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Ferragosto per Alex, gli organizzatori: troppi bastoni tra le ruote, Olbia città per anziani

Ferragosto per Alex, gli organizzatori: troppi bastoni tra le ruote, Olbia città per anziani
Ferragosto per Alex, gli organizzatori: troppi bastoni tra le ruote, Olbia città per anziani
Angela Galiberti

Pubblicato il 16 August 2013 alle 15:46

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Olbia – Il bilancio del Ferragosto appena archiviato non è stato fatto solo dalla Polizia Locale, ma anche dagli organizzatori del concerto per ricordare Alex Laconi, ovvero Stefano Biancu e Daniele Petta. Un bilancio positivo per la partecipazione delle persone, un po' meno positivo per tutti i problemi avuti nel corso della serata. Il duo della “Duemilaeventi” ha infatti deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Il clima che si è creato attorno al concerto – ha detto Stefano Biancu – è stato un clima del terrore. Su di noi si sono concentrate tutte le restrizioni e tutte le attenzioni. Dal 2001 al 2009 abbiamo organizzato a Pittulongu una manifestazione che si svolgeva per 3 giorni e nessuno si è mai lamentato. Nel 2011 succede il patatrak e le colpe ricadono su di noi. Assurdo”. Stefano Biancu è un fiume in piena. “Un nostro artista è stato persino redarguito per una sua canzone. Ma dove siamo? Nel ventennio fascista?”. L'artista contestato dall'agente della Polizia Locale è Suicidio, un giovane ragazzo di 17 anni che duetta con suo amico, mentre il testo incriminato era un rap sui preti pedofili. “Hanno fermato un artista, gli hanno contestato la canzone sulla pedofilia, gli hanno chiesto i documenti e aleggiava nell'aria il vilipendio alla religione – ha continuato Stefano Biancu – Sono cose degne del fascismo, esiste è la libertà di espressione in questo paese”. L'atto “moralizzatore” di quell'agente non è stato l'unico episodio spiacevole. “Per noi hanno emesso una ordinanza speciale – ha detto Daniele Petta – una ordinanza che diceva che nessuno poteva vendere o portare in spiaggia lattine e bottiglie di vetro. Noi, per evitare problemi, non abbiamo aperto il bar fino alle 20. Però le bibite in vetro giravano. Le abbiamo viste con i nostri occhi e abbiamo avvertito una pattuglia della Polizia Locale indicando il locale. Non hanno fatto niente, non sono nemmeno entrati. Invece di zainetti svuotati nei cestini dell'immondizia ce ne sono stati tanti”. “E vogliamo parlare dell'orario di sgombero fissato alle 3 di notte? – ha rincarato Stefano Biancu – hanno costretto decine di persone che, verosimilmente, avevano bevuto a mettersi in macchina senza aver smaltito la sbornia. E senza neanche organizzare un servizio navetta”. La questione “navetta” è una delle più scottanti. “Dei turisti ci hanno chiesto come mai Olbia fosse l'unica città di Italia a non collegare di sera le spiagge – ha continuato Biancu – e quando, finito il concerto, abbiamo dovuto “sgomberare” le spiagge, abbiamo dovuto pagare il taxi a due turisti tedeschi ubriachi perché non c'era la navetta”. E mentre Pittulongu veniva "sgomerata", il divertimento continuava nelle altre spiagge fino alle 5 del mattino e senza tutti i controlli e le restrizioni patite sulla spiaggia più amata dagli olbiesi. Tutti i divieti, le prescrizioni, la massiccia presenza delle forze dell'ordine (tutte concentrate su Pittulongu, persino con i cani antidroga) hanno creato un clima di terrore, tant'è che si è rischiato il flop. “Non mi era mai capitato di iniziare un concerto con venti persone” ha detto Petta. Certo, la serata è poi decollata, ma tutto sembrava remare contro. “Io non ho nulla da recriminare né a Vincenzo Cachia, né a Ivana Russu – ha aggiunto Stefano Biancu – con loro c'è sempre stata la collaborazione. Quell'ordinanza, firmata dal sindaco, è spuntata il giorno prima e ci ha colto impreparati. Se fosse uscita con diversi giorni di anticipo rispetto al concerto, saremmo corsi ai ripari e avremmo chiesto noi il servizio navetta. Praticamente ci hanno dato l'autorizzazione del concerto, ma è come se ci avessero boicottato. Adesso basta. Se niente è andato storto non è merito dei divieti, ma dell'organizzazione, della stampa e della maturità dei giovani olbiesi”. Per Biancu e Petta, il concerto per Alex Laconi con le sue difficoltà è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Organizziamo eventi in tutta la Sardegna – ha detto Daniele Petta – solo ad Olbia abbiamo questi problemi”. Ma c'è di più. “Anche per Olbiarock ci sono da dire delle cose – ha aggiunto Stefano Biancu – il primo anno ci hanno accolto a braccia aperte perchè in centro non c'era niente di organizzato in centro. Poi hanno iniziato a dire che c'erano difficoltà per il rumore, ma intanto altre manifestazioni si facevano. Poi ci hanno spostato al parco perentoriamente, ma il concertino della chiesa cattolica l'hanno fatto al molo Brin per tre giorni. Alla fine ci hanno detto che non si poteva fare. Sinceramente, come possiamo andare avanti così? Smettiamola di parlare di città turistica. Olbia non è una città turistica e non è una città per giovani. E' un ospizio per anziani".