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Cronaca

Crocerismo ad Olbia. La giornata tipo? Spiaggia, mare e un pizzico di olbiesità

Crocerismo ad Olbia. La giornata tipo? Spiaggia, mare e un pizzico di olbiesità
Crocerismo ad Olbia. La giornata tipo? Spiaggia, mare e un pizzico di olbiesità
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 August 2015 alle 16:46

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Olbia, 17 Agosto 2015 – Si riversano a migliaia tutti in una volta, senza soluzione di continuità: sono nervosi, hanno fretta e il loro scopo è ottenere – subito! – ciò che vogliono: la mitica (o mitizzata) Costa Smeralda. Non sempre, però, ci riescono perché il tempo di sosta non lo permette o perché non hanno voluto comprare un'escursione. Loro, la moltitudine informe, sono i croceristi. A migliaia, quasi ogni giorno nel mese di Agosto, sbarcano all'Isola Bianca di Olbia in cerca del mito made in Sardinia: vips e mare color smeraldo da cartolina.

La prima tappa del viaggio del crocerista medio è l'Ufficio Turistico comunale dove tre operatrici - praticamente poliglotte - smistano le richieste di questo tipo particolare di turista. Con velocità e precisione, i croceristi vengono istruiti su cosa possono trovare ad Olbia. Mentre, infatti, molti loro colleghi scorrazzano per la Gallura con le escursioni vendute a bordo, altri scelgono di conoscere la città nel cui porto è attraccata la nave da crociera. La richiesta più gettonata è il mare color smeraldo. Le operatrici dell'Ufficio Turistico spiegano che la Costa Smeralda è lontana e che in poche ore non potranno mai vedere Porto Cervo, Capriccioli e Liscia Ruja, ma spiegano anche che Olbia può vantare alcune delle più belle spiagge di tutta la Gallura: Pittulongu è la più vicina, Porto Istana la più lontana. Entrambe si possono raggiungere con i mezzi pubblici.

E così, la moltitudine dei croceristi si sposta sul piazzale del Molo Brin per prendere il bus numero 40: andata e ritorno per Pittulongu – con aria condizionata – alla modica cifra di 5 euro.

Tutti in carrozza e si parte. La fermata è quella del bus normale proprio accanto all'Hotel Stefania. Si scende dal bus, si ciabatta per qualche metro e poi la splendida visione: mare limpidissimo e color acquamarina, sabbia bianca e spazio dove stendersi. L'espressione dei croceristi, alla vista di Pittulongu, è beata: chi avrebbe mai detto, sembrano pensare, che la sconosciuta Olbia potesse avere un gioiello del genere? Dopo le fotografie di rito al panorama balneare, i croceristi non perdono tempo: tirano fuori un telo da mare, spesso di quelli in microfibra, e si abbandonano al dolce sole sardo. Poi, tuffo in mare con rincorsa: inutile resistere. C'è anche chi, con due birre in mano, improvvisa un aperitivo dentro l'acqua – immancabile il selfie, con o senza bastoncino. Come è immancabile il via vai dei vu-cumprà nostrani, tollerati a mala pena in particolare dai tedeschi.

I baretti sulla spiaggia non rimangono a secco di clientela: il crocerista ama concedersi un aperitivo all'ombra o anche solo un caffè prima di riprendere il bus 40 e di ritornare, svelto-svelto e canticchiante, sulla sua nave. Perché? Semplice: le navi offrono un bel buffet gratuito per pranzo e la maggioranza non ci rinuncia. Una sparuta minoranza, invece, si abbandona alle dolcezze olbiesi. Con in mano la “cartina delle 2 ore” fornita dall'Ufficio Turistico olbiese, il crocerista inizia il suo tour cittadino alla scoperta di Olbia: Corso Umberto, Mura Puniche, i negozi, San Simplicio, il Parco Fausto Noce, la Chiesa di San Paolo.

I più “spendaccioni” decidono ci provare le prelibatezze locali e si affidano alle mani esperte dei nostri ristoratori, altri ancora cercano con ansia un souvenir sardo da portare sulla nave. E altri, infine, non disdegnano nemmeno il Museo Archeologico e le sue audio-guide. Insomma, il turismo croceristico c'è e ad Olbia si sente – anche se nessuno lo dice.