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Cronaca

Covid, Ilvamaddalena: "giocatore positivo ma Ats non interviene"

Covid, Ilvamaddalena:
Covid, Ilvamaddalena:
Olbia.it

Pubblicato il 08 September 2020 alle 09:59

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La Maddalena, 8 settembre 2020 -Era il 30 agosto 2020 quando la squadra di calcio Ilvamaddalena comunicava l'esito positivo di un tampone su un giocatore del team. Il 2 settembre l'esito del tampone veniva confermato da ATS, e la società calcistica chiedeva un tempestivo controllo su tutti gli altri componenti della squadra.

Ieri l'Ilvamaddalena ha pubblicato un nuovo comunicato stampa per aggiornare sulla situazione sanitaria della squadra, ma purtroppo, non sarebbe stato effettuato ancora nessun controllo da parte di ATS.

"Malgrado siano trascorse ben due settimane dall’inizio dell’isolamento dei tesserati della ASD Ilvamaddalena 1903" - si legge nella nota - "e una settimana dall’esito positivo del tampone al quale è stato sottoposto un giocatore, ad oggi nessuna misura di accertamento o contenimento è stata disposta dalle Autorità sanitarie con riferimento agli altri componenti della squadra."

"Ciò ci procura seria preoccupazione per la incresciosa situazione venutasi a creare, in considerazione dei tempi di intervento non chiari e intempestivi e della totale mancanza di comunicazioni e disposizioni da parte dei responsabili del Servizio sanitario regionale."

"Auspichiamo, quindi, che le competenti Autorità sanitarie vogliano finalmente attivarsi con l’urgenza che il caso esige, tenendo presente che tutti i componenti della rosa della prima squadra della Società hanno sospeso precauzionalmente l’attività da 15 giorni, non hanno più contatti diretti tra loro e che sono in attesa da oltre una settimana di essere a loro volta sottoposti a verifica medica."

"A tale proposito significhiamo che:
  1. non siamo più nelle condizioni di chiedere ai nostri tesserati di proseguire nel coscienzioso sforzo, disciplinatamente rispettato, di rimanere in isolamento volontario senza alcun obbligo, essendo alcuni di loro padri di famiglia e lavoratori. Tanto meno possiamo assumere provvedimenti coercitivi e continuare a negare l’attività sportiva una volta trascorsi più di 15 giorni dall’ultimo contatto con il tesserato risultato positivo;
  2. la situazione rischia di assumere contorni grotteschi se si pensa che nella vicenda sono coinvolti, loro malgrado, genitori, coniugi e minorenni che dalla prossima settimana dovranno riprendere anche l’attività scolastica." - si conclude il comunicato.