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Festival del Cinema #Tavolara19 | Alba Rohrwacher con "Troppa grazia" David di Donatello 2019

Festival del Cinema #Tavolara19 | Alba Rohrwacher con
Festival del Cinema #Tavolara19 | Alba Rohrwacher con
Lycia Mele Ligios

Pubblicato il 21 July 2019 alle 12:39

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Olbia, 21 luglio 2019 - Attrice giovanissima con una esperienza recitativa da grande star, tanti riconoscimenti e premi tra cui: due David di Donatello, un Nastro D'Argento, tre Ciack d'oro, Premio Mariangela Melatoper la sua capacità interpretativa che esprime quel talento innato che la rende unica, riconoscibile: Alba Rohrwacher è stata ospite del Film Festival di Tavolara 2019.

Protagonista del film "Troppa grazia", proiettato nella marina di Porto San Paolo, il piccolo borgo poco distante dalla città di Olbia, l'attrice è stata ospite in un incontro pomeridiano con il pubblico. In una cornice familiare e informale, più emozionante e più vera, gli incontri con il pubblico sono moderati dalla storica e infaticabile direttrice Piera Detassis.

Alba Rohrwacher è apparsa con la sua grazia botticelliana, aspetto delicato, carnagione chiara, temperamento a tratti introverso, intimidita (non ama esser fotografata), una voce aggraziata, pacata, diversa per le sue intense interpretazioni dai personaggi a cui ha donato il suo volto.

Un'artista che ha inseguito la sua passione, abbandonati gli studi di medicina, attratta dalla possibilità di recitare e " raccontare storie e farle arrivare a chi le guarda" ed emozionare.

Nel film "Troppa grazia" commedia originale, con sfumature surrealiste,diretta da Gianni Zanasi (Cast: Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Carlotta Natoli, Thomas Trabacchi, Rosa Vannucci, Daniele De Angelis, Teco Celio, Elisa Di Eusanio, Davide Strava;Sceneggiatura di Gianni Zanasi, Giacomo Ciarrapico, Michele Pellegrini, Federica Pontremoli) Alba Rohrwacherinterpreta una madre separata con una figlia adolescente, che s'impegna con coscienza nel suo lavoro di geometra, accanto ad una serie di problematiche che le creano uno stato emotivo di disagio.

Infatti, lavorando ad un progetto per un nuovo centro residenziale “L'onda”, si accorge di alcune inesattezze nelle carte catastali del comune. Nel film, oltre evidenziare i problemi legati al rispetto e tutela dell'ambiente, la protagonista si mostra dilaniata tra dire la verità o rimanere in silenzio per non perdere il posto di lavoro.

Ai vari vizi e difetti che caratterizzano la nostra società, sicuramente ben definiti, vi è la presenza di un elemento originalissimo che denota grande capacità creativa del team preposto alla sceneggiatura.

L’elemento deviante sembra esser l’apparizione di una profuga, che si definisce la Madre di Dio, che consiglierà alla protagonista di far costruire una chiesa in quel luogo, dove dovrà sorgere il centro residenziale. Un'apparizione incredibile con una richiesta improbabile, assurda, ad una ragazza semplice, fragile, madre, geometra. Perchè proprio a lei?

©ph. lyciameleligios

L’evocazione di una circostanza che fece grande scalpore, quale l’apparizione della Madonna a Lucia dos Santos il 13 Maggio del 1917 nei pressi di Fatima, si ripresenta con tinte leggere, anche se qui la Madonna viene inizialmente confusa con una profuga che chiede l'elemosina e, alla divinità, si attribuisconocomportamenti umani, che riflettono più le antropomorfiche divinità greche.

L’incredulità della protagonista crea situazioni tragicomiche. Pensare di aver visto la Madonna e interagire con lei con alterchi visibilmente fuorvianti, riflette una comicità semplice, genuina.Ma la dinamica filmica potrebbe avvicinarsi all’esigenza sempre più necessaria di ritorno ad una certa spiritualità, che include valori che oggi hanno smarrito senso e sembrano incancreniti dall’avidità, dalla speculazione, dalla disonestà.

Alla fine due personaggi molto vicini saranno gli artefici di questo profondo cambiamento: l’amico e l’ex compagno.

Il cambiamento crea instabilità, – è simile ad un’esplosione, – e permette di interagire con quel “luogo” profondo da cui attingere per andare avanti, per ritrovare quella serenità che permette di affrontare la vita nel suo accadere.

Quel profondo che è la propria spiritualità, c’è sempre, è presente anche quando si rifiuta o quando si rinnega o quando le cose non vanno nel verso che si vorrebbe: la resistenza della protagonista nell’accettare una situazione estrema, “surreale”, quasi onirica per paura di giudizi altrui,troppo presa dall’apparire e poco dalla propria intimità.Solo quando si mostrerà più arrendevole e lascerà fluire il corso della sua vita potrà ritrovarsi.

Durante lo svolgimento del film vi è un chiaro riferimento all’onda che possiamo definire la parola chiave del film.

Elemento visivo quando il mare a seconda delle forze, ovvero per l’intensità del vento, modifica la superficie, ma la parte sottostante, rimane presente, solo in parte rifletterà quel movimento. C’è stabilità, c’è presenza. Fuor di metafora: noi con i nostri pensieri, emozioni, circostanze di vita positive o negative che s’innervano nel nostro profondo da cui non possiamo scindere ma sforzarci di armonizzare per capire il senso del vivere.

Questo film dal ritmo lento, dove anche i fotogrammi e le inquadrature sembrano scandire il tempo, libera riflessioni profonde e sembra bandire la superficialità di facciata: non solo chi siamo, ma la bellezza dei "luoghi" interiori merita una riscoperta per quella stabilità emotiva in costante ricerca. Il motto sembra essere “bandiamo inquietudini e ritroviamo la serenità”. Ma come? Il film propone una chiave di lettura. Ritrovare il proprio sé.

Un altro aspetto che suggerisce una tonalità più lirica, oltre la bellezza dei luoghi – resa da una fotografia molto armonica e curata, – è quel vago sapore di nostalgia: cammino ripercorso a tratti con il padre della protagonista ma evidente nel riavvicinarsi all’ex compagno e padre della figlia.

©ph. lyciameleligios

La nostalgia sembra riallinearsi con l’esistenza. Non è vissuta con dolore ma come accettazione e viene armonizzata nel nuovo approccio alla vita più fluido, dove le onde sembrano aver perso la loro forza identitaria e incisiva ...

Ora, si va alla scoperta del mondo assaporando nuove esperienze di vita in modo più intimo, senza più farsi scalfire e senza smarrire il significato che la "vita è principalmente essenza, spiritualità".

lyciameleligios ©Riproduzione Riservata