroccu e poi nel progetto "Lunghe Esposizioni" che ha trovato nell'identificazione con la mission societaria, il promuovere il territorio, Olbia e la Sardegna, attraverso l'uso della comunicazione digitale attraverso la fotografia e il video, il proprio obbiettivo. La scelta di indirizzare lo sguardo all'epoca nuragica nel primo volume e alle ere Fenicio- Punica, Romana e Medievale nel secondo è nata proprio dalle sortite notturne del gruppo verso i nuraghi o monumenti del territorio per avere soggetti da poter immortalare. A tutto ciò si è voluto integrare l'enorme lavoro accademico di una giovane studentessa di archeologia, Fabiola Atzori, che ha elaborato i testi d'accompagnamento alle immagini, e che nel periodo di realizzazione dei due volumi è diventata anche dottoressa".

Vista la complessità e la bellezza del territorio, chiediamo a Dario quale sia stato il criterio adottato nello scegliere alcuni siti piuttosto che altri:"Due le linee principali che abbiamo seguito per effettuare una cernita dei monumenti sono state la loro essenza di sito archeologico poco conosciuto o abbandonato e le caratteristiche fotografabili più idonee rispetto a presenza, stazza, situazione dell'ambiente e luce. Questo per poter consigliare mete comunque da valorizzare ai fini turistici, "sfruttabili" dai territori che avessero voluto puntare sulla loro rivalutazione attraverso scavi e messa in sicurezza, così da poter diventare futuribili occasioni di incremento del PIL degli stessi territori".

E' stato di certo un elaborazione complessa che ha richiesto diverso tempo fino alla sua realizzazione: "Se nel primo volume la temporalità dall'ideazione alla stampa ha richiesto circa 2 anni, per il secondo, forti dell'esperienza passata e delle criticità occorse, siam riusciti a ridurre i tempi a poco più di un anno. Considerando che l'impegno non è stato ovviamente giornaliero ma spalmato in circa una decina di giorni al mese tra riunioni, ricerche, organizzazione, e svolgimento, riordino materiale e progettazione. Molto del lavoro è stato portato avanti da ognuno di noi in ambiti e tempi differenti, il backstage a cura di Mattia Bertulu e Alberto Barroccu era un ulteriore componente parallela esempio di ulteriore tempo".

Dario non manca di raccontarci quali siano state le difficoltà da superare durante l'elaborazione del complesso volume fotografico: "Quando intraprendi un percorso come il nostro affronti davvero tante e differenti difficoltà, più o meno pesanti, più o meno debilitanti, più o meno scoraggianti, ma ciò che permette di affrontarle e soluzionarle tutte ad una ad una è la volontà di perseguire un obbiettivo con benevola testardaggine. Affrontare costi e vicissitudini senza "padrini", trovare chi crede in te e poi t'abbandona, scontrarsi contro porte e telefoni chiusi perché non accompagnati, sono state le difficoltà maggiori del primo volume. Nel secondo abbiamo invece trovato l'interesse della Fondazione di Sardegna che ha agevolato, non poco, tutto il processo produttivo, ci ha permesso di svolgere al meglio ed in condizioni migliori il nostro lavoro. Una delle difficoltà più assurde è stato il reperire il mezzo di trasporto utile per effettuare le missioni di produzione degli scatti nei vari monumenti dell'isola: il camper. Abbiamo contattato tutte le imprese ed aziende per il noleggio del mezzo ben evidenziando la presenza e possibilità di pagamento diretto e per due mesi e più non abbiamo trovato nessuno che fosse disposto d'inverno a fornirci il mezzo per cinque fine settimana, assurdo se pensiamo ai continui lamenti di mancanza di lavoro nel periodo non estivo. Poi un raggio di luce nella collaborazione con l'azienda algherese Cool Camper, che ha accettato il noleggio e ci ha supportato".

Un opera così complessa, ampia, esaustiva e affascinante non può di certo cattrare solo la curiosità degli "addetti ai lavori": " Ci si rivolge a un vasto target, gli stessi testi sono stati scritti per non essere infarciti di termini troppo accademici e con uno stile scorrevole e vicino a tutti i lettori. Abbiamo cercato, sin anche nel formato e prezzo ridotto rispetto a volumi del settore, di partorire un opera che fosse adatta al turista o come regalo per un amico e parente, potesse essere tramite di valorizzazione e promozione. Dal ragazzo del liceo sin anche all'anziano appassionato d'archeologia e fotografia, da colui che ama il mondo fotografico all'amministratore lungimirante che attraverso il volume individui le potenzialità del monumento nel proprio territorio".

Ora arriva la fase forse più delicata del lavoro, quella in cui è tempo di far conoscere quanto realizzato e certamente molti di coloro che hanno concorso alla realizzazione del secondo volume non sono molto propensi ad essere per una volta davanti agli obiettivi e non dietro, come è loro solito fare."Dopo Olbia, la naturale tappa d'apertura essendo qui dove l'associazione risiede, saremo il 16 novembre a Sassari alla sede della Fondazione di Sardegna dalle ore 18, e poi forse a Cagliari in data da destinarsi. Il volume invece è presente on line su Amazon, ibs etc.. e richiedibile in libreria su ordinazione, oppure contattando Voes".

"Il progetto è nato con l'intendo di attuare una trilogia, di conseguenza andremo a chiedere appoggio ai nostri sostenitori per un altro volume di "Patrimonio a Lunga Esposizione". Nel frattempo l'associazione continua a seguire progetti di valorizzazione delle bellezze storiche ed archeologiche attraverso l'arte e l'uso del digitale; siamo media partner dell'artista Nicola Filia e del suo progetto site specific al nuraghe Losa "Megalòpolis" ad Abbasanta,che partirà il 10 novembre con la presentazione e resterà in site per un anno intero.Al di fuori del progetto del terzo volume stiamo sondando strumenti di racconto digitale differenti, dal blog alla web series, dal fotoracconto ad altri".

"Per ovvie ragioni di spazio fisico del volume molti siti e monumenti, magari meno fotograficamente appariscenti ma pur sempre importanti. Abbiamo una mole di testimonianze impressionante e semisepolta dalla natura e dalla nostra incuria che potrebbe attirare ed essere fonte di guadagno per tutto l'anno e per milioni di persone. Diciamo sempre che potremmo essere importanti come i Maya o altre culture simili ma non siamo ancora stati capaci di diventarlo. Speriamo in futuro aumenti consapevolezza sopratutto nelle amministrazioni a tutti i livelli".

"In quattro anni di attività Voes ha solo perseguito un unico obbiettivo per rispetto di chi ha sempre creduto in noi, parenti, amici e fan vari, essere credibili e portare a compimento gli obbiettivi che vengono divulgati. Ringraziamo anche chi tra di noi ha fatto un suo percorso, anche breve, come Erica Costa o chi ha seguito e segue altri progetti come Barbara Sanna con i suoi reportage su feste e tradizioni ed anche chi pur andando a vivere in america, Mark Federighi, ha cercato d'essere presente ed ha partecipato fisicamente alla riuscita dei progetti".

La strada è tracciata per l'associazione olbiese Voes e per la possibile collana di "Patrimonio a lunga esposizione". Basta ora lasciarsi guidare dalla passione e guardare avanti sempre dalla prospettiva migliore.