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Cronaca

Fari in Sardegna: alla scoperta del mondo dei fari con Nicola Sechi

Fari in Sardegna: alla scoperta del mondo dei fari con Nicola Sechi
Fari in Sardegna: alla scoperta del mondo dei fari con Nicola Sechi
Paolo Ardovino

Pubblicato il 28 December 2015 alle 13:15

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Olbia, 28 dicembre 2015 - I fari. Tra le rocce, su isolotti e all'ingresso di porti: da generazioni rappresentano una via sicura per i naviganti, confortati dal bagliore della loro luce, o per altri sono "semplicemente" i soggetti perfetti per una foto o ancora la cornice d'un romanzo romantico. La Sardegna ne è ricca, e lo sa bene Nicola Sechi che, col suo libro Luci Sulla Costa (Taphros Editrice) pubblicato quest'estate, ne descrive gran parte in quel che potrebbe essere definita una vera e propria enciclopedia sui nostri fari (e non solo). Al centro, però, vi è la storia (e le peripezie più disparate) di un guardiano dei fari. Tra le varie occupazioni, Nicola Sechi per molti anni ha lavorato come dipendente civile della Marina Militare presso la "Zona Fari" Sardegna occupandosi di manutenzione delle apparecchiature e stando dunque a stretto contatto con questi singolari personaggi. L'idea di mettere per iscritto le sue conoscenze è nata dopo una chiacchierata con Salvatore Sanna (ex Maresciallo Marina) in cui è emerso come Nicola sia l'unico conoscitore in Sardegna dei vecchi mezzi a gas - un miraggio ora, vista l'elettrificazione di tutti i fari. Oltre che con il libro, in questi mesi Nicola Sechi s'è mosso per far conoscere sempre più la realtà dei fari; attualmente è socio fondatore dell'associazione culturale "Mondo dei Fari" nata il 31 agosto 2015 con sede a La Spezia - con annesso gruppo Facebook. Il presidente, Annamaria Lilla Mariotti, ha inoltre curato la prefazione di Luci Sulla Costa. Il 17 novembre scorso, poi, a nome della suddetta associazione, Nicola Sechi accompagnato da Dario Maiore (Taphros Editrice) ha svolto una presentazione presso l'ITC Panedda (foto in copertina) e la cronaca di quella giornata passa dalle parole di Alessandro Rampazi, studente che ha partecipato: "Abbiamo assistito alla presentazione, dopodiché ho lavorato su alcuni modellini, ad esempio ne ho acceso uno di quelli a gas. I fari? Non ne ero particolarmente interessato, dopo l'incontro ammetto invece di aver cambiato parere". "Il faro era una fonte di sicurezza per chi arrivava e anche adesso, nonostante le tecnologie, un navigante si sente più sicuro e sa di essere arrivato quando ne scorge la luce. Oggi gran parte dei fari sono automatizzati (tra cui quello olbiese sull'Isola Bocca, da vari anni) ed altri vengono persino trasformati in Hotel come quello di Capo Spartivento, l'unico in Sardegna", spiega Nicola Sechi. Ciò porta alla scomparsa dei guardiani, figure cariche di storie e passione: "Il guardiano viveva col faro e spesso si portava la famiglia - prosegue lui -, ora sono sempre più pochi ed è negativo, visto che comunque consistevano in posti di lavoro. Perché si sceglieva questa professione? Per amore del mare". Inoltre ci si esponeva ad episodi unici, lo stesso autore durante la sua carriera si è ritrovato a salvare alcuni naufraghi - nell'Isola Razzoli - o assistere all'inabissamento della nave Fusina (1972) nell'Isola S.Pietro. Insomma, un faro non è né la semplice costruzione vista dal mare né ciò che quest'articolo cerca d'illustrare: è molto di più, e aspetta di essere scoperto.