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Giampiero Galeazzi, un grande giornalista nei ricordi di Settimo Mugano

Giampiero Galeazzi, un grande giornalista nei ricordi di Settimo Mugano
Giampiero Galeazzi, un grande giornalista nei ricordi di Settimo Mugano
Settimo Momo Mugano

Pubblicato il 20 January 2019 alle 12:50

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Il trascorrere veloce degli anni mi ha vaccinato contro le facili emozioni, sia a quelle offerte dalla vita quotidiana che da quelle che sottilmente ti aggrediscono all’improvviso assistendo ad un programma televisivo. Il vaccino, però, non ha funzionato la domenica 13 dicembre quando, seguendo ormai quasi il mio incontrollato vizio di giocare col telecomando, sono entrato nello studio di Domenica In dove Mara Venier stava annunciando la visita di Giampiero Galeazzi.

Ho subito bloccato il canale e mi sono goduto la lunga intervista, arricchita dalle immagini della vita professionale di quello che considero il giornalista più bravo degli ultimi trent'anni della televisione italiana, lasciandomi spesso immergere in un mare di emozioni.

Ho avuto la fortuna di conoscere Giampiero Galeazzi negli anni in cui anche io ero professionalmente impegnato nel mondo dello sport. Le cronache degli avvenimenti sportivi, ma non solo quelli, che era chiamato ad offrire per la “sua” Rai erano vere e proprie lezioni di giornalismo, pagine della storia del Paese nella quale egli ha profuso un eccitante cocktail di cultura, passione, esperienza e fantasia. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo in alcuni episodi della mia vita che mi sono prepotentemente tornati alla mente e che voglio ricordare perché sento il dovere di ringraziarlo per avermi concesso, in quegli episodi, di godere della sua considerazione e della sua amicizia.

Prima, però, voglio ricordare ai giovani che dovessero legge queste mie note, alcuni dati della biografia di Galeazzi, conosciuto nella seconda parte della sua vita col soprannome di “Bisteccone” per la mole del suo fisico.

[caption id="attachment_121024" align="alignnone" width="700"] Giampiero Galeazzi e Mara Venier a Domenica in. Foto tratta dal sito Leggo.it[/caption]

Di origini piemontesi, è nato a Roma il 18 maggio del 1946. Laureato in Statistica è entrato nel giornalismo sportivo della Rai, prima come radiocronista e poi, come conduttore televisivo, dopo aver partecipato per il Circolo Canottieri Roma alle selezioni per le Olimpiadi del Messico del 1968. Fece parte della rubrica Dribbling, della Domenica sportiva condotta da Paolo Frajese e, nel 1976, curò la rubrica Mercoledì Sport come telecronista del Tennis fino alla pensione del 1984.

Ha seguito sei edizioni dei Giochi Olimpici ed è stato inviato della Domenica Sportiva nei campi del campionato di calcio della serie A. Partecipò, inviato dalla Rai, all’incontro fra Gorbaciov e Regan a Reykjavik. Dal 1992 per 5 stagioni gli fu affidata la conduzione della rubrica Cambio di campo solo per le finali della trasmissione 90° minuto nella cui trasmissione è tornato in qualità di opinionista dal 2008 al 2009. Nel 1994 Giampiero Galeazzi entrò nel contenitore di Domenica In condotto da Mara Venier che lo coinvolse in numerosi e allegrissimi sketch. Infine Galeazzi condusse il programma 90° Minuto fino al 1999. Nel 1996 Pippo Baudo lo volle al Festival di San Remo per la quarantesima edizione.

Memorabili sono state le sue telecronache in occasione della conquista delle medaglie d’Oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale alle Olimpiadi di Seoul del 1988 e di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi a Sidney nel 2OOO.

I miei contatti con Galeazzi furono al principio legati soltanto ai settimanali incontri negli spogliatori romani, dopo le partite di campionato della Roma e della Lazio, e sul campo di Ponte Milvio che fu per molti anni il campo a disposizione della squadra bianco celeste della quale Galeazzi ed io siamo ancora tifosissimi.

Fu, invece, durante il Campionato del Mondo di Roma del 1990 che il nostro rapporto cominciò a diventare amicizia.

Nel corso di quella grande manifestazione partecipai, come Consigliere del Gruppo Romano Giornalisti sportivi, che aveva sede in viale Tiziano, all’organizzazione di una partita contro una rappresentanza di giornalisti francesi sponsorizzata dall’Adidas e dalla Coca Cola. Quell’incontro, vinto dai giornalisti romani, piacque molto agli sponsor che ci invitarono a Parigi per concedere la rivincita alla squadra francese. L’idea venne portata avanti da me e dal collega Bruno Amatucci.

Capitano e Accompagnatore della quadra romana in quella felicissima e vittoriosa trasferta fu proprio Giampiero Galeazzi. La vittoria della squadra dei giornalisti romani fu straripante. Vincemmo per 7 a 1 ma devo confessare che, d’accordo con Galeazzi, chiamammo a far parte della nostra squadra nientemeno che i giocatori della Lazio Ferruccio Mazzola (in foto è il il quarto accosciato da sinistra)e Nello Governato ( in piedi accanto a Giampiero Galeazzi) .

La gara venne disputata alla vigilia della consegna delle Scarpe d’Oro che l’Adidas assegnava allora ai migliori giocatori europei. La gita a Parigi ci offrì anche l’opportunità di fare un'interessante visita turistico – culturale alla città e la divertentissima esperienza di visitare uno dei primi negozi di articoli sexy nato nel celebre quartiere nel quale alcuni partecipanti di cui taccio il nome approfittarono per acquistare interessanti articoli.

Giampiero lo incontrai spesso, quando ho cominciato ad interessarmi di golf, nei circoli dove si sono tenute alcune edizione dell’Open d’Italia. Lui, che intanto aveva cominciato a mettere su peso, venne sempre ospitato nella golf cart che io usavo per seguire, buca per buca, i professionisti del golf. Di me e del mio interesse per questo sport Giampiero si ricordò quando lo invitarono ad inaugurare il campo da golf progettato nelle vicinanze del Villaggio turistico di Sibari. Raggiungemmo Sibari con due macchine messe a disposizione di Galezzi dalla Fiat e vi trascorremmo tre giorni fantastici.

Sibari era allora ( ma forse lo è ancora) una frazione Del Comune di Cassano allo Ionio in Calabria. Nella storia Sibari fu tra le più importanti città della Magna Grecia di cui il famoso Francois Lenormant scrisse:

Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sibari. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole e il mare della Grecia”.

Ai suoi tempi Sibari era il centro di tutti i mali e i vizi mondo e il suo nome veniva indicato come simbolo del lusso, della perfidia e della sessualità. Leggo su internet che i Sibariti erano amanti del buon cibo e rivolgevano un’accurata attenzione verso i piaceri sessuali tanto che si racconta che molto spesso venivano organizzati a spese dello Stato e che le donne si riunivano nelle logge per imparare le tecniche della seduzione.

Purtroppo né io né Gianpiero Galeazzi abbiamo potuto fare esperienza se non della sua antica fama per il buon cibo.

Ho rivisto Galeazzi dopo tanto tempo nello studio di Domenica In di Mara Venier e, malgrado la sua malattia, che egli affronta con grande coraggio, la sua intelligenza, la sua vis polemica e la sua grande esperienza umana e professionale, è per me rimasto lo stesso maestro di giornalismo, di vita e di spettacolo che ho conosciuto e stimato.

Il fatto che la trasmissione di Mara Venier abbia avuto il 20% di share ,superiore a tutte le trasmissioni di quella domenica, ha confermato che “Bisteccone” Galeazzi ha avuto il merito di guadagnarsi l’incondizionato affetto non solo del pubblico sportivo che lo ha sempre seguito, ma anche di chi lo ha conosciuto attraverso la radio e la televisione. Ciao, Gianpiero e grazie.

Settimo Momo Mugano

Foto di copertina. Roma 1990, Campionato del mondo di Calcio: nel corso del campionato con un paio di colleghi francesi, partecipai all'organizzazione della sfida tra una squadra di giornalisti sportivi francesi e la squadra del gruppo romano giornalisti sportivi del quale sono stato consigliere. La sfida piacque alla direzione dell'Adidas e della Coca-Cola che ci proposero di disputare la rivincita a Parigi.

L'idea venne portata avanti da me e da Bruno Amatucci che mi mise a disposizione il suo telefono per i contatti con il gruppo dei colleghi francesi. Così andammo a Parigi, ospiti dell'Adidas e giocammo la gara due giorni prima dell'assegnazione della tradizionale scarpa d'oro alla quale partecipammo. Devo confessare che la nostra vittoria per 7 a 1 fu conquistata grazie al fatto che in squadra avevamo schierato i due calciatori della Lazio Ferruccio Mazzola e Nello Governato. Della trasferta fece parte come dirigente accompagnatore, Giampiero Galeazzi, nella foto l'ultimo in piedi a destra, allora in piena forma. Preparando i bagagli per il ritorno a Roma ebbi la sorpresa di trovare vuota la scatola delle scarpe da pallone che l'Adidas ci aveva regalato insieme alle tute. Un cameriere, figlio evidentemente di una passeggiatrice parigina, mi aveva fatto fesso. E poi dicono che gli italiani...per la cronaca io sono il quarto in piedi da sinistra.