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Cronaca

GALSI: un'opera da 3mld di euro al centro del Mediterraneo

GALSI: un'opera da 3mld di euro al centro del Mediterraneo
GALSI: un'opera da 3mld di euro al centro del Mediterraneo
Olbia.it

Pubblicato il 16 January 2012 alle 15:32

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Qualche riga per spiegare meglio in cosa consiste il progetto GALSI: Nel 2014 partiranno i lavori di costruzione del più profondo gasdotto del mondo: il GALSI. Con una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno e una profondità massima di 2824 metri, tale condotta sottomarina (lunga circa 900 km) permetterà al metano - estratto in Algeria – di raggiungere il sud della Sardegna, fino al terminal di arrivo di Porto Botte. Dopo di che, il gas verrà incanalato in una condotta interrata, che attraverserà tutta l'Isola, per poi giungere alla stazione di compressione di Olbia. A quel punto, proseguirà il suo viaggio nuovamente sotto il mare, fino a Piombino (in Toscana). In tal modo, il metano non solo potrà rifornire la rete italiana del gas, ma potrà anche essere venduto agli altri paesi del Mediterraneo Settentrionale. Del gruppo GALSI fanno parte, oltre ai colossi dell'energia Enel e Edison, anche la Società Nazionale di Idrocarburi Algerina, l'Hera Trading s.r.l. e la Regione Autonoma della Sardegna (per mezzo della SFIRS). I COSTI E I BENEFICI DELL'OPERA Attraverso il piano denominato European Energy Program for Recovery, l'Unione Europea ha concesso al GALSI un finanziamento a fondo perduto di ben 120 milioni di euro e - secondo una stima pubblicata nel sito della Regione Sardegna - il costo totale dell'opera si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Grazie a questo imponente investimento, potrà essere soddisfatta una domanda molto diversificata del prodotto. Per cui, questo combustibile non servirà solo a riscaldare le abitazioni, ma potrà essere utilizzato dall'industria e dal settore automobilistico, il quale sta puntando a promuovere l'auto a metano come auto del futuro. UNO SMACCO ALLA GREEN ECONOMY: Recentemente, in Italia, è stata avviata una campagna di promozione a favore del metano, il quale viene osannato - dalle nostre istituzioni - per le sue incredibili qualità chimico-fisiche, tanto da essergli stato attribuito l’appellativo di biogas. Nessuno può negarlo: il metano è meno inquinante della benzina, dato che rispetto ad essa è in grado di emettere un livello di CO2, inferiore del 18%. Ed è quindi meno dannoso per l’ambiente. Non va dimenticato che il metano, oltre ad essere un’energia non rinnovabile, contribuisce all’effetto serra e provoca l’emissione di polveri sottili, ozono e ossido di azoto. Non può quindi essere considerato una fonte di energia alternativa, capace di contribuire alla realizzazione della Green Economy. Quest’ultima viene definita dall’ONU come quel sistema di attività economiche - riguardanti la produzione, la commercializzazione e il consumo di beni e servizi - che determina il miglioramento del benessere dell’uomo nel lungo periodo, senza esporre le generazioni future a rischi ambientali significativi e a scarsità ecologiche. SARDEGNA CO2 ZERO: Sardegna CO2 Zero è il titolo dell’ambizioso progetto di sviluppo energetico, portato in campo dalla giunta regionale sarda, guidata da Ugo Cappellacci. L’obiettivo è quello di far si che, entro il 2020, la Sardegna sia in grado di coprire il 20% del suo fabbisogno energetico, attraverso il ricorso a fonti rinnovabili (soprattutto, attraverso l'energia solare). Ma, il passaggio del gasdotto nell’Isola potrebbe scoraggiare famiglie e imprese a fare ricorso al fotovoltaico, poiché i costi di allaccio alla rete del gas sono molto più bassi. Basti pensare che per una famiglia italiana media, la tariffa di allaccio alla rete del gas si aggira intorno ai 500 euro, contro i circa 20.000 euro necessari per acquistare un pannello fotovoltaico di medie dimensioni (ossia di 3 KW). Porto Botte e le Saline di Olbia (ubicate rispettivamente a sud e a nord dell’Isola) sono le due località, che ospiteranno le infrastrutture di filtrazione e compressione del gas. Fonte:www.ilmediterraneo.it