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Emozioni galluresi. Lettera aperta del Presidente delle Pro Loco.

Emozioni galluresi. Lettera aperta del Presidente delle Pro Loco.
Emozioni galluresi. Lettera aperta del Presidente delle Pro Loco.
Olbia.it

Pubblicato il 05 September 2011 alle 18:24

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Riceviamo e pubblichiamo. Corri che non facciamo in tempo; mannaggia la sfilata è già partita; c’è un sacco di traffico, non so dove parcheggiare! La lunga coda di auto procede lentamente, noi chiusi nel guscio di metallo scambiamo telefonicamente informazioni con quelli che sono già sul posto. Gli amici della Pro Loco ci guidano verso un porto sicuro, una breve passeggiata e raggiungiamo la sfilata che è già partita da un po’. Come al solito rimango abbagliato dalla bellezza dei costumi, dai ricami preziosi e pazienti e dai tratti caratteristici di questo nobilissimo popolo dalle antichissime origini. Shardana, discendenti del popolo di Dan, non so se imparentati o meno con i miei amatissimi Etruschi, certo è che il fascino che questa terra esercita su di me è fortissimo, è per questo che aspetto con ansia di vedere sfilare davanti a me le meraviglie del folclore sardo. Ad Olbia sono in programma 18 gruppi scelti con cura, alcuni famosi da sempre, altri appena formati, positivo segno di un amore per questa cultura che nonostante i tempi non si affievolisce ma si rinsalda. Il nostro piccolo gruppo formato dai rappresentanti delle Pro Loco di tutta Italia prende posizione lungo corso Umberto ma una goccia mi segnala che il temporale annunciato dai media non ha voluto allontanarsi ascoltando le nostre suppliche e ha deciso di scatenarsi proprio nel pieno di questa magnifica festa. La pioggia si fa fitta e pesante. Il corteo si disperde cercando riparo come può. La sfilata si disperde sotto i miei occhi: sono triste, soprattutto per i volontari che compongono i gruppi. La delusione si legge chiaramente sui loro volti. Ho già perso la speranza di vedere qualcosa quando un suono particolare mi attrae: sono i mille campanelli dei gruppi mascherati che grazie ai loro pesanti costumi hanno resistito più degli altri ma ora il peso della stoffa e delle pelli grondanti li costringe alla resa. Così posso provare un’emozione riservata a pochi eletti perché i Mammuthones e gli altri si tolgono le maschere e posso vederli questi volti scolpiti di giovani ed anziani legati dall’amore per le tradizioni. Nei loro occhi brilla la passione, l’entusiasmo di chi in quei momenti si trasforma in un essere diverso, in un personaggio che non appartiene al nostro mondo ma ad una leggenda che si rinnova ogni volta che si indossa il costume, ogni volta che si attraversa di nuovo quella magica porta. La pioggia continua a cadere ma ormai non importa più, ho capito che questa è una sera speciale e che devo viverla così come il destino ha già deciso. Avanzo. La strada lastricata è lucida e ricca di personaggi che, abbandonato l’ordine di sfilata, si concedono a chi sa leggere questi momenti. Così saluto, stringo mani, cerco di far tornare il sorriso sui volti delusi. Poi Quinto Zizi mi porta verso il Coro di Aglientu, mi spinge nel cerchio di queste mirabili voci, li abbraccio e vengo subito trascinato in un nuovo turbine di emozioni. Non è certo la prima volta che ascolto un coro sardo ma stavolta sono con loro nel magico cerchio usato da streghe e incantatori dalla nascita del mondo. Infatti le vibrazioni delle voci sono potenti, mi colpiscono ma mi fanno stare bene e posso distinguere i suoni di ognuno e da ognuno proviene una nota diversa che al centro del cerchio si fonde con le altre e da qui amplificata si propaga all’esterno come un solo canto. E’ questo lo scopo del cerchio fondere ed amplificare ma io lo apprezzo solo ora. La pioggia continua a cadere ma ora non mi bagna più, ho fatto un altro piccolo passo verso la conoscenza di questa cultura grazie a queste meravigliose manifestazioni di cui forse non finiremo mai di apprezzare il valore storico ed artistico. Per questo ringrazio sempre i protagonisti del connubio straordinario che si crea tra amministratori pubblici illuminati, volontari dei gruppi storici e folclorici e Pro Loco: il loro impegno permette il perpetuarsi delle tradizioni. Ho finito la serata al “Gallura”, tempio della gastronomia, dove ho incontrato un altro mito, la Signora Rita anche lei custode di antichi segreti. Mitica vestale di un’arte antica come l’uomo, ne esegue i rituali, ne regola i ritmi. Affinché tutto si svolga per compiacere gli ospiti che sono coccolati e viziati ma nel pieno rispetto dei ruoli. Nei profondi occhi azzurri si legge quello che con modi un po’ sbrigativi cerca di nascondere, la dolcezza di una donna che ha dedicato la sua vita a creare per gli altri. Ringrazio per queste incredibili emozioni il Presidente della Provincia di Olbia Tempio, il Sen. Fedele Sanciu, l’Assessore al turismo Giuseppe Baffigo e tutto il Comitato Unpli Sardegna con le Pro Loco di Arzachena e la Maddalena e tutti quelli che hanno permesso la realizzazione del sogno. 5/9/2011 IL PRESIDENTE UNPLI Claudio Nardocci