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Cronaca

Il faro di Olbia: un'icona storica alle porte della Sardegna mai valorizzata

Il faro di Olbia: un'icona storica alle porte della Sardegna mai valorizzata
Il faro di Olbia: un'icona storica alle porte della Sardegna mai valorizzata
Olbia.it

Pubblicato il 31 January 2016 alle 09:56

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Olbia, 29 gennaio 2016 - Simbolo della città di Olbia, immortalato in moltissime foto e ammirato da turisti e visitatori che sbarcano nei porti Olbiesi: oggi parliamo del Faro dell'Isola della Bocca. Porta d'ingresso per i turisti in arrivo nell'isola, il faro di Olbia è entrato in servizio nel 1887 a supporto delle numerose imbarcazioni che salpavano e attraccavano nelle banchine olbiesi. L'edificio bianco è dotato di una torre di 15 metri con al suo interno un gruppo ottico di tipo fisso. Per le giornate ricche di nebbia, è provvisto di un nautofono che invia un segnale sonoro ogni 30 secondi (la lettera 'B" dell'alfabeto morse) con portata di tre miglia e di un racon, un apparecchio che emette un segnale elettromagnetico inviato alle navi per indicare la posizione. Al momento dell'attivazione la grande spia luminosa era alimentata a petrolio, dal 1920 a gas e dal 1967 con la corrente elettrica. Fino al 1991 vi risiedeva il fanalista, andato via una volta che i meccanismi del faro furono automatizzati, ora necessario solo per lavori di manuntenzione. Tutt'oggi il faro entra in funzione poco prima dell’imbrunire e resta acceso sino all’alba. Lo si può ammirare bene dalla spiaggia del lido del Sole oppure dal lato opposto nelle coste di Cala Saccaia. Un attrazione così bella però andrebbe valorizzata maggiormente. Cosa ci vedreste all'interno di una struttura storica ed impattante come questa? Un museo sul tema della nautica che racconti la storia del traffico marittimo olbiese? Un albergo di lusso con un ristorantino chic? Intanto il bel faro, come una bella ragazza vanitosa, è sempre là, in posa, attendendo che qualcuno valorizzi.