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Gallura cancellata. Nizzi: perché Olbia tace?

Gallura cancellata. Nizzi: perché  Olbia tace?
Gallura cancellata. Nizzi: perché  Olbia tace?
Olbia.it

Pubblicato il 20 January 2016 alle 17:08

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Olbia, 20 Gennaio 2016 - Perché Olbia tace? Se lo chiede l'onorevole Settimo Nizzi (Forza Italia) a pochi giorni dall'ennesimo schiaffo ricevuto dalla Gallura a Cagliari. "Rimango sbigottito del silenzio che pervade il palazzo di Corso Umberto dopo che il Consiglio regionale ha nei giorni scorsi definitivamente affossato qualunque possibilità di vedere riconosciuta ad Olbia una sua autonomia ed una sua valenza nello scacchiere regionale degli Enti locali. La bocciatura dell’Emendamento alla legge di riordino sugli Enti locali presentato dai consiglieri regionali del territorio, Giuseppe Fasolino, Giuseppe Meloni e Pierfranco Zanchetta, sulla possibilità che il Nord Est dell’isola facesse parte di una rete metropolitana, avrebbe dovuto far tremare le mura del palazzo comunale e scuotere dal torpore il suo inquilino più importante - dichiara il deputato Settimo Nizzi -.Così come rimango incredulo che quanti non abitano nel “capo di sotto”, abbiamo potuto avvallare un quadro normativo così fortemente sbilanciato: da un lato Cagliari, sede della Regione Sardegna e della Città Metropolitana, dall’altro contentini, briciole e sonori schiaffoni.Il Nord dell’isola, ma la Gallura ed Olbia in particolare vengono ulteriormente depauperate, mortificate e relegate ad un soggetto giuridico inesistente. Mi chiedo quali risorse e peso politico- istituzionale avrà d’ora in poi questo territorio pronto a subire l’ulteriore impoverimento di istituzioni, uffici e servizi".

Settimo Nizzi non è tenero con nessuno, in particolare col Consiglio Regionale della Sardegna. "L’Aula di via Roma, – conclude Nizzista concretizzando un progetto di destrutturazione istituzionale della Sardegna a tutto vantaggio ancora una volta di Cagliari dove l’obiettivo reale non è quello di riformare il sistema delle autonomie locali, ma quello ratificare una decisione politica per la futura ripartizione delle risorse, e questo è ovviamente inaccettabile"